Quaresima di carità: sabato 23 la raccolta alimentare Caritas e Pastorale giovanile

Nell’ambito della Quaresima di carità 2024, attraverso la quale la Caritas della diocesi di Anagni-Alatri intende dare un aiuto concreto a tante famiglie in difficoltà, sabato 23 marzo ci sarà una raccolta alimentare straordinaria in molti supermercati dei vari centri del territorio diocesano. I supermercati che aderiscono saranno facilmente riconoscibili dalla seconda locandina che qui pubblichiamo di seguito e dunque… occhio a trovarli, come ci invita a fare la prima locandina: basta davvero poco per aiutare chi è in difficoltà. Quest’anno, inoltre, insieme ai volontari della Caritas è prevista la mobilitazione anche di tanti ragazzi della nostra Pastorale giovanile diocesana, per cui davanti ai supermercati potete trovarli, intenti a raccogliere le donazioni di alimenti non deperibili. Laddove non saranno presenti i volontari Caritas o i giovani, ci saranno comunque degli appositi carrelli della spesa per lasciare le donazioni alimentari. Nei giorni successivi alla raccolta, i pacchi di alimenti verranno distribuiti alle singole Caritas parrocchiali per i bisogni delle famiglie che assistono.

Il vescovo ai giovani: «Pensiamo alle croci del mondo»

«Cari giovani, vi chiedo di pensare alle croci del mondo. Noi che spesso siamo abituati a guardare solo a noi stessi, e poi succede come a Frosinone o come ad Anagni… Per noi l’importante è solo condannare e invece bisogna capire che il male è forte e che, se non stai attento, prima o poi il male lo prendi. Seguendo questa Croce, seguiamo un Uomo figlio di Dio, uomo fino in fondo, che non ha risposto alla violenza con la violenza. Noi siamo qui perché crediamo che la vera risposta al male è l’amore, la benevolenza, la mitezza, il perdono. Quando pensiamo ai nostri malanni, pensiamo invece alle tante croci che ci sono nel mondo: ai 60 migranti morti di fame e di sete su un barcone fatto solo di assi di legno e un po’ di gomma; alla guerra in Ucraina, ai morti di Gaza e a quelli attaccati da Hamas, ai 600mila profughi in un campo del Kenya. Ma pensiamo anche agli anziani soli nelle Rsa, ai poveracci per le strade, all’amico di scuola bullizzato. Basta con i lamenti e pensiamo invece a queste croci». Così il vescovo Ambrogio Spreafico ha introdotto, nella serata di venerdì 15 marzo, la Via Crucis dei giovani e giovanissimi, tenutasi ad Anagni e organizzata dalla Pastorale giovanile e vocazionale della diocesi. Sotto Porta Cerere si sono così ritrovati un centinaio di giovani e giovanissimi provenienti da diverse realtà della diocesi con i loro parroci, assieme ai seminaristi del vicino Leoniano, accompagnati da alcuni formatori, a un nutrito gruppo di suore, ma anche a diversi adulti che poi si sono uniti. Ogni “stazione” è stata “interpretata” proprio dai giovani dei diversi gruppi, con riflessioni e meditazioni mai banali, mai scontate, così da lasciare il segno in chi le ascoltava. Ed ecco allora, tanto per fare qualche esempio e proponendole volutamente in ordine sparso perché poi ognuno possa farne una sorta di collage, quanto meditato alla 5^ stazione, quando Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce, con le parole di un giovane che si fa Cireneo per il suo papà, in maniera davvero toccante: “Mio padre è stato un ragazzo come me, che forse vuole il mio ASCOLTO, soprattutto in questo tempo di assenza relazionale, in cui la comunicazione virtuale ha preso il posto del DIALOGO. Voglio pregare per lui, per le croci che porta, per i suoi atti d’amore, non pronunciati e manifestati, perché io un giorno possa essere un padre capace di mettermi a servizio della fragilità degli ultimi”. E altre parole, sempre così cariche di amore da parte dei figli, sono state poi dedicate anche alle madri. Oppure all’11^ – Gesù inchiodato alla Croce – laddove “per mezzo di un dono totale di amore, vengono inchiodati su quella croce, insieme a Cristo, tutti nostri peccati. Nel cammino fino al Calvario, nel peso della croce, nei segni della sofferenza, nei chiodi che trafiggono mani e piedi, è scritto l’amore misericordioso del Padre per noi.”. O alla 10^ stazione – Gesù spogliato delle vesti – a riflettere sul fatto che “la cattiveria degli uomini oggi ha spogliato Gesù delle vesti, come ogni giorno ci spoglia della pace dei cuori, quando veniamo presi in giro, traditi nelle confidenze che facciamo agli amici, giudicati e non capiti”. Alla 13^ stazione, quando Gesù è trafitto da una lancia, vederlo “ancora lì, sulla croce. Un uomo in carne ed ossa, con le sue fragilità, con le sue paure. Ti vedo Gesù in quella umanità che spesso dimentichiamo di riconoscere in te e di ricercare in noi stessi e negli altri, troppo presi da una vita che spinge sull’acceleratore, ciechi e sordi di fronte alle difficoltà e al dolore altrui”. O ancora, alla 12^ e a Gesù che muore in Croce, con altri ragazzi che così hanno invitato a meditare: “Tutto è compiuto, tutto sembra essere finito. La terra trema, intorno è buio. Quando Gesù manca nelle nostre vite, quando pensiamo di poter fare a meno di Lui, quando viviamo senza Dio, la terra trema, intorno è buio. Quando usiamo violenza contro gli altri, quando discriminiamo, quando escludiamo, la terra trema, intorno è buio. Quando facciamo guerra, uccidiamo, calpestiamo, la terra trema, intorno è buio. Ma Gesù ci ha amati tanto da donare a noi il suo ultimo alito di vita, affinché noi potessimo vivere del suo stesso respiro. Quel respiro è vita, è pace, è accoglienza, è dono, è consolazione, è amore”. Fino alla quattordicesima stazione, a Gesù posto nel sepolcro: “Nell’oscurità del sepolcro tutto sembra essere finito e davanti al Tuo corpo noi siamo impauriti, smarriti…accasciati al suolo senza un’umana speranza nel futuro…ma proprio in questa paura e incertezza si rivela il più grande atto d’amore della storia…l’amore di Chi, senza limite, si dona…Dio fa generosamente offerta di se stesso. Il Tuo amore ci illumina, la Tua croce ci ha insegnato che la salvezza passa attraverso la sofferenza e la sconfitta…le Tue parole di vita ci hanno fatto comprendere che più forte della morte è questo Tuo amore…ecco l’alba della Resurrezione! Il buio che avvolge i nostri affanni, le nostre speranze, i nostri dubbi non sarà più buio se abbiamo il coraggio di aprire il nostro cuore alla luce sfolgorante della Tua Resurrezione!”. E così, in maniera semplice e composta, i giovani – illuminati non solo dalle fiaccole posate a terra ma soprattutto dai loro cuori –  hanno percorso il centro storico di Anagni, passando tra coetanei come loro seduti ai tavolini dei locali all’aperto, incuriositi ma rispettosi; tra chi rincasava o accompagnava il cane fuori, fermandosi anche loro, forse colti un po’ di sorpresa, per una Padre nostro e un’Ave Maria; con le imposte degli antichi palazzo aperte di scatto sulla notte anagnina e su quel brusio di altre preghiere proveniente da uno “strano” corteo di ragazzi, alternato a grandi silenzi da toccare con mano. Fino a piazza Innocenzo III e al saluto finale di don Luca Fanfarillo, responsabile della Pastorale giovanile diocesana, a ricordare che quell’andare appresso ad una Croce può

La Via Crucis dei giovani e con i giovani

Si terrà venerdì prossimo 15 marzo la tradizionale Via Crucis diocesana dei giovani, con appuntamento ad Anagni, partenza alle 21 da Porta Cerere e quindi con le varie Stazioni che si snoderanno lungo il centro storico (in caso di pioggia si terrà invece nella vicina chiesa di San Giacomo). Organizzata dalla Pastorale giovanile e da quella vocazionale, coordinate rispettivamente da don Luca Fanfarillo e don Pierluigi Nardi, la Via Crucis di quest’anno ha un’importante novità: le riflessioni che accompagneranno i momenti di preghiera delle varie Stazioni, infatti, sono state preparate da alcuni gruppi parrocchiali di giovani di tutta la diocesi, coinvolti in questa ed altre iniziative dalla Consulta giovanile di recente costituzione; ad ogni gruppo è stata affidata una Stazione e quindi il canovaccio che ne verrà fuori sarà anche quello di uno spettro più ampio di riflessioni e sensibilità. La Consulta pastorale giovanile, come detto, è stata nominata di recente dal vescovo Ambrogio Spreafico ed è composta da Lorenza Castagnacci (Forania di Alatri), Carlo Cerasaro (Anagni), Camilla Cuva (Fiuggi), Elisa Finocchio (Anagni), Ilaria Fiorini (Alatri), Ludovica Paris (Fiuggi). Tra le prime iniziative prese e tuttora in corso c’è quella relativa al ciclo di incontri dal titolo “Lampada ai miei passi”, riservati ai giovani dai 19 ai 35 anni. Nei giorni scorsi, venerdì 8, si è tenuto ad Alatri uno di questi incontri, imperniato sul tema “Essere discepoli”. I prossimi incontri si terranno il 19 aprile, con la veglia vocazionale, e il 31 maggio, con luoghi e orari ancora da stabilire e che verranno resi noti attraverso media e social diocesani, ma anche la Via Crucis di Anagni a tutti gli effetti fa parte di questo percorso. di Igor Traboni (nelle foto: il manifesto della Via Crucis e alcuni membri della Consulta giovanile con il vescovo Spreafico e don Luca Fanfarillo)

Nominata la Consulta pastorale giovanile

Il vescovo Ambrogio Spreafico ha nominato i membri della Consulta pastorale giovanile. Ne fanno parte: Lorenza Castagnacci (Forania di Alatri), Carlo Cerasaro (Anagni), Camilla Cuva (Fiuggi), Elisa Finocchio (Anagni), Ilaria Fiorini (Alatri), Ludovica Paris (Fiuggi). Questa commissione coadiuverà il responsabile della pastorale giovanile, don Luca Fanfarillo, nelle varie iniziative pastorali, di incontro e di aggregazione dei ragazzi e dei giovani, per i ragazzi e per i giovani. Di fatto la commissione si è già messa all’opera con il varo del ciclo di incontri “Lampada ai miei passi – La Parola incontra la nostra vita”, il cui primo appuntamento – per i giovani dai 19 ai 35 anni –  è fissato per venerdì 26 gennaio, alle 21, presso la chiesa di Sant’Emidio e di cui trovate altre notizie sul sito internet e sui social della diocesi e sui social della pastorale giovanile diocesana. Ma tante altre iniziative sono in cantiere e puntualmente ve ne daremo conto. Nella foto, con il vescovo Ambrogio Spreafico e don Luca Fanfarillo e da sinistra a destra: Ilaria Fiorini, Elisa Finocchio, Camilla Cuva, Ludovica Paris. Al momento di questo scatto mancavano però Lorenza e Carlo per altri impegni, ma presto rimedieremo, presentando al completo tutta la squadra dei “magnifici 6”.

Per i giovani la proposta di un cammino sulla Parola di Dio

La Pastorale giovanile e quella vocazionale della nostra diocesi hanno organizzato un ciclo di incontri, dal titolo “Lampada ai miei passi”: un vero e proprio cammino sulla Parola di Dio rivolto per l’appunto ai giovani, dai 19 ai 35 anni. L’invito, cari giovani, è questo: la Parola incontra la vostra vita per ricevere luce e rendervi costruttori e protagonisti di un mondo migliore. Nella locandina trovate le date degli incontri. Le location e gli orari precisi verranno successivamente comunicati, anche attraverso il sito e i social della diocesi

Il vescovo Spreafico ai giovani: «Lasciamoci sorprendere dal Signore per essere luce in questo mondo»

La calligrafia per niente incerta, con lo stampatello ben chiaro nello scrivere a matita “Aiutami Signore e lasciami sorprendere ancora dalle piccole cose”, su uno dei tanti post-it poi deposti nella mangiatoia vuota e alla fine scambiati anonimamente tra tutti i partecipanti, quasi al termine della veglia di preghiera che lunedì 18 dicembre i giovani della diocesi di Anagni-Alatri hanno vissuto in preparazione al Natale, insieme al vescovo Ambrogio Spreafico. E proprio questo lasciarsi sorprendere è stato l’invito finale dell’intervento del vescovo, denso di spunti di riflessione: «Lasciamoci sorprendere dal Signore per essere luce in questo mondo. Cambiare il mondo dipende da ognuno di noi: se cambi te stesso, cambi il mondo in cui vivi e poi tutto il mondo». E sempre dal verbo “sorprendere”, che non a caso da transitivo talvolta diventa anche riflessivo, è partito il vescovo Spreafico per parlare a cuore aperto ai giovani che hanno riempito la chiesa Regina Pacis di Fiuggi, insieme a decine di educatori, sacerdoti e religiose, provenienti da diverse realtà parrocchiali della diocesi:  «Il Natale sorprende, perché il Figlio di Dio nasce senza nessuno, “perché per loro non c’era posto nell’alloggio”. E nasce da una donna giovane, venuta dal paese sconosciuto di Nazareth. Ma come è possibile tutto questo? Come mai è accaduto? Perché Dio sceglie i piccoli, gli umili, perché dal piccolo può nascere qualcosa che poi cambia il mondo. E invece in questo nostro mondo non ci si sorprende più, si fa tutto per abitudine, anche nei giorni prima di Natale con le nevrosi dell’ultimo regalo. E nessuno si sorprende più da questa nascita un po’ strana, misteriosa, inaspettata. Ma cosa cambia nella nostra vita con questa nascita? Certo, Lui era il Figlio di Dio, ma non aveva alcun “potere” all’interno dell’Impero romano; eppure, quando parla cambia la vita di chi lo ascolta, dei discepoli, degli apostoli, delle donne, dei poveri che lo seguivano, perché Lui era la Parola di Dio. E allora anche noi siamo chiamati ad ascoltare il Vangelo, perché crediamo che con la Parola qualcosa cambia anche nella nostra vita, perché il Vangelo ci dà vita, il Vangelo è contro corrente, come questo brano», ha aggiunto Spreafico riprendendo proprio un passo di Luca, declamato poco prima: “E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama”. E qui il vescovo ha rimarcato ai giovani come «la gloria di Dio dipende anche da me, da noi, è la pace sulla terra. Dio si gloria se noi siamo in pace. Invece in questo nostro mondo abbiamo la gloria dei potenti, che consiste solo nella vittoria sul nemico. E così abbiamo un mondo non pacifico, con tante guerre che neppure le conosciamo tutte. La gloria di Dio invece è la pace tra noi: nelle relazioni, nell’ascoltare l’altro, nel costruire un mondo dove vivere insieme con gli altri, non contro gli altri. Ma se non sei in pace, non sei felice: ti manca qualcosa! La guerra è morte sempre e in guerra non c’è mai distinzione tra le vittime. Però noi dobbiamo essere protagonisti di un mondo pacifico, del nostro futuro. E dobbiamo cominciare laddove ci troviamo: a scuola, in famiglia, tra gli amici, al lavoro, ascoltando gli altri e cercando di capirli, non giudicando, andando incontro a chi soffre, a chi si trova nel bisogno. E allora chiediamo al Signore che ci aiuti a trovare la pace, perché Lui ci chiede questo. Ognuno di noi sia protagonista della pace», ha chiuso con questo auspicio e invito il vescovo. La veglia, organizzata dalle Pastorali giovanile e vocazionale della diocesi, coordinate da don Luca Fanfarillo e don Pierluigi Nardi, ha vissuto altri momenti importanti, come l’adorazione silenziosa davanti al Santissimo, esposto sull’altare. O come il suggestivo scambio di post-it tra i partecipanti, cui abbiamo accennato all’inizio, tra un canto e l’altro, il tutto preparato dall’equipe giovani che nei prossimi giorni verrà ufficialmente nominata. E per finire, nei locali sottostanti la chiesa, un bel momento di convivialità, dolce e caldo, di panettoni e cioccolata fumante, offerto dalla comunità dei francescani di Regina Pacis. di Igor Traboni

Il vescovo ai giovani: «Siate luce, non rassegniamoci al buio!»

Sale per insaporire, luce per illuminare: possono sembrare due verbi scontati, sicuramente conseguenziali. Eppure, non lo sono affatto, se coniugati con le riflessioni che il vescovo Ambrogio Spreafico ha offerto nella serata di venerdì 24 novembre a circa duecento ragazzi delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino, ritrovatisi presso l’auditorium San Paolo, a Frosinone, ancora una volta insieme per il raduno interdiocesano dei giovani. Partendo dal discorso della montagna  e da quei due inviti “Voi siete sale della terra… voi siete luce del mondo”, il vescovo ha detto ai giovani «che è proprio quello che Gesù chiede a ognuno di noi, perché Lui crede di più in noi di quanto noi crediamo in noi stessi. E soprattutto crediamo poco che il mondo possa cambiare, siamo come rassegnati alla vita. Ma ricordiamoci che il mondo si costruisce insieme, perché se sei solo gli altri ti “mangeranno”.  Ma i prepotenti prima o poi cadranno, come è sempre successo nella storia. Dio abbatte i potenti e innalza gli umili!». Spreafico ha quindi esortato i giovani «ad essere sale della terra, quel sale che dà un sapore vero, come nei piatti della cucina ciociara! Gesù vorrebbe che ognuno di noi desse sapore alla vita degli altri, ma c’è gente insipida, che non sa di niente, non comunica umanità. Sapete perché c’è tanta gente arrabbiata, che manca di rispetto, prepotente? – ha continuato il vescovo calamitando ancor di più l’attenzione dei giovani presenti – Perché è gente senza sapore! Gente che si esalta sfrecciando a 180 all’ora sulla Casilina o con il nuovo smartphone da esibire con gli amici, perché anche questa dell’esibizionismo è un’altra costante dei nostri giorni. Ma questi egoisti non si accorgono che il male lo fanno prima a loro stessi. E la luce serve a farti vedere gli altri, non per esibirti, ma per brillare perché altri brillino in te, e in te vedano la luce di Dio! Ognuno di noi ha dentro l’impronta di Dio: se tu vedi nell’altro questa impronta, allora già cambi. La luce non va nascosta, altrimenti il nostro mondo continuerà a vivere con questa incapacità di vedersi, di guardarsi. Siamo tutti pronti a vedere nell’altro i difetti, ma perché non vediamo il bene? Se ognuno aiutasse gli altri a far vedere il bene, come sarebbe bello il mondo!». Da qui l’invito finale del vescovo Ambrogio: «Scegliete di fare luce e cogliere la luce che c’è negli altri! Proviamo a capire come possiamo essere luce, insieme, illuminandoci insieme. La luce dà speranza, aiuta a camminare, fa vedere gli altri. E gli altri hanno bisogno di luce, di speranza. Non rassegniamoci al buio!». La serata è poi proseguita con i giovani che si sono divisi in vari gruppi, guidati dai sacerdoti presenti e da alcuni giovani più… grandicelli, a seconda del colore dei braccialetti fosforescenti distribuiti poco prima, e insieme hanno elaborato dei pensieri relativi a cosa li fa brillare – questo il tema dell’incontro – e cosa invece li incupisce. Questi pensieri sono stati poi scritti su dei post-it e affissi su un grande pannello. Ed eccoli alcuni dei pensieri messi nero su bianco dai ragazzi, a partire da quello che li incupisce:  paura, delusione, insicurezza, perdita di umanità e contatto con le persone, ansia, mancanza di amore, giudizio degli altri, prepotenza, lamentele, indifferenza, incomprensioni, opinioni. Ed ecco invece ciò che li fa brillare, come hanno doppiamente testimoniato illuminando la sala con i telefonini ad ogni lettura di un post-it che corrispondeva loro: servizio, portare colore, curiosità, sorriso dei bambini, forza del bene agli altri e vedere il loro sorriso brillare, amore per il prossimo, amici, il sorriso degli altri, vedere le persone sorridere e felici anche se io sono triste, empatia, apertura, comunità. I giovani hanno anche preparato nei gruppi, e poi comunicato agli altri, delle “preghiere dei fedeli”, tutte molto profonde, niente affatto scontate, prima di recitare tutti insieme quella che il Padre ci ha insegnato (e molti tenendosi per mano). La serata si è avviata alla conclusione con altri spunti di riflessione offerti da don Francesco Paglia e don Tonino Antonetti  e  con un canto finale. Ma baci, abbracci, sorrisi e risate sono proseguiti anche una volta fuori dall’auditorium, in una notte così illuminata! di Igor Traboni

I giovani di Azione Cattolica in pellegrinaggio alla Santissima

Prima dell’inizio della scuola, il settore giovani dell’Azione Cattolica diocesana ha organizzato una bellissima iniziativa per tutti i giovani della diocesi di Anagni-Alatri. Tra sabato 9 e domenica 10 settembre, infatti, noi, un bel gruppo di giovani accompagnati da alcuni adulti. siamo partiti per un pellegrinaggio al Santuario della Santissima Trinità a Vallepietra. Zaini in spalla, nel pomeriggio di sabato 9 ci siamo ritrovati nella piazzetta del paese di Vallepietra.  Guidati nella preghiera iniziale da suor Cleopatra Subiaco, affidando alla Mamma celeste il cammino, noi giovani e adulti attraverso i sentieri di montagna, immersi nel verde e tra paesaggi suggestivi, siamo saliti fino al Santuario. Per me, che ero lì per la prima volta, è stata un’esperienza molto forte, veramente bella e formativa. Durante il percorso, sempre guidati da suor Cleopatra, abbiamo fatto tre tappe di riflessione partendo da alcuni brani del Vangelo. Prima tappa – Unica sostanza l’amore. Seconda tappa – Centralità della relazione. Terza tappa – In Gesù Cristo la Trinità è all’opera. Arrivati a destinazione, siamo entrati cantando nella cappellina della Santissima Trinità. Ad accoglierci c’era don Alberto Ponzi, Rettore del Santuario, che ci ha spiegato gli affreschi, creando un’atmosfera di fede e devozione che ci ha toccato il cuore. Dopo la preghiera comunitaria e un momento di raccoglimento, siamo usciti. Sono rimasto molto colpito dalla ritualità con cui si scendono i gradini della scala che porta al piazzale, camminando all’ indietro, senza mai dare le spalle all’immagine della Santissima Trinità. “Mai dare le spalle a Dio!” come dice don Alberto. Alla sistemazione degli zaini per la notte è seguita la cena: un buon piatto caldo di pasta, servito dai volontari del santuario e anche dal nostro caro don Alberto che ci ha dimostrato tanto affetto e considerazione. La cena fatta tutti insieme è stata una bella opportunità per condividere l’esperienza appena vissuta. Sotto un cielo stellato e nel silenzio del Santuario avvolto dalla notte, è iniziata la veglia di preghiera, con l’adorazione eucaristica, dal titolo dedicato al pellegrinaggio: “Tocco d’Amore… Effetto Domino”, guidata da don Alberto e suor Cleopatra. Il canto iniziale ha riempito di armonia il silenzio… “ … E canterò solo per te la mia più bella melodia. Che volerà nel cielo immenso. E griderò al mondo che un nuovo sole nascerà. Ed una musica di pace canterò…” Successivamente alla veglia, un altro momento toccante è stato il “passaggio” dei Ragazzi dell’ultimo anno Acr al gruppo Giovanissimi Ac. Questo momento era stato preparato con cura e creatività dagli educatori. I ragazzi del “passaggio”, infatti, sono stati invitati a scrivere su alcuni cartoni bianchi della pizza cosa si aspettavano di vivere nel gruppo dei più grandi e i giovanissimi a scrivere semplicemente il loro nome. Tra le molte aspettative non è mancato il desiderio e la voglia di fare nuove esperienze, di incontrare nuovi amici e di divertirsi insieme a loro. L’attività si è conclusa con un “domino” formato dai cartoni “compilati” dai ragazzi e dai giovani presenti, a significare il contagio e la trasmissione dell’amore di Gesù all’altro, all’altro, all’altro… con effetto domino. Infatti, “L’Effetto Domino”, è la proposta formativa che l’AC offre ai noi giovanissimi per quest’anno associativo. Al risveglio, dopo una notte piuttosto movimentata fino alle prime luci dell’alba, abbiamo condiviso la colazione e poi la Messa nel piazzale del Santuario.