Il vescovo Spreafico ai giovani: «Lasciamoci sorprendere dal Signore per essere luce in questo mondo»
La calligrafia per niente incerta, con lo stampatello ben chiaro nello scrivere a matita “Aiutami Signore e lasciami sorprendere ancora dalle piccole cose”, su uno dei tanti post-it poi deposti nella mangiatoia vuota e alla fine scambiati anonimamente tra tutti i partecipanti, quasi al termine della veglia di preghiera che lunedì 18 dicembre i giovani della diocesi di Anagni-Alatri hanno vissuto in preparazione al Natale, insieme al vescovo Ambrogio Spreafico. E proprio questo lasciarsi sorprendere è stato l’invito finale dell’intervento del vescovo, denso di spunti di riflessione: «Lasciamoci sorprendere dal Signore per essere luce in questo mondo. Cambiare il mondo dipende da ognuno di noi: se cambi te stesso, cambi il mondo in cui vivi e poi tutto il mondo». E sempre dal verbo “sorprendere”, che non a caso da transitivo talvolta diventa anche riflessivo, è partito il vescovo Spreafico per parlare a cuore aperto ai giovani che hanno riempito la chiesa Regina Pacis di Fiuggi, insieme a decine di educatori, sacerdoti e religiose, provenienti da diverse realtà parrocchiali della diocesi: «Il Natale sorprende, perché il Figlio di Dio nasce senza nessuno, “perché per loro non c’era posto nell’alloggio”. E nasce da una donna giovane, venuta dal paese sconosciuto di Nazareth. Ma come è possibile tutto questo? Come mai è accaduto? Perché Dio sceglie i piccoli, gli umili, perché dal piccolo può nascere qualcosa che poi cambia il mondo. E invece in questo nostro mondo non ci si sorprende più, si fa tutto per abitudine, anche nei giorni prima di Natale con le nevrosi dell’ultimo regalo. E nessuno si sorprende più da questa nascita un po’ strana, misteriosa, inaspettata. Ma cosa cambia nella nostra vita con questa nascita? Certo, Lui era il Figlio di Dio, ma non aveva alcun “potere” all’interno dell’Impero romano; eppure, quando parla cambia la vita di chi lo ascolta, dei discepoli, degli apostoli, delle donne, dei poveri che lo seguivano, perché Lui era la Parola di Dio. E allora anche noi siamo chiamati ad ascoltare il Vangelo, perché crediamo che con la Parola qualcosa cambia anche nella nostra vita, perché il Vangelo ci dà vita, il Vangelo è contro corrente, come questo brano», ha aggiunto Spreafico riprendendo proprio un passo di Luca, declamato poco prima: “E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama”. E qui il vescovo ha rimarcato ai giovani come «la gloria di Dio dipende anche da me, da noi, è la pace sulla terra. Dio si gloria se noi siamo in pace. Invece in questo nostro mondo abbiamo la gloria dei potenti, che consiste solo nella vittoria sul nemico. E così abbiamo un mondo non pacifico, con tante guerre che neppure le conosciamo tutte. La gloria di Dio invece è la pace tra noi: nelle relazioni, nell’ascoltare l’altro, nel costruire un mondo dove vivere insieme con gli altri, non contro gli altri. Ma se non sei in pace, non sei felice: ti manca qualcosa! La guerra è morte sempre e in guerra non c’è mai distinzione tra le vittime. Però noi dobbiamo essere protagonisti di un mondo pacifico, del nostro futuro. E dobbiamo cominciare laddove ci troviamo: a scuola, in famiglia, tra gli amici, al lavoro, ascoltando gli altri e cercando di capirli, non giudicando, andando incontro a chi soffre, a chi si trova nel bisogno. E allora chiediamo al Signore che ci aiuti a trovare la pace, perché Lui ci chiede questo. Ognuno di noi sia protagonista della pace», ha chiuso con questo auspicio e invito il vescovo. La veglia, organizzata dalle Pastorali giovanile e vocazionale della diocesi, coordinate da don Luca Fanfarillo e don Pierluigi Nardi, ha vissuto altri momenti importanti, come l’adorazione silenziosa davanti al Santissimo, esposto sull’altare. O come il suggestivo scambio di post-it tra i partecipanti, cui abbiamo accennato all’inizio, tra un canto e l’altro, il tutto preparato dall’equipe giovani che nei prossimi giorni verrà ufficialmente nominata. E per finire, nei locali sottostanti la chiesa, un bel momento di convivialità, dolce e caldo, di panettoni e cioccolata fumante, offerto dalla comunità dei francescani di Regina Pacis. di Igor Traboni
Il vescovo ai giovani: «Siate luce, non rassegniamoci al buio!»
Sale per insaporire, luce per illuminare: possono sembrare due verbi scontati, sicuramente conseguenziali. Eppure, non lo sono affatto, se coniugati con le riflessioni che il vescovo Ambrogio Spreafico ha offerto nella serata di venerdì 24 novembre a circa duecento ragazzi delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino, ritrovatisi presso l’auditorium San Paolo, a Frosinone, ancora una volta insieme per il raduno interdiocesano dei giovani. Partendo dal discorso della montagna e da quei due inviti “Voi siete sale della terra… voi siete luce del mondo”, il vescovo ha detto ai giovani «che è proprio quello che Gesù chiede a ognuno di noi, perché Lui crede di più in noi di quanto noi crediamo in noi stessi. E soprattutto crediamo poco che il mondo possa cambiare, siamo come rassegnati alla vita. Ma ricordiamoci che il mondo si costruisce insieme, perché se sei solo gli altri ti “mangeranno”. Ma i prepotenti prima o poi cadranno, come è sempre successo nella storia. Dio abbatte i potenti e innalza gli umili!». Spreafico ha quindi esortato i giovani «ad essere sale della terra, quel sale che dà un sapore vero, come nei piatti della cucina ciociara! Gesù vorrebbe che ognuno di noi desse sapore alla vita degli altri, ma c’è gente insipida, che non sa di niente, non comunica umanità. Sapete perché c’è tanta gente arrabbiata, che manca di rispetto, prepotente? – ha continuato il vescovo calamitando ancor di più l’attenzione dei giovani presenti – Perché è gente senza sapore! Gente che si esalta sfrecciando a 180 all’ora sulla Casilina o con il nuovo smartphone da esibire con gli amici, perché anche questa dell’esibizionismo è un’altra costante dei nostri giorni. Ma questi egoisti non si accorgono che il male lo fanno prima a loro stessi. E la luce serve a farti vedere gli altri, non per esibirti, ma per brillare perché altri brillino in te, e in te vedano la luce di Dio! Ognuno di noi ha dentro l’impronta di Dio: se tu vedi nell’altro questa impronta, allora già cambi. La luce non va nascosta, altrimenti il nostro mondo continuerà a vivere con questa incapacità di vedersi, di guardarsi. Siamo tutti pronti a vedere nell’altro i difetti, ma perché non vediamo il bene? Se ognuno aiutasse gli altri a far vedere il bene, come sarebbe bello il mondo!». Da qui l’invito finale del vescovo Ambrogio: «Scegliete di fare luce e cogliere la luce che c’è negli altri! Proviamo a capire come possiamo essere luce, insieme, illuminandoci insieme. La luce dà speranza, aiuta a camminare, fa vedere gli altri. E gli altri hanno bisogno di luce, di speranza. Non rassegniamoci al buio!». La serata è poi proseguita con i giovani che si sono divisi in vari gruppi, guidati dai sacerdoti presenti e da alcuni giovani più… grandicelli, a seconda del colore dei braccialetti fosforescenti distribuiti poco prima, e insieme hanno elaborato dei pensieri relativi a cosa li fa brillare – questo il tema dell’incontro – e cosa invece li incupisce. Questi pensieri sono stati poi scritti su dei post-it e affissi su un grande pannello. Ed eccoli alcuni dei pensieri messi nero su bianco dai ragazzi, a partire da quello che li incupisce: paura, delusione, insicurezza, perdita di umanità e contatto con le persone, ansia, mancanza di amore, giudizio degli altri, prepotenza, lamentele, indifferenza, incomprensioni, opinioni. Ed ecco invece ciò che li fa brillare, come hanno doppiamente testimoniato illuminando la sala con i telefonini ad ogni lettura di un post-it che corrispondeva loro: servizio, portare colore, curiosità, sorriso dei bambini, forza del bene agli altri e vedere il loro sorriso brillare, amore per il prossimo, amici, il sorriso degli altri, vedere le persone sorridere e felici anche se io sono triste, empatia, apertura, comunità. I giovani hanno anche preparato nei gruppi, e poi comunicato agli altri, delle “preghiere dei fedeli”, tutte molto profonde, niente affatto scontate, prima di recitare tutti insieme quella che il Padre ci ha insegnato (e molti tenendosi per mano). La serata si è avviata alla conclusione con altri spunti di riflessione offerti da don Francesco Paglia e don Tonino Antonetti e con un canto finale. Ma baci, abbracci, sorrisi e risate sono proseguiti anche una volta fuori dall’auditorium, in una notte così illuminata! di Igor Traboni
I giovani di Azione Cattolica in pellegrinaggio alla Santissima
Prima dell’inizio della scuola, il settore giovani dell’Azione Cattolica diocesana ha organizzato una bellissima iniziativa per tutti i giovani della diocesi di Anagni-Alatri. Tra sabato 9 e domenica 10 settembre, infatti, noi, un bel gruppo di giovani accompagnati da alcuni adulti. siamo partiti per un pellegrinaggio al Santuario della Santissima Trinità a Vallepietra. Zaini in spalla, nel pomeriggio di sabato 9 ci siamo ritrovati nella piazzetta del paese di Vallepietra. Guidati nella preghiera iniziale da suor Cleopatra Subiaco, affidando alla Mamma celeste il cammino, noi giovani e adulti attraverso i sentieri di montagna, immersi nel verde e tra paesaggi suggestivi, siamo saliti fino al Santuario. Per me, che ero lì per la prima volta, è stata un’esperienza molto forte, veramente bella e formativa. Durante il percorso, sempre guidati da suor Cleopatra, abbiamo fatto tre tappe di riflessione partendo da alcuni brani del Vangelo. Prima tappa – Unica sostanza l’amore. Seconda tappa – Centralità della relazione. Terza tappa – In Gesù Cristo la Trinità è all’opera. Arrivati a destinazione, siamo entrati cantando nella cappellina della Santissima Trinità. Ad accoglierci c’era don Alberto Ponzi, Rettore del Santuario, che ci ha spiegato gli affreschi, creando un’atmosfera di fede e devozione che ci ha toccato il cuore. Dopo la preghiera comunitaria e un momento di raccoglimento, siamo usciti. Sono rimasto molto colpito dalla ritualità con cui si scendono i gradini della scala che porta al piazzale, camminando all’ indietro, senza mai dare le spalle all’immagine della Santissima Trinità. “Mai dare le spalle a Dio!” come dice don Alberto. Alla sistemazione degli zaini per la notte è seguita la cena: un buon piatto caldo di pasta, servito dai volontari del santuario e anche dal nostro caro don Alberto che ci ha dimostrato tanto affetto e considerazione. La cena fatta tutti insieme è stata una bella opportunità per condividere l’esperienza appena vissuta. Sotto un cielo stellato e nel silenzio del Santuario avvolto dalla notte, è iniziata la veglia di preghiera, con l’adorazione eucaristica, dal titolo dedicato al pellegrinaggio: “Tocco d’Amore… Effetto Domino”, guidata da don Alberto e suor Cleopatra. Il canto iniziale ha riempito di armonia il silenzio… “ … E canterò solo per te la mia più bella melodia. Che volerà nel cielo immenso. E griderò al mondo che un nuovo sole nascerà. Ed una musica di pace canterò…” Successivamente alla veglia, un altro momento toccante è stato il “passaggio” dei Ragazzi dell’ultimo anno Acr al gruppo Giovanissimi Ac. Questo momento era stato preparato con cura e creatività dagli educatori. I ragazzi del “passaggio”, infatti, sono stati invitati a scrivere su alcuni cartoni bianchi della pizza cosa si aspettavano di vivere nel gruppo dei più grandi e i giovanissimi a scrivere semplicemente il loro nome. Tra le molte aspettative non è mancato il desiderio e la voglia di fare nuove esperienze, di incontrare nuovi amici e di divertirsi insieme a loro. L’attività si è conclusa con un “domino” formato dai cartoni “compilati” dai ragazzi e dai giovani presenti, a significare il contagio e la trasmissione dell’amore di Gesù all’altro, all’altro, all’altro… con effetto domino. Infatti, “L’Effetto Domino”, è la proposta formativa che l’AC offre ai noi giovanissimi per quest’anno associativo. Al risveglio, dopo una notte piuttosto movimentata fino alle prime luci dell’alba, abbiamo condiviso la colazione e poi la Messa nel piazzale del Santuario.
I nostri giovani alla veglia ecumenica con il Papa
Il Papa chiama e i giovani rispondono, compresi quelli delle nostre diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino. L’appuntamento voluto da papa Francesco è per sabato 30 settembre a Roma per la veglia di preghiera ecumenica con i giovani di tutta Europa. “Togheter” è il titolo scelto per questo grande appuntamento, alla presenza come detto di papa Francesco ma anche di rappresentanti di diverse Chiese, uniti nella lode e nel silenzio, nell’ascolto della Parola. Era stato lo stesso pontefice ad annunciare la veglia, al termine della preghiera dell’Angelus del 15 gennaio scorso, con queste parole: “Il cammino per l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa sono legati. Colgo questa occasione per annunciare che sabato 30 settembre prossimo, in piazza San Pietro, avrà luogo una veglia ecumenica di preghiera con la quale affideremo i lavori della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Per i giovani che vengono alla veglia, ci sarà un programma speciale in tutto quel fine settimana, a cura della comunità di Taizé. Fin d’ora invito i fratelli e sorelle di tutte le confessione cristiane a partecipare a questo incontro del popolo di Dio”. E a Roma, come detto, ci saranno anche i nostri ragazzi, grazie all’operato unitario delle pastorali giovanili e vocazionali delle due diocesi. Si andrà e tornerà in treno secondo gli orari che troverete nei manifesti qui riportati, con partenze da Frosinone e da Anagni, a seconda delle parrocchie e dei paesi di provenienza. Sicuramente ci sarà la gran parte dei ragazzi che esattamente un mese fa a Lisbona ha partecipato alla Giornata mondiale della gioventù, anche lì incontrando il Papa
Il vocabolario dell’amore dei nostri giovani Gmg
Sono tornati! Nel pomeriggio di mercoledì 9 agosto i nostri “magnifici 53” pellegrini, ovvero i giovani e i loro accompagnatori delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino che hanno fatto esperienza della Gmg a Lisbona, sono tornati a casa. Li abbiamo seguiti con i nostri social e già ringraziati per tutto quello che ci hanno dato e fatto vedere, attraverso il filtro di foto e video per niente… filtrati, perché espressione dei loro cuori. Ma, come se non bastasse, questi ragazzi ci fanno un ulteriore regalo: invitati a scrivere in chat tre parole-simbolo di quello che si portano dalla Gmg – e che intendono ora portare nelle rispettive comunità, ma anche a casa, a scuola, all’università, al lavoro – i nostri giovani sorprendono ancora una volta, scrivendo un vocabolario bellissimo. Fede, speranza, amicizia, gioia sono i termini più gettonati (e quindi non sempre li ripeteremo di seguito) come è normale e rappresentativo che sia, ma dal cuore e dalla mente di questi giovani escono altre immagini bellissime, come su una tavolozza con cento colori. Ecco allora Emilia, che ricorda i sorrisi, la musica e il coraggio; oppure Eli, che mette in evidenza la comunità, la condivisione, la famiglia, con questi ultimi due termini ripresi anche da Maia; mentre Ilaria declina tutto al plurale, un po’ come il “todos, todos, todos” di Papa Francesco, e scrive di amicizie, speranze, sorrisi. Particolari anche i pensieri che ci regala Rob: scoperta, riflessione, accoglienza; come quelli di Michela: incontro, sogno. Per Leonardo, la Gmg ha significato soprattutto impegno, strada, ascolto. Torna sul concetto di comunità anche Anna Laura, assieme a quello non meno importante del dialogo, che Chiara B. identifica anche nell’unità. Quello della serenità è un altro bel concetto che esprime es, mentre Betta, Fede e Leobell ci portano, perché no? anche sui sentieri dell’avventura e Alvs in quelli del viaggio; Ilaria F. e Camilla C. rimarcano anche il valore, troppo spesso dimenticato, della vita; Rachele R. tratteggia l’alleggerirsi, l’unione, il credere. Don Francesco F. racconta anche della luce, così come fanno Rachi e Flavia; mentre emozioni, scoperte, speranze sono le parole di Dario e meraviglia e cammino quelle di Elisa F. Per suor Silva, Lisbona ha significato in particolare universalità, felicità e missione; Virgilio ci parla di fraternità e sacrificio, Emiliano anche di rinascita; Federica ci dice di aver trovato un tesoro; Ale ci rammenta l’importanza dell’inclusione e Simone del ripartire, Sam della scoperta. Un altro giovane, rappresentato in chat da una nuvoletta, esprime novità e stupore, mentre Giulia D. evidenzia affetto, servizio e consapevolezza. Brillare, capire, non temere sono i flash che ci lascia Isa. Di bellezza ci parla Simona M. Di svolta Oc. Di inizio un ragazzo che non si firma in chat. Per Saturn la cartolina della Gmg è quella di un unico cuore in comune con 53 compagni. Sul coraggio tornano Tom e Lorenzo A. Tante emozioni per Jade e una bella ventata di freschezza per Chiara C. E per tutti noi, grazie a voi cari ragazzi. di Igor Traboni
Il saluto affettuoso del vescovo Ambrogio ai giovani Gmg: ci fate sognare…
Il vescovo Ambrogio, che ha seguito passo dopo passo il pellegrinaggio dei nostri giovani alla Gmg, ha inviato loro questo messaggio: «Siate ragazze e ragazzi che ci fanno sognare e costruire un mondo di donne e uomini che sanno vivere insieme, condividendo fatiche, dolori e speranze volendosi bene. Un abbraccio a tutti. Con affetto, il vostro vescovo Ambrogio». I ragazzi a loro volta hanno omaggiato mons. Spreafico, nel ringraziarlo per la vicinanza, con un video dei momenti più significativi del pellegrinaggio. Il video potete vederlo sul profilo Instagram della diocesi di Anagni-Alatri.
Grazie ragazzi. Per averci portato con voi alla Gmg…
Stupenda, meravigliosa, fantastica. Rientrano tutti nella gamma del “bello”, che poi conduce alla sola Bellezza per cui valga la pena vivere, gli aggettivi che stanno usando i nostri giovani partecipanti alla Gmg per descrivere l’esperienza di Lisbona e l’incontro con Papa Francesco e i suoi inviti a darsi all’amore e con amore («Solo l’amore di Dio è gratis»). Ma anche l’amicizia con decine tra le centinaia di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo; ma anche l’amicizia rinsaldata tra già chi si conosceva e i nuovi legami stretti tra questi 53 giovani pellegrini provenienti dai posti più diversi delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino. E le lunghe ore sul pullman, stancanti certo, ma sempre con il sorriso sul volto e il “pieno” fatto con le catechesi itineranti curate dai due don Francesco e dai seminaristi. Abbiamo provato a seguirli a distanza e, soprattutto su alcuni social più in voga tra i giovani, anche passo passo, grazie alle foto, ai video, alle parole che ci hanno inviato strada facendo, attenti però a non disturbarli troppo e a non farli stare sempre “appiccicati” ai telefonini, in questa Gmg che è una esperienza di incontri, di volti, di persone guardate in faccia: tutte quelle “cose” autentiche che riempiono la vita, come spesso ama ripetere il nostro vescovo Ambrogio. E di tante foto già pubblicate, abbiamo ora deciso di prenderne solo due, che però ci sembrano un po’ riassumere il senso di questo pellegrinaggio. E del pellegrinaggio della vita che questi giovani, possibilmente e auspicabilmente con accanto noi adulti, continueranno a fare. Nella prima foto questi ragazzi vanno incontro al sole, alla vita, uno accanto all’altro. Nella seconda foto, invece, alcuni di loro portano i cestini del pranzo a sacco anche per i loro amici: servizio e gratuità! E non importa se in queste due immagini non li vediamo in faccia: quello che conta è guardarsi nei cuori. E questi giovani “manutentori di sogni”, come ha ricordato il Papa, sanno farlo. Più di qualcuno, anche un po’ polemicamente e ingiustamente, si è chiesto dove sono poi nelle chiese, sempre un po’ più vuote, questo milione e mezzo di ragazzi presenti a Lisbona, compresi i 65mila italiani. A ben vedere, e a contare meglio, sono nella vita delle parrocchie, nei movimenti, nelle associazioni, sotto il sole a preparare i Grest, nelle aule fredde d’inverno del catechismo. Proprio come i nostri “magnifici 53”: sulla strada, incontro al sole e alla vita; oppure a caricarsi i sacchi (le fatiche, le delusioni, ma anche le gioie e le speranze) dei loro amici. di Igor Traboni
Un filo spirituale tra Lisbona, Trivigliano e Filettino
Un filo spirituale tra la nostra diocesi, e i ragazzi rimasti qui, e la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona, con la delegazione di pellegrini lì presente assieme ad un gruppo di coetanei della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino. Un filo spirituale che si dipana da Trivigliano e Filettino e arriva per l’appunto nella capitale portoghese. Partiamo da Trivigliano, dove la parrocchia guidata da don Rosario Vitagliano per la serata di sabato 5 agosto ha organizzato la visione della diretta tv della veglia di preghiera guidata da papa Francesco in quel di Lisbona. Ci si ritroverà alle 21 nel salone di sant’Anna ma attenzione perché – ed ecco l’altra bella notizia – pochi minuti prima dell’inizio della veglia i giovami presenti a Trivigliano saluteranno in collegamento i coetanei della diocesi pellegrini a Lisbona. Passiamo a Filettino, nella parrocchia di Santa Maria Assunta, guidata da don Pierluigi Nardi. Sabato 5 agosto i giovani del paese si ritroveranno alle 18.30 davanti alla chiesa della Santissima Trinità e poi processionalmente si recheranno fino alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, dove verrà celebrata la Messa, momento di massima unione con i giovani di tutto il mondo.
I giovani pellegrini Gmg sono arrivati in Portogallo, accolti dalla Madonna di Fatima
Dopo una marcia di avvicinamento durata due giorni, con soste per la notte ad Avignone e a Madrid, nella giornata di giovedì 3 agosto i giovani pellegrini Gmg delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino sono finalmente arrivati in Portogallo! I “magnifici 53” sono stati accolti dal clima torrido e dal panorama a lunghi tratti un po’ brullo della terra lusitana, ma soprattutto dal manto protettivo della Vergine di Fatima. Proprio al santuario mariano tra i più visitati al mondo, infatti, i nostri pellegrini hanno fatta tappa, per un primo abbraccio con la grande spiritualità e l‘ondata di fede che permea anche la Giornata mondale della gioventù 2023 e che vivrà tanti momenti intensi e importanti a Lisbona. Proprio alla Vergine di Fatima, infatti, papa Francesco ha affidato questa Giornata e al santuario tornerà sabato, per raccogliersi in preghiera. Purtroppo non c’è stato il tempo per celebrare Messa, ma molti giovani pellegrini si sono raccolti nella grotta delle apparizioni, portando le preghiere di affidamento a Maria di tanti coetanei e familiari rimasti a casa. Anche a Fatima c’è stato poi l’ormai solito tripudio di bandiere da tutto il mondo, con feste e canti in varie lingue (ma l’Inno di Mameli è stato decisamente tra i più gettonati e… urlati!). I giovani pellegrini hanno quindi fatto tappa verso Lisbona e più precisamente su Sintra, sobborgo non distante dalla capitale portoghese che poi nella mattinata di venerdì 4 agosto è stata raggiunta in treno, dove avranno la base logistica in una scuola per questi giorni di permanenza alla Gmg. Anche qui, nelle strade e poi in alcuni locali prima della compieta e poi della… ninna nei sacchi a pelo, è stato tutto un incontrarsi con altri giovani festanti dell’Italia e di altre nazioni. I nostri ragazzi si stanno inoltre preparando al meglio, con delle catechesi itineranti condotte sul bus dai due don Francesco (Frusone e Paglia), da suor Silva e dai seminaristi Lorenzo 1, Lorenzo 2 e Federico, come ad esempio quella sul giovane ricco. Prezioso anche l’apporto, soprattutto nella logistica, dei più “grandicelli” del gruppo, ad iniziare da Andrea, che peraltro, insieme a Carlo, ringraziamo di cuore per l’inoltro di foto e video a chi scrive, un “portoghese” nel senso che si è… infilato in questa Gmg pur senza parteciparvi fisicamente. Foto e video che potete trovare soprattutto sul profilo e sulle storie Instagram di questa diocesi, ma anche della diocesi frusinate, delle pastorali giovanili delle due diocesi e del centro diocesano vocazioni di Frosinone. di Igor Traboni
Lisbona, stiamo arrivando! Il pellegrinaggio dei nostri ragazzi verso la Gmg
Tutto è iniziato all’alba del primo agosto: gli occhi ancora un po’ socchiusi per il sonno ma il cuore già aperto per questa grande esperienza, le T-shirt colorate e il desiderio di rendere soprattutto la vita a colori, un’ultima occhiata allo zaino “forse però ho dimenticato il dentifricio… ma chi se ne importa, me lo faccio prestare”, un abbraccio agli amici che già si conoscono e un primo saluto a quelli nuovi, che poi diventeranno pure questi volti dell’amicizia come fosse da sempre: così 53 ragazzi delle diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri, compresi alcuni accompagnatori, si sono messi in viaggio – ma più corretto sarebbe dire IN PELLEGRINAGGIO – alla volta di Lisbona, per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù, per incontrare papa Francesco e centinaia di migliaia di coetanei da tutto il mondo. Il primo giorno di viaggio è scivolato tra Italia a Francia senza troppi intoppi: canti e preghiere sul torpedone, compresi alcuni momenti di catechesi guidati da don Francesco Paglia e don Francesco Frusone; ma anche quello che succede in ogni viaggio (pardon: PELLEGRINAGGIO) che si rispetti: parlare con il vicino, con quello dietro o avanti, scambiarsi di posto, insomma: fare amicizia! Qualche sosta lungo il nastro d’asfalto autostradale, foto-ricordo da mandare a casa, agli amici o da destinare ai social, sempre con un uso estremamente corretto di questi mezzi. E qualche scatto da inviare pure a quel… rompiscatole del giornalista delle comunicazioni sociali per i media e i social diocesani, perché anche chi resta a casa possa seguire questo PELLEGRINAGGIO con tanti post e storie su Instagram, Facebook e Twitter (e grazie ad Andrea, Carlo e agli altri che si aggiungeranno e che già stanno inviando e continueranno ad inviare materiale). In serata l’arrivo ad Avignone, la sistemazione in ostello, la cena e poi, per le strade della città dei papi, l’onda allegra di centinaia di coetanei provenienti da altre zone d’Italia, dalla Croazia e ovviamente dalla Francia, primo assaggio di quell’incontro di visi, volti, abbracci, speranze, preghiere, attese, trepidazioni, che poi esploderà a Lisbona. E all’alba di mercoledì 2 agosto si riparte, per altri mille km circa verso la capitale portoghese ma soprattutto verso l’incontro con Gesù, l’unico che può cambiare la vita. Buon PELLEGRINAGGIO ragazzi! di Igor Traboni