Gli studenti di Guarcino “a lezione” su eremiti e monaci

Le classi 1^ e 2^ media di Guarcino, accompagnate dai docenti Gabriele Ritarossi, Ennia Rondinara, l’aec Lucia Giorgilli e dalla collaboratrice Giuliana, hanno vissuto una giornata di approfondimento sul monachesimo e gli eremiti. Gli studenti hanno percorso a piedi l’antica strada che da Guarcino fa capo all’Eremo di Sant’Agnello soffermandosi sia a Filette che all’Eremo di San Luca. Qui ad accogliere i ragazzi è stato don Maurizio Mariani, che sta vivendo questa esperienza eremitica. L’occasione è stata anche propizia per approfondire alcune tematiche di educazione civica sulla solidarietà, la cura dell’ambiente, la storia della comunità guarcinese. I ragazzi hanno posto a don Maurizio diverse domande e hanno così conosciuto più da vicino la storia di Sant’Agnello, patrono di Guarcino, e dell’eremo che nel ‘700 ha accolto il monaco. L’occasione di andare a piedi ha poi consentito anche di sperimentare un secondo tema approfondito durante l’ora di Religione e di Storia, ovvero quello dei pellegrinaggi. Così poi don Maurizio Mariani ha raccontato l’incontro con i ragazzi sul suo blog “Nel silenzio”: Questa mattina sono stati ospiti graditi dell’Eremo i ragazzi delle classi Prima e Seconda delle Scuole medie di Guarcino. Accompagnati dal loro professore di Religione, Gabriele Ritarossi – insieme all’insegnante Ennia Rondinara, alla collaboratrice scolastica Giuliana e all’assistente educativa Lucia Giorgilli – hanno compiuto un piccolo pellegrinaggio alla scoperta del patrono Sant’Agnello che si è concluso con un incontro con me, che da qualche settimana abito questo luogo di preghiera e silenzio. Sono stato felice di trascorrere questa mattinata con loro perché stimolato dalle loro domande ho potuto riflettere ancora una volta sul senso del mio stare qui. Al di là del silenzio e della preghiera, un eremo è anche un luogo di ospitalità. Accogliere in semplicità chi sale quassù, offrire un sorriso o un caffè, una parola buona o un ascolto incondizionato, una condivisione di preghiera o il sacramento della riconciliazione, fanno dell’eremo uno spazio di servizio agli uomini e alle donne in cammino nel mondo non tanto diverso da quello di una parrocchia. Questo silenzio, dunque, non è isolamento ma la possibilità di incontrare chiunque al centro del proprio cuore, lì dove abita il Dio che cerchiamo nella preghiera. Tempo fa ascoltavo la testimonianza di don Raffaele, sacerdote eremita sui monti lombardi, il quale individuava quattro caratteristiche della sua vita lassù: silenzio/solitudine, preghiera, lavoro e ospitalità. Oggi i ragazzi di Guarcino mi hanno aiutato a vivere quest’ultima dimensione e a tenere vivo il desiderio di stare qui, con occhi vigili e cuore aperto.
I ragazzi della media di Trivigliano al Centro Caritas “l’altra spesa”
Giovedì 21 marzo gli alunni della classe 2 media di Trivigliano, accompagnati dai docenti Valentina Cardinale, Agostina Agostini e Gabriele Ritarossi, hanno visitato il Centro diocesano Caritas “l’altra spesa “ e vissuto una mattinata di volontariato, sistemando il cibo organizzando gli scaffali dell’emporio e ascoltando l’intervento del direttore Caritas diocesano Piergiorgio Ballini. I ragazzi hanno potuto riflettere sull’importanza della solidarietà e dell’aiuto al prossimo, soprattutto in questo tempo di Quaresima e di carità e considerando che la nostra diocesi, su indicazione del vescovo Ambrogio Spreafico, ha impostato questo periodo forte dell’anno liturgico proprio su una Quaresima di carità. Erano presenti anche alcuni ragazzi del Servizio civile e dell’Unitalsi che si sono uniti in una mattinata di relazioni umane e di lavoro. L’iniziativa è stata inserita nel percorso di educazione civica dalle discipline di Lettere e Religione cattolica della scuola. I ragazzi sono stati poi raggiunti anche dal parroco di Trivigliano don Rosario Vitagliano. Al termine della mattinata, Piergiorgio Ballini ha così dichiarato: «Credo che in una società dove si è proiettati verso l’IO, in una società dove i bambini, gli adolescenti sono sempre più attratti da un mondo virtuale e asettico, una delle strade da percorrere insieme sia quello del servizio. Saper alzare lo sguardo verso il prossimo, avere la voglia di sporcarsi le mani e mettersi a disposizione di una società che ha bisogno di attenzione, amore e ascolto. Il servizio nella Caritas fa riscoprire il dono della gratuità … è bello donare senza aspettative… è bello scoprire che il messaggio che il mondo oggi vuole darci, che non si fa niente per niente non sia affatto vero! Grazie alla scuola media di Trivigliano e ai docenti che hanno voluto questa iniziativa creando una relazione e una rete con gli insegnanti e la scuola che è importante costruire. Giovedì è stato fatto il primo passo». Nelle foto, alcuni momenti della giornata
La montagna: dove Dio e l’uomo si incontrano

In quasi tutte le religioni la presenza delle montagne, come luogo di incontro fra Dio e l’uomo, diventa un simbolo. Le montagne nella Bibbia sono i luoghi scelti da Dio per manifestarsi. Vi è il monte Moria verso il quale Abramo sale con Isacco per offrirlo a Dio e dove incontra Dio che non vuole sacrifici umani. Mosè sale sul Sinai-Oreb ritenuti, per eccellenza, monti della rivelazione e incontra Dio. C’è quindi, e da sempre, un legame stretto tra la montagna, Dio e l’uomo. La montagna è un luogo dove si può trovare in silenzio e in preghiera un dialogo con Dio, avvicinandosi a Lui. La purezza del luogo, la natura incontaminata e i profumi del bosco ci liberano dai pensieri pesanti e negativi e ci danno sollievo per poter continuare la vita di tutti i giorni. Vivendo questa dimensione si possono imparare tante cose, il rispetto per il creato, tanto a cuore a papa Francesco e tema della sua enciclica ‶Laudato si’″, per gli animali, per la vita. Nel 2002 le Nazioni Unite hanno proclamato la “Giornata internazionale della montagna” e da allora ogni 11 dicembre la si festeggia, anche come preziosa occasione per riflettere sulla responsabilità che hanno gli uomini per tutelarla. La montagna regala esperienze uniche ed irrepetibili, si impara che ogni salita, semplice o complicata che sia, ha dentro di sé delle emozioni. La persona riscopre sé stessa anche nella forma più estrema; riscopre quella solitudine che aiuta a fortificare l’anima ed è un modo per guardarsi dentro. La montagna ci trasforma, ci aiuta a vivere e ad essere migliori ed è per questo che ha tutta questa magnificenza e contiene così tanti valori. Nella sua nudità ogni montagna ha tanto da dire…: insomma, è il luogo dove l’uomo si ritrova davanti al Signore. Salire in cima diventa allora la metafora dell’ascesi interiore che ognuno è chiamato a compiere. Raggiungere una vetta dopo grande fatica è un’esperienza liberante; ammirare il panorama dall’alto aiuta anche ad apprezzare la quotidianità e ad ammirare quella bellezza che tante volte dal basso non è nemmeno intuibile. Nel nostro territorio ci sono montagne che si ergono, maestose come la Monna, la Rotonaria, il Viglio, il Cotento e tante altre che, come grandi fari, ci ricordano che, pur essendo mute, ci parlano continuamente. E torna in mente quanto disse San Giovanni Paolo II: la montagna è “la via della contemplazione, non solo come strada maestra per fare esperienza del Mistero, ma anche quale condizione per umanizzare la nostra vita e i reciproci rapporti”. E non a caso il santo pontefice polacco più volte amò ritirarsi sulle nostre montagne, da quelle del santuario della Santissima Trinità a quelle attorno a Piglio. Emanuela Sabellico
Gli studenti della “Danti” di Tecchiena all’udienza del Papa

Una giornata indimenticabile quella vissuta mercoledì 13 marzo da decine di ragazzi della scuola media “Egnazio Danti” di Tecchiena che hanno partecipato all’udienza di papa Francesco. Nello specifico, sono stati coinvolti gli studenti delle 2A,2B,2C,2D, 2E. Ad accompagnarli la dirigente scolastica Raffaella Carrubba, con una delegazione del personale ATA e servizi generali amministrativi dell’istituto, unitamente ai docenti Marica Campoli, Mauro Bottini, Marco Evangelisti, Patrizia Rapone, Sonia Coratti, Federica Raponi, Silvana Lormini e Gabriele Ritarossi, questi ultimi due docenti di religione cattolica. La partecipazione all’udienza del papa da parte della scuola di Tecchiena è stata una occasione importante di crescita e di conoscenza per una esperienza unica nel suo genere, quale per l’appunto quella dell’incontro con il Pontefice, che ha consentito agli alunni di incontrare anche altre scolaresche e molte persone provenienti da diverse parti del mondo (Francia, Spagna, Germania, Stati Uniti), ma anche di scoprire un po’ più da vicino piazza san Pietro e la Città del Vaticano. La partecipazione all’udienza tra l’altro è capitata in un giorno davvero ricco di significati: undicesimo anniversario della elezione di papa Francesco al soglio pontificio e anniversario della Bolla pontificia con la quale papa Gregorio IX inviò all’allora vescovo di Alatri la certificazione dell’avvenuto miracolo eucaristico dell’Ostia incarnata, così che 796 anni dopo in qualche modo questo legame tra la città e il pontefice si è rinnovato. Va anche ricordato che il plesso di Tecchiena porta il nome di Egnazio Danti, il vescovo di Alatri che progettò lo studio per l’innalzamento dell’obelisco in piazza San Pietro. Al termine della mattinata, la dirigente scolastica Raffaella Carrubba ha espresso la sua soddisfazione con queste parole: «Gli studenti, insieme a me e ai docenti, hanno partecipato all’udienza papale in un’atmosfera solenne e carica di spiritualità. Ci sono stati momenti di gioia palpabile quando il Papa ha sorriso e benedetto i ragazzi, che hanno immortalato con i propri cellulari quel momento così commovente. Le diverse emozioni si sono avvicendate dentro ognuno di noi, creando un’esperienza unica di connessione spirituale. Esperienza che ricorderemo e che porteremo nel cuore».
Opportunità e sfide per gli insegnanti di religione

Il 6 febbraio scorso presso il Centro pastorale di Fiuggi si è svolto il secondo incontro del corso di aggiornamento per Insegnanti di Religione Cattolica e non. La dottoressa Serena Zurma (nella foto) è stata la relatrice di questo incontro molto interessante e ad accoglierla è stata la neo direttrice dell’Ufficio Scuola della diocesi di Anagni- Alatri, la prof.ssa Maria Elena Tagliaboschi, che ha preso il posto di Maria Pia Ippoliti. La Tagliaboschi è anche lei una donna molto competente, e con voce emozionata e con tanta semplicità si è presentata alla platea. Subito dopo ha lasciato la parola alla dottoressa Zurma che è psicologa-psicoterapeuta, presidente dell’A.Ge a Colleferro, vice presidente A.Ge Lazio e consigliere del direttivo A.Ge nazionale. L’A.Ge è l’Associazione Italiana Genitori, è nata nel 1968 e opera prevalentemente nella formazione dei genitori, negli organismi di partecipazione scolastica, nelle politiche della famiglia, dei media, dell’educazione, con il fine principale di promuovere quanto è necessario per il bene dei figli sotto il profilo sociale, culturale, etico, fisico e psicologico. La dott.ssa Zurma ha affrontato il tema dell’impegno educativo a scuola per capire le criticità, cogliere le opportunità e affrontarne le sfide che possono essere possibili ed ha esordito con una frase di Freud: “I mestieri più difficili in assoluto sono il genitore, l’insegnante e lo psicologo”. La scuola è l’ambiente di apprendimento per eccellenza, è luogo di relazioni e di socializzazione, è il luogo formativo non solo rispetto all’acquisizione di nozioni accademiche ma è uno spazio personale dove imparare a pensare, dove la relazione con l’altro diventa risorsa e strumento irrinunciabile per la costruzione della personalità individuale e per la formazione di competenze di comunicazione efficace e socializzazione. La Zurma ha ribadito più volte l’importanza della relazione tra adulto e ragazzo e come nella scuola vengano percorsi gli anni fondamentali della crescita dell’individuo e della sua formazione, attraverso un intreccio di affettività, di razionalità, di conoscenza. È stato molto piacevole ascoltare la relatrice che, con molta serenità, ha saputo esporre questo fenomeno della società contemporanea ed i docenti presenti hanno dimostrato di apprezzare la sua alta qualifica di preparazione. di Emanuela Sabellico
Gli alunni della “Danti” di Tecchiena studiano San Sisto

Presso l’Istituto comprensivo scolastico “Egnazio Danti “di Tecchiena, l’8, il 9 e il 10 gennaio scorsi le classi prima, seconda e terza delle sezioni C e D e prima e seconda della sezione E, hanno avuto modo di approfondire la figura di San Sisto I, patrono della città di Alatri e compatrono della diocesi di Anagni-Alatri, in occasione dell’892° anniversario della traslazione delle reliquie del pontefice da Roma ad Alatri e ora conservate nella Concattedrale, sul colle di Civita. Il progetto di approfondimento sulla tradizione religiosa della città e del suo patrimonio artistico e culturale è nata dalla proposta dell’insegnante di religione, il professor Gabriele Ritarossi, che ha coinvolto alcuni esperti di storia locale che hanno così incontrato gli studenti nell’ora di religione cattolica, durante le lezioni curriculari. Lunedì 8 gennaio è toccato all’avvocato Remo Costantini e a Giancarlo Rossi illustrare, attraverso dettagliati documenti storici, l’arrivo delle reliquie del santo patrono Sisto, settimo vescovo e pontefice della Chiesa cattolica. Martedì 9 Gennaio, invece, alcuni membri della confraternita di San Sisto hanno incontrato gli studenti dell’istituto di Tecchiena e a questi ha tenuto una relazione il segretario della confraternita, dottor Alfonso Coccia. Mercoledì 10 gennaio, infine, il giornalista e guida turistica Pietro Antonucci ha concluso il ciclo degli incontri ripercorrendo le date e i fatti prodigiosi della presenza di san sisto ad Alatri. Un appuntamento ben riuscito e apprezzato anche dal dirigente scolastico dottoressa Raffaella Carrubba che così si è espressa: «Iniziativa lodevole che ho accolto con entusiasmo perché la conoscenza del territorio e delle sue tradizioni accresce la nostra identità di cittadini e ci rafforza come comunità. Un ringraziamento al professor Ritarossi poiché, grazie all’interessante proposta, consente alle studentesse e agli studenti del mio istituto di avvicinarsi alle tradizioni e alla storia locale ‘guidati’ da esperti alatrensi appassionati». L’opportunità di questo ciclo di incontri consente inoltre di realizzare quella necessaria e auspicabile condivisione sul territorio, attraverso una rete di collaborazione che porta la scuola Egnazio Danti ad essere presente dentro la vita cittadina.
Via al corso per i docenti di religione

Giovedì 12 ottobre, presso il Centro pastorale di Fiuggi, si è svolto il primo incontro del percorso di aggiornamento “Il docente di religione figura di riferimento per l’ascolto e l’aiuto nella comunità scolastica”, rivolto agli insegnanti di religione e promosso dall’Ufficio scuola diocesano. Il relatore di questo primo incontro è stato il dirigente scolastico Gianni Guglielmi che, con la sua nota preparazione ma al contempo con grande naturalezza ed entusiasmo coinvolgente, ha esposto il tema catturando l’attenzione di tutti i presenti. Guglielmi ha così parlato della scuola come realtà da amare e in cui stare con passione e competenza; ha altresì sottolineato l’importanza della figura dell’insegnante di religione che deve aver cura delle persone della scuola; ha quindi tratteggiato l’ampia parentesi della depressione psicologica e del disagio emotivo post Covid che vivono studenti ed insegnanti, ma ha anche posto una domanda: da dove ripartire? Il relatore ha quindi citato lo psicopedagogista israeliano Reuven Feuerstein e il metodo da lui ideato. Il “metodo Feuerstein” parla di educazione e afferma che gli esseri umani sono modificabili e che la persona che sto educando è modificabile. Educare è prendersi cura dell’altro, aiutarlo nel discernimento facendo attenzione alle posture esistenziali, ovvero ai modi di fare. Bisogna fare attenzione all’altro: l’ascolto e l’empatia sono fondamentali, si deve avere una posizione di “io ci sono” in una distante prossimità usando la delicatezza e la fermezza, senza essere “adultescenti”. di Emanuela Sabellico
A San Giacomo di Anagni la Giornata diocesana della scuola

Domenica 17 settembre è stata celebrata la Giornata diocesana della scuola: la Chiesa ricorda così a tutte le persone della comunità scolastica che è loro vicina, perché le sta a cuore l’istruzione e la formazione dei piccoli e dei giovani. La nostra parrocchia di San Giacomo, ad Anagni, ha dedicato questa attenzione alla scuola nella celebrazione eucaristica, in particolare con la preghiera e attraverso dei segni. I ragazzi sono venuti a Messa portando con sé uno strumento scolastico particolarmente caro o significativo: lo zaino, il diario, i quaderni, il libro di qualche materia più faticosa da studiare, ecc. Don Francesco Frusone, il nostro parroco, ha ricordato quanto è prezioso il lavoro di tutti gli operatori scolastici (dirigenti, insegnanti, collaboratori), ed ha esortato all’alleanza necessaria e fondamentale tra la scuola e le famiglie. Abbiamo pregato perché i ragazzi crescano in “sapienza, età e grazia”, come Gesù fanciullo, e, nella preghiera universale, abbiamo ricordato i nostri insegnanti defunti. Dopo l’Eucarestia tutti gli studenti e gli insegnanti presenti sono saliti intorno all’altare, per chiedere al Padre di benedire ogni giorno del nuovo anno scolastico appena cominciato. I ragazzi in preghiera vicino alla Mensa del Signore, con la loro vivacità, con i loro zaini e quaderni colorati, sono stati un bel segno di Chiesa per la scuola. Silvia Anielli
Celebrata la Giornata diocesana della scuola

Domenica 17 settembre in molte parrocchie è stata celebrata la Giornata diocesana della scuola, momento tanto atteso in prossimità dell’inizio del nuovo anno scolastico. Durante la celebrazione eucaristica i parroci hanno benedetto gli zaini e il loro contenuto, dai libri ai quaderni. In tutte le parrocchie è stato questo un bel momento di incontro e di riflessione sulla scuola e la sua importanza fondamentale nella società. Oltre agli alunni e ai genitori, alle varie celebrazioni hanno partecipato anche molti insegnanti e personale vario che lavora nell’ambiente scolastico accanto ai ragazzi. (nella foto, un momento della celebrazione nella parrocchia di San Giovanni, ad Anagni)
A San Giacomo di Anagni la Giornata diocesana della scuola

Domenica 17 settembre è stata celebrata la Giornata diocesana della scuola: la Chiesa ricorda così a tutte le persone della comunità scolastica che è loro vicina, perché le sta a cuore l’istruzione e la formazione dei piccoli e dei giovani. La nostra parrocchia di San Giacomo, ad Anagni, ha dedicato questa attenzione alla scuola nella celebrazione eucaristica, in particolare con la preghiera e attraverso dei segni. I ragazzi sono venuti a Messa portando con sé uno strumento scolastico particolarmente caro o significativo: lo zaino, il diario, i quaderni, il libro di qualche materia più faticosa da studiare, ecc. Don Francesco Frusone, il nostro parroco, ha ricordato quanto è prezioso il lavoro di tutti gli operatori scolastici (dirigenti, insegnanti, collaboratori), ed ha esortato all’alleanza necessaria e fondamentale tra la scuola e le famiglie. Abbiamo pregato perché i ragazzi crescano in “sapienza, età e grazia”, come Gesù fanciullo, e, nella preghiera universale, abbiamo ricordato i nostri insegnanti defunti. Dopo l’Eucarestia tutti gli studenti e gli insegnanti presenti sono saliti intorno all’altare, per chiedere al Padre di benedire ogni giorno del nuovo anno scolastico appena cominciato. I ragazzi in preghiera vicino alla Mensa del Signore, con la loro vivacità, con i loro zaini e quaderni colorati, sono stati un bel segno di Chiesa per la scuola.