Servizio civile con la Caritas: ecco il progetto della diocesi di Anagni-Alatri

Il progetto si colloca in linea con la cornice generale del programma “La rete della Carità 2023 – Lazio ”, condividendo le sfide sociali di cui esso si fa promotore e attraverso la sua azione si cerca di contrastare le diverse forme di emarginazione sociale presenti ed evidenti sul territorio oggetto di progettazione, rispondendo alle sollecitazioni degli obiettivi 1 e 3 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, collocando il suo ambito di azione nel “Sostegno, inclusione e partecipazione delle persone fragili nella vita sociale e culturale del Paese”. L’intento principale è quello di riuscire a dare una prima risposta a situazioni di estremo disagio, attraverso l’ascolto delle persone, istaurando un rapporto di fiducia, affinché la persona si senta libera di essere sé stessa e di raccontar      ci i propri bisogni. “Vorremmo provvedere – fanno sapere dalla Caritas diocesana – alla distribuzione di beni di prima necessità, vestiario e necessità sanitarie e burocrati      che. Vorremmo progettare, in base alle esigenze delle persone dei percorsi per progettare il loro futuro, percorsi di reinserimento lavorativo e percorsi di reinserimento sociale. Un progetto che vuole essere al passo con i tempi, raccogliendo le esigenze dei tempi, facilitando l’inclusione. Partire da quello che già offriamo per poter migliorare i nostri servizi e integrarli in modo puntuale ed efficace”. SUL MANIFESTO TROVATE TUTTI I RIFERIMENTI UTILI PER CHIEDERE ULTERIORI INFORMAZIONI E L’INDICAZIONE DEL SITO INTERNET PER SCARICARE IL BANDO

Venerdì 19 gennaio, a Tecchiena, la Preghiera ecumenica interdiocesana

Sarà la chiesa parrocchiale di Santa Maria del Carmine a Tecchiena di Alatri (via Cavariccio) ad ospitare, venerdì 19 gennaio con inizio alle 20.30, la preghiera ecumenica nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il vescovo di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino, Ambrogio Spreafico, presiederà la celebrazione, alla quale parteciperanno anche i rappresentanti delle Chiese presenti nel territorio delle due diocesi.In tutto il mondo, come sempre, la Settimana è prevista dal 18 al 25 gennaio perché compresa tra la festa della Cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo. Quest’anno verterà sul tema “Amerai il Signore tuo Dio e il tuo prossimo come te stesso”.

Gli alunni della “Danti” di Tecchiena studiano San Sisto

Presso l’Istituto comprensivo scolastico “Egnazio Danti “di Tecchiena, l’8, il 9 e il 10 gennaio scorsi le classi prima, seconda e terza delle sezioni C e D e prima e seconda della sezione E, hanno avuto modo di approfondire la figura di San Sisto I, patrono della città di Alatri e compatrono della diocesi di Anagni-Alatri, in occasione dell’892° anniversario della traslazione delle reliquie del pontefice da Roma ad Alatri e ora conservate nella Concattedrale, sul colle di Civita. Il progetto di approfondimento sulla tradizione religiosa della città e del suo patrimonio artistico e culturale è nata dalla proposta dell’insegnante di religione, il professor Gabriele Ritarossi, che ha coinvolto alcuni esperti di storia locale che hanno così incontrato gli studenti nell’ora di religione cattolica, durante le lezioni curriculari. Lunedì 8 gennaio è toccato all’avvocato Remo Costantini e a Giancarlo Rossi illustrare, attraverso dettagliati documenti storici, l’arrivo delle reliquie del santo patrono Sisto, settimo vescovo e pontefice della Chiesa cattolica. Martedì 9 Gennaio, invece, alcuni membri della confraternita di San Sisto hanno incontrato gli studenti dell’istituto di Tecchiena e a questi ha tenuto una relazione il segretario della confraternita, dottor Alfonso Coccia. Mercoledì 10 gennaio, infine, il giornalista e guida turistica Pietro Antonucci ha concluso il ciclo degli incontri ripercorrendo le date e i fatti prodigiosi della presenza di san sisto ad Alatri. Un appuntamento ben riuscito e apprezzato anche dal dirigente scolastico dottoressa Raffaella Carrubba che così si è espressa:  «Iniziativa lodevole che ho accolto con entusiasmo perché la conoscenza del territorio e delle sue tradizioni accresce la nostra identità di cittadini e ci rafforza come comunità. Un ringraziamento al professor Ritarossi poiché, grazie all’interessante proposta, consente alle studentesse e agli studenti del mio istituto di avvicinarsi alle tradizioni e alla storia locale ‘guidati’ da esperti alatrensi appassionati». L’opportunità di questo ciclo di incontri consente inoltre di realizzare quella necessaria e auspicabile condivisione sul territorio, attraverso una rete di collaborazione che porta la scuola Egnazio Danti ad essere presente dentro la vita cittadina.

Il vescovo Spreafico ai giovani: «Lasciamoci sorprendere dal Signore per essere luce in questo mondo»

La calligrafia per niente incerta, con lo stampatello ben chiaro nello scrivere a matita “Aiutami Signore e lasciami sorprendere ancora dalle piccole cose”, su uno dei tanti post-it poi deposti nella mangiatoia vuota e alla fine scambiati anonimamente tra tutti i partecipanti, quasi al termine della veglia di preghiera che lunedì 18 dicembre i giovani della diocesi di Anagni-Alatri hanno vissuto in preparazione al Natale, insieme al vescovo Ambrogio Spreafico. E proprio questo lasciarsi sorprendere è stato l’invito finale dell’intervento del vescovo, denso di spunti di riflessione: «Lasciamoci sorprendere dal Signore per essere luce in questo mondo. Cambiare il mondo dipende da ognuno di noi: se cambi te stesso, cambi il mondo in cui vivi e poi tutto il mondo». E sempre dal verbo “sorprendere”, che non a caso da transitivo talvolta diventa anche riflessivo, è partito il vescovo Spreafico per parlare a cuore aperto ai giovani che hanno riempito la chiesa Regina Pacis di Fiuggi, insieme a decine di educatori, sacerdoti e religiose, provenienti da diverse realtà parrocchiali della diocesi:  «Il Natale sorprende, perché il Figlio di Dio nasce senza nessuno, “perché per loro non c’era posto nell’alloggio”. E nasce da una donna giovane, venuta dal paese sconosciuto di Nazareth. Ma come è possibile tutto questo? Come mai è accaduto? Perché Dio sceglie i piccoli, gli umili, perché dal piccolo può nascere qualcosa che poi cambia il mondo. E invece in questo nostro mondo non ci si sorprende più, si fa tutto per abitudine, anche nei giorni prima di Natale con le nevrosi dell’ultimo regalo. E nessuno si sorprende più da questa nascita un po’ strana, misteriosa, inaspettata. Ma cosa cambia nella nostra vita con questa nascita? Certo, Lui era il Figlio di Dio, ma non aveva alcun “potere” all’interno dell’Impero romano; eppure, quando parla cambia la vita di chi lo ascolta, dei discepoli, degli apostoli, delle donne, dei poveri che lo seguivano, perché Lui era la Parola di Dio. E allora anche noi siamo chiamati ad ascoltare il Vangelo, perché crediamo che con la Parola qualcosa cambia anche nella nostra vita, perché il Vangelo ci dà vita, il Vangelo è contro corrente, come questo brano», ha aggiunto Spreafico riprendendo proprio un passo di Luca, declamato poco prima: “E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama”. E qui il vescovo ha rimarcato ai giovani come «la gloria di Dio dipende anche da me, da noi, è la pace sulla terra. Dio si gloria se noi siamo in pace. Invece in questo nostro mondo abbiamo la gloria dei potenti, che consiste solo nella vittoria sul nemico. E così abbiamo un mondo non pacifico, con tante guerre che neppure le conosciamo tutte. La gloria di Dio invece è la pace tra noi: nelle relazioni, nell’ascoltare l’altro, nel costruire un mondo dove vivere insieme con gli altri, non contro gli altri. Ma se non sei in pace, non sei felice: ti manca qualcosa! La guerra è morte sempre e in guerra non c’è mai distinzione tra le vittime. Però noi dobbiamo essere protagonisti di un mondo pacifico, del nostro futuro. E dobbiamo cominciare laddove ci troviamo: a scuola, in famiglia, tra gli amici, al lavoro, ascoltando gli altri e cercando di capirli, non giudicando, andando incontro a chi soffre, a chi si trova nel bisogno. E allora chiediamo al Signore che ci aiuti a trovare la pace, perché Lui ci chiede questo. Ognuno di noi sia protagonista della pace», ha chiuso con questo auspicio e invito il vescovo. La veglia, organizzata dalle Pastorali giovanile e vocazionale della diocesi, coordinate da don Luca Fanfarillo e don Pierluigi Nardi, ha vissuto altri momenti importanti, come l’adorazione silenziosa davanti al Santissimo, esposto sull’altare. O come il suggestivo scambio di post-it tra i partecipanti, cui abbiamo accennato all’inizio, tra un canto e l’altro, il tutto preparato dall’equipe giovani che nei prossimi giorni verrà ufficialmente nominata. E per finire, nei locali sottostanti la chiesa, un bel momento di convivialità, dolce e caldo, di panettoni e cioccolata fumante, offerto dalla comunità dei francescani di Regina Pacis. di Igor Traboni

Concluso il progetto “Vivere di fede e di ascolto”, online i 7 video

Con la realizzazione di 7 video, ora online sul canale Youtube della diocesi di Anagni-Alatri e presto anche sul portale diocesano dei beni culturali, arriva a conclusione il progetto dell’Ufficio diocesano per i beni culturali e l’edilizia di culto, diretto da Federica Romiti, dal titolo “Vivere di fede e di ascolto cordiale in una stagione difficile” e condotto in collaborazione con l’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali. Un progetto fortemente sostenuto dal vescovo Ambrogio Spreafico, anche in base alle riflessioni contenute nella Lettera pastorale del 17 settembre 2022 “Camminare insieme in un tempo di fatica e sofferenza”. La prima parte del progetto ha visto l’organizzazione di un corso di orientamento e formazione al lavoro di gruppo e in gruppo, anche questo perorato da monsignor Spreafico nella lettera di invito alla partecipazione al corso, poi tenuto da Emanuela Rinaldi, stante la finalità di “imparare a progettare e lavorare insieme, con l’obiettivo di generare proposte e percorsi integrati negli istituti culturali diocesani, perché anche musei, archivi e biblioteche siano sempre di più luoghi orientati alla sinodalità e alla relazione”. E proprio sulla sinodalità c’è poi stato un primo incontro con Concetta Coppotelli, uno dei referenti diocesani del Cammino sinodale, che ha posto i temi della partecipazione, della corresponsabilità, della prospettiva comunitaria come cardini di uno stile inserito per l’appunto nel Cammino sinodale. Soddisfacente è stato il lavoro del gruppo, portato avanti con metodo co-operativo ai “compiti di realtà” assegnati. Ecco i passaggi dell’iniziativa, sostenuta dal vescovo Spreafico considerando utile il miglioramento delle competenze sociali (lavoro in gruppo, ascolto, comunicazione, empatia, sintonia, dimensione emotiva) e di quelle organizzative (reti, punti di riferimento, circolarità e diffusione delle informazioni, compensazione delle carenze, maggiori stimoli). Lo stesso gruppo di lavoro ha quindi progettato una proposta didattica, con la finalità di far conoscere il patrimonio custodito negli Istituti culturali diocesani e di attualizzarne il valore in relazione alle sempre più attuali tematiche ecologiche e di sostenibilità ambientale. Queste le conseguenziali linee guida per il progetto, anche questo incoraggiato e seguito dal vescovo Spreafico: toccare i bisogni delle persone, facendo tesoro delle competenze sociali (empatia, comunicazione, dimensione emotiva e spirituale) che aiutano a coinvolgere i destinatari nelle attività; continuare a interessare le scuole al patrimonio; attivare esperienze intergenerazionali che coinvolgano anche gli adulti, ai quali spiegare di più e meglio l’impiego dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica per i beni culturali; continuare a migliorare la comunicazione e ad aumentare la visibilità degli Istituti. Le insegnanti hanno coinvolto una scuola primaria di Alatri, secondaria di secondo grado sempre di Alatri, secondaria di primo grado di Anagni, l’Istituto comprensivo 2 Sacchetti Sassetti di Alatri. Ed eccoci infine all’ulteriore discorso di valorizzazione e promozione, attraverso i video di cui dicevamo all’inizio, pensati e realizzati per offrire alle scuole un contenuto facile da usare in relazione a specifiche tematiche o associabile a un particolare Istituto, con questi sette video che invitano ad entrare nei musei, negli archivi e delle biblioteche della diocesi e a scoprire un mondo di approfondimenti sui temi della Laudato Si’. Questi video sono stati curati nello specifico da Tiziana Rosatella, Catia Castagnacci, Emanuela Sabellico, Francesca Pontri, Rita Ricciardi, Silvia Anielli, Elena Santucci, Rossella Sgambato ed entrano in varie perle del patrimonio diocesano, dal Museo della Cattedrale di Anagni con la sua cripta alle biblioteche mariana di Anagni a quella intitolata a don Giuseppe Capone ad Alatri. L’idea progettuale che ne è scaturita per il Mab 2024 è stata poi quella di sviluppare un progetto che, continuando a comunicare e a far conoscere il patrimonio culturale degli Istituti culturali diocesani, attivi una consapevolezza sull’importanza dei fondi dell’8xmille a salvaguardia dei beni, per la loro valorizzazione e per la promozione delle comunità a cui appartengono. di Edoardo Gabrielli

Uffici diocesani: ecco le nuove nomine

Queste le nuove nomine per alcuni Uffici diocesani, decise dal Vescovo monsignor Ambrogio Spreafico e  a decorrere dal 1° dicembre 2023:     Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia: Don Marcello Coretti, direttore Ufficio scuola: Maria Elena Tagliaboschi, direttore Membri della Commissione Scuola diocesana: Maria Elena Tagliaboschi (direttore); Fausto Martufi (segretario); Stefano Santonico, Maria Adiutori; Silvia Anielli; Emanuela Sabellico; Maria Pia Ippoliti Caritas diocesana – Ufficio Migrantes e Pastorale sociale e del lavoro: don Antonio Castagnacci e Piergiorgio Ballini, co-direttori. Delegato diocesano per le Confraternite: don Raffaele Tarice Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese: Don Roberto Martufi, direttore Pastorale vocazionale: Don Pierluigi Nardi, direttore Pastorale giovanile: Don Luca Fanfarillo, direttore Unitalsi: Don Francesco Frusone, assistente diocesano Azione Cattolica: Don Rosario Vitagliano, assistente diocesano Consiglio diocesano per gli affari economici: Don Marcello Coretti, Marco Coccia, Stefano Ambrosi,  Renata Frattale, membri. Vicari foranei: don Luigi Battisti (Vicaria di Alatri), don Marcello Coretti (Vicaria di Anagni) e don Antonio Castagnacci (Vicaria di Fiuggi)

Il vescovo ai giovani: «Siate luce, non rassegniamoci al buio!»

Sale per insaporire, luce per illuminare: possono sembrare due verbi scontati, sicuramente conseguenziali. Eppure, non lo sono affatto, se coniugati con le riflessioni che il vescovo Ambrogio Spreafico ha offerto nella serata di venerdì 24 novembre a circa duecento ragazzi delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino, ritrovatisi presso l’auditorium San Paolo, a Frosinone, ancora una volta insieme per il raduno interdiocesano dei giovani. Partendo dal discorso della montagna  e da quei due inviti “Voi siete sale della terra… voi siete luce del mondo”, il vescovo ha detto ai giovani «che è proprio quello che Gesù chiede a ognuno di noi, perché Lui crede di più in noi di quanto noi crediamo in noi stessi. E soprattutto crediamo poco che il mondo possa cambiare, siamo come rassegnati alla vita. Ma ricordiamoci che il mondo si costruisce insieme, perché se sei solo gli altri ti “mangeranno”.  Ma i prepotenti prima o poi cadranno, come è sempre successo nella storia. Dio abbatte i potenti e innalza gli umili!». Spreafico ha quindi esortato i giovani «ad essere sale della terra, quel sale che dà un sapore vero, come nei piatti della cucina ciociara! Gesù vorrebbe che ognuno di noi desse sapore alla vita degli altri, ma c’è gente insipida, che non sa di niente, non comunica umanità. Sapete perché c’è tanta gente arrabbiata, che manca di rispetto, prepotente? – ha continuato il vescovo calamitando ancor di più l’attenzione dei giovani presenti – Perché è gente senza sapore! Gente che si esalta sfrecciando a 180 all’ora sulla Casilina o con il nuovo smartphone da esibire con gli amici, perché anche questa dell’esibizionismo è un’altra costante dei nostri giorni. Ma questi egoisti non si accorgono che il male lo fanno prima a loro stessi. E la luce serve a farti vedere gli altri, non per esibirti, ma per brillare perché altri brillino in te, e in te vedano la luce di Dio! Ognuno di noi ha dentro l’impronta di Dio: se tu vedi nell’altro questa impronta, allora già cambi. La luce non va nascosta, altrimenti il nostro mondo continuerà a vivere con questa incapacità di vedersi, di guardarsi. Siamo tutti pronti a vedere nell’altro i difetti, ma perché non vediamo il bene? Se ognuno aiutasse gli altri a far vedere il bene, come sarebbe bello il mondo!». Da qui l’invito finale del vescovo Ambrogio: «Scegliete di fare luce e cogliere la luce che c’è negli altri! Proviamo a capire come possiamo essere luce, insieme, illuminandoci insieme. La luce dà speranza, aiuta a camminare, fa vedere gli altri. E gli altri hanno bisogno di luce, di speranza. Non rassegniamoci al buio!». La serata è poi proseguita con i giovani che si sono divisi in vari gruppi, guidati dai sacerdoti presenti e da alcuni giovani più… grandicelli, a seconda del colore dei braccialetti fosforescenti distribuiti poco prima, e insieme hanno elaborato dei pensieri relativi a cosa li fa brillare – questo il tema dell’incontro – e cosa invece li incupisce. Questi pensieri sono stati poi scritti su dei post-it e affissi su un grande pannello. Ed eccoli alcuni dei pensieri messi nero su bianco dai ragazzi, a partire da quello che li incupisce:  paura, delusione, insicurezza, perdita di umanità e contatto con le persone, ansia, mancanza di amore, giudizio degli altri, prepotenza, lamentele, indifferenza, incomprensioni, opinioni. Ed ecco invece ciò che li fa brillare, come hanno doppiamente testimoniato illuminando la sala con i telefonini ad ogni lettura di un post-it che corrispondeva loro: servizio, portare colore, curiosità, sorriso dei bambini, forza del bene agli altri e vedere il loro sorriso brillare, amore per il prossimo, amici, il sorriso degli altri, vedere le persone sorridere e felici anche se io sono triste, empatia, apertura, comunità. I giovani hanno anche preparato nei gruppi, e poi comunicato agli altri, delle “preghiere dei fedeli”, tutte molto profonde, niente affatto scontate, prima di recitare tutti insieme quella che il Padre ci ha insegnato (e molti tenendosi per mano). La serata si è avviata alla conclusione con altri spunti di riflessione offerti da don Francesco Paglia e don Tonino Antonetti  e  con un canto finale. Ma baci, abbracci, sorrisi e risate sono proseguiti anche una volta fuori dall’auditorium, in una notte così illuminata! di Igor Traboni

Chi canta prega due volte: a Morolo il raduno delle corali

Domenica 19 novembre nella chiesa di Santa Maria Assunta a Morolo si è tenuto l’8° raduno delle corali parrocchiali, organizzato dall’Ufficio liturgico diocesano. Queste le corali che hanno preso parte alla rassegna: Monache Clarisse di Anagni; parrocchia Madonna delle Grazie di Morolo; parrocchia San Valentino, di Monte San Marino; parrocchia di Torre Cajetani; parrocchia Sant’Andrea di Anagni; parrocchia Santa Teresa di Fiuggi; parrocchia della Cattedrale di Anagni; parrocchia di Tufano; parrocchia Santa Maria Maggiore di Alatri (coro diretto da Antonio D’Alatri e dal figlio Francesco – nella foto ); parrocchia Regina Pacis di Morolo. Don Bruno Durante ha accolto tutti i partecipanti con una riflessione iniziale sulla spiritualità liturgica nel tempo di Avvento. Don Bruno, anima di questo appuntamento entrato di diritto tra quelli più importanti del calendario diocesano, ha sottolineato tra l’altro che il cantare è un vero e proprio ministero liturgico che si innesta nel dinamismo delle celebrazioni a servizio dell’assemblea liturgica. Non si tratta dunque di essere professionisti o esecutori perfetti del canto, ma coristi delle celebrazioni liturgiche chiamati a compiere anche un percorso di crescita spirituale. Il pomeriggio di domenica scorsa è stato veramente un bellissimo momento, un incontro tra persone che, anche attraverso il canto, esprimono la loro fede. Ognuno dei cori attivi nelle varie parrocchie della diocesi di Anagni-Alatri ha eseguito due canti, tutti legati alle celebrazioni liturgiche in tempo d’Avvento. Gioia e serietà hanno dato voce alla bellezza della preghiera, perché la musica e il canto sono un vero strumento di evangelizzazione che tocca il cuore delle persone permette una celebrazione dei sacramenti che fa percepire la bellezza di Cristo: attraverso il canto si esprime la lode a Dio. Anche papa Francesco in più occasioni ha sottolineato l’importanza degli animatori dell’assemblea liturgica, insistendo per l’appunto proprio sul concetto che la musica e il canto costituiscono a pieno titolo degli strumenti di evangelizzazione nel mondo di oggi. di Emanuela Sabellico

La preghiera di Mons. Spreafico per la Giornata dei poveri 2023

In occasione della Giornata mondiale dei poveri, del 19 novembre 2023 il vescovo Ambrogio Spreafico ha composto una preghiera (la trovate in questo post) che è stata letta durante le varie celebrazioni. A livello interdiocesano la Giornata, presieduta dal vescovo Spreafico, si è tenuta presso il Santuario della Madonna della Neve a Frosinone.

Alatri: celebrata la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

In occasione della 109^ Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, venerdì 13 ottobre si è tenuto ad Alatri, nel salone della biblioteca comunale, un incontro sul tema “Liberi di scegliere se migrare o restare”, organizzato dalle Caritas della diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino. Si è trattato di un pomeriggio molto intenso, per ritrovarsi a parlare di un tema quanto mai attuale e sul quale riflettere, invitando un po’ tutti a fare altrettanto, con un invito particolare a guardare oltre i pregiudizi e a vedere nel volto del migrante e del rifugiato un fratello o una sorella da accogliere e sostenere. La migrazione, come è stato ribadito, spesso non è una scelta, ma una necessità imposta da circostanze averse. Il Prefetto di Frosinone, Ernesto Liguori, ha voluto esserci in maniera particolare, perché con la Caritas c’è una collaborazione costante e in continua crescita. Il vescovo Ambrogio Spreafico ha parlato dell’importanza dell’accoglienza e dell’inclusione, ribadendo i contenuti di questi due valori. Ha quindi riportato i numeri dell’accoglienza dei migranti, che ci dicono che l’Italia non è il Paese che ha più immigrati, rispetto ad altri in Europa, ed ha espresso in modo chiaro e netto il suo no alla guerra che è tornata ad insanguinare il Medio Oriente. Monsignor Spreafico ha altresì evidenziato come viviamo in un mondo fatto di “emergenze”, in cui tutti noi troviamo poco spazio per fermarci e per pensare al domani, al futuro. Un futuro per tutti noi, senza più muri, conflitti o disparità. Il dottor Mario Limodio ha quindi raccontato le sue esperienze professionali che lo hanno portato anche a raccogliere le tante motivazioni che spingono le persone a migrare. Ha inoltre smentito, con precisi dati scientifici, l’idea comune secondo la quale i migranti portano virus o malattie Il sindaco di Alatri, Maurizio Cianfrocca, ha salutato i presenti e ha ribadito la vicinanza e la collaborazione, sua personale e dell’amministrazione che rappresenta, a collaborare con la Caritas. Nel corso del convegno, moderato dalla giornalista Annalisa Maggi, molto toccanti sono state le testimonianze di alcuni  migranti che hanno raccontato alla fitta platea le loro storie: la famiglia siriana ospite a Fiuggi e arrivata con i Corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio, una mamma ucraina con il figlio ospite a sempre a Fiuggi fin dall’inizio del conflitto e un ragazzo africano, accolto dalla Caritas diocesana quando ancora era minorenne, debitamente seguito e ora divenuto un valido infermiere.