La “Madonna lignea” di Vico nel Lazio a Roma per il Giubileo

Sono passati 29 anni da quando la statua della Madonna lignea fece il suo ritorno a Vico nel Lazio, nel settembre del 1995, dopo essere stata recuperata dai militari della Finanza in un casolare della campagna romana. Ignoti trafficanti di opere d’arte l’avevano infatti trafugata dalla chiesa di San Martino, una prima volta nel 1975 ed una seconda volta nel 1994. Adesso però la Madonna lignea riparte dal paesino per essere dapprima restaurata, a cura della Soprintendenza e grazie anche ai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica, e poi per essere esposta nella mostra “Nel tuo nome, l’arte parla di comunità”, in programma durante il Giubileo, presso palazzo Braschi, a Roma, dal mese di aprile del prossimo anno. La cerimonia di saluto per la partenza della Madonna lignea si è svolta sabato 31 agosto, presso la chiesa di San Martino, alla presenza del parroco don Luigi Battisti, del sindaco Stefano Pelloni, del priore della “confraternita orazione e morte” Maria Vittoria Battisti e di un folto gruppo di fedeli. Il coro parrocchiale, diretto dal maestro Luciano Velluti, ha animato la cerimonia con numerosi canti mariani. Dal canto suo Federica Romiti, responsabile dei beni culturali della diocesi di Anagni-Alatri, ha portato i saluti del vescovo monsignor Ambrogio Spreafico ed ha presentato Arianna Ercolani, restauratrice, e Andrea Nante, curatore della mostra romana. Quest’ultimo ha sottolineato il legame tra la comunità e l’effige sacra, esplicitando anche le motivazioni che hanno indotto la Cei a scegliere proprio quest’opera d’arte, tra tutte le altre presenti in Italia, per fruire di un apposito restauro conservativo a cura della Soprintendenza. Al termine della cerimonia il sindaco e il priore hanno espresso soddisfazione per la scelta del restauro, sottolineando il profondo legame che unisce i fedeli di Vico alla Madonna, tanto che, come ricordato dal parroco don Luigi Battisti, ben 5 chiese del paese sono dedicate a Maria. Il gruppo ligneo, alto 123 centimetri, è costituito dalla Madonna seduta con il bambino in braccio; risale al XII-XIII secolo ed è stato realizzato, probabilmente, da artisti laziali. Una dettagliata relazione sull’opera è stata elaborata da Caterina Bizzarri ed inserita nella pubblicazione “Reliquie e reliquiari di Vico nel Lazio e Trisulti con novità storiche ed architettoniche” di Salvatore Iacobelli ed Aldo Cicinelli. Notizie sulla Madonna lignea sono reperibili anche sulla guida turistica di Natale Tomei e nella scheda elaborata dal critico d’arte Mario Ritarossi, nel calendario del 2000 di Arti Grafiche Tofani.

I nostri giovani pellegrini a piedi alla Santissima

Una nuova e bella iniziativa è stata presa dalle Pastorali giovanili e vocazionali delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino. Si tratta di un pellegrinaggio a piedi al santuario della Santissima Trinità, che si terrà venerdì 6 settembre, Nel manifesto trovate tutte le info per partecipare, l’importante è ritrovarsi alle ore 8 nel paese di Vallepietra, dove c’è pure la possibilità di parcheggiare comodamente, anche nei pressi del piccolo cimitero, da dove è prevista poi la partenza per l’ascesa al santuario. Per quanti non se la sentissero di andare a piedi, c’è comunque la possibilità di partecipare, raggiungendo il santuario con l’auto, e partecipare alla Messa, che verrà celebrata alle 10.30. Ricordiamo che nell’area del santuario ci sono dei percorsi obbligati e che non si può assolutamente derogare da questi, per motivi di sicurezza. Il pellegrinaggio verrà guidato da don Luca Fanfarillo e don Tonino Antonetti.

Trevi nel Lazio ricorda il missionario padre Barbona

La comunità di Trevi nel Lazio ricorda padre Tommaso Barbona, a 10 anni dalla morte. Per 30 anni missionario in Congo, nel Paese africano portò anche il patrono di Trevi, San Pietro Eremita, dedicandovi una chiesa. Domenica 11 agosto la celebrazione di una Messa.

Il Vescovo ha istituito la Fondazione Caritas e Sviluppo Umano Integrale delle due diocesi

Con Decreto vescovile n. 11/2024 del 1° giugno 2024 il Vescovo Ambrogio Spreafico ha istituito la Fondazione Caritas e Sviluppo Umano Integrale delle Diocesi di Anagni-Alatri e di Frosinone-Veroli-Ferentino. Monsignor Spreafico il 22 luglio scorso ha quindi nominato anche i membri del Consiglio Direttivo della Fondazione Caritas e Sviluppo Umano Integrale delle Diocesi di Anagni-Alatri e di Frosinone-Veroli-Ferentino (Decreto Vescovile Prot. N.15/2024): don Luigi BATTISTI (diocesi Anagni-Alatri), prof. Giovanni GUGLIELMI, (diocesi Frosinone-Veroli-Ferentino), don Guido (Secontino) MANGIAPELO (Frosinone-Veroli-Ferentino), dott.ssa Annarita PICA (Anagni-Alatri), diacono Fiorenzo PICCIRILLI (Frosinone-Veroli-Ferentino). Sono stati altresì affidati gli incarichi di Presidente del Consiglio Direttivo e di Legale Rappresentante al prof. Giovanni Guglielmi e di Vice presidente a don Luigi Battisti. 

Pellegrinaggio a Lourdes: il racconto di una grande esperienza di Fede

Si è svolto dal 25 al 28 luglio il pellegrinaggio a Lourdes realizzato dall’Ufficio della Pastorale giovanile e dall’Ufficio Pellegrinaggi della diocesi di Anagni-Alatri, in collaborazione con Opera Romana Pellegrinaggi, vicariato di Roma, guidato da don Luca Fanfarillo. Il gruppo era composto da persone con età compresa da 3 anni a 90 anni tra cui 6 giovani. Grazie a Bruno Calicchia, direttore dell’Ufficio diocesano pellegrinaggi, condividiamo con piacere l’esperienza del gruppo dei nostri pellegrini attraverso il racconto che segue…: Per far vivere appieno questa esperienza ai partecipanti, a ciascuna giornata è stata dato un significato particolare come spunto per la riflessione comunitaria e personale: – GIORNATA DELL’ACCOGLIENZA E MARIANA: Il pellegrinaggio è iniziato con il saluto alla Vergine, alla grotta delle apparizioni, seguito da un momento di preghiera e riflessione sul messaggio di Lourdes. Profonde le riflessioni di don Luca che ha colto l’occasione per rimarcare che il pellegrinaggio è un modo per riscoprire e consolidare la propria fede. Nel pomeriggio la celebrazione della Messa nella cripta. La giornata si è conclusa con la fiaccolata e la recita del Rosario. – GIORNATA PENITENZIALE: iniziata con la Via Crucis, la Messa e proseguita nel pomeriggio con la Processione Eucaristica. – GIORNATA DELL’IMPEGNO: iniziata con la Messa alla grotta delle apparizioni, il Rosario delle ore 18, sempre alla grotta, e terminata con un momento di preghiera, con i pellegrini riuniti attorno al cero offerto da tutto il gruppo. Questo è stato un momento particolarmente sentito in quanto ognuno ha offerto le intenzioni di preghiere ricevute da parenti e amici, per i malati, per quanti non sono potuti venire, per i vari conflitti e discriminazioni e non è mancata, pertanto, una preghiera comunitaria particolare per la Pace nel mondo e per le popolazioni perseguitate per motivi religiosi. La serata si è conclusa con la deposizione del cero in prossimità della grotta, come segno della nostra presenza, e il “mandato” a ciascuno di portare a casa la gioia provata a Lourdes e  far sì che il pellegrinaggio non resti solo un ricordo. Nel corso delle giornate non sono mancate catechesi e riflessioni a cura di don Luca, anche con il rinnovo delle promesse battesimali durante la visita ai ricordi di Santa Bernadette, senza togliere però lo spazio e il tempo alla preghiera personale. Non ci è stato possibile farlo in gruppo, ma tutti hanno effettuato il “rito dell’acqua” presso le piscine. Dalle testimonianze raccolte, tutti sono stati concordi nel definire Lourdes un luogo fuori dal comune. Per chi vi arriva la prima volta, è forte l’impatto nel vedere l’alto numero di persone malate presenti, spesso sorridenti, che trasmettono serenità d’animo. È un posto in cui si “acquista”, se così si può dire, una marcia in più per affrontare i piccoli o grandi problemi quotidiani. Lourdes è un’esperienza che non può essere raccontata, ma necessita di essere vissuta per poter essere capita.  (Il pellegrinaggio è un breve cammino nel viaggio più lungo che si chiama Vita, ha un inizio e una fine, ma spesso la fine è il suo inizio perché il pellegrinaggio è un seme che germoglia solo una volta tornati a casa. (cit.)

Tempo d’estate: ecco cosa fare (e non fare) con bambini e ragazzi nei Campi e nei Grest

Il Servizio interdiocesano tutela minori (attivato dalle diocesi di Anagni-Alatri, Frosinone-Veroli-Ferentino, Gaeta, Latina-Terracina-Sezze-Priverno, Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo) ha inviato una lettera ai sacerdoti e ai responsabili dei vari campi estivi e Grest su alcuni comportamenti da adottare e altri da evitare nelle attività estive con bambini e ragazzi. Ecco il testo completo della lettera: Cari sacerdoti e responsabili Associativi,L’estate, come ogni tempo di vacanza, rappresenta per le nostre comunità parrocchiali e pastorali,per gruppi e movimenti, una preziosa opportunità per vivere esperienze educative che entrano nellamemoria personale e comunitaria di coloro che ne prendono parte.Sapendovi in questo tempo impegnati a organizzare queste esperienze ci sembra importantecondividere con voi alcune semplici regole che vi confermeranno nello stile educativo ecclesiale edella tutela dei minori ed alcuni altri comportamenti inappropriati che richiedono invece attenzionee vigilanza da parte dei parroci, sacerdoti assistenti e responsabili associativi, educatori e animatori.Stile educativo da promuovere*:

Sgurgola ritrova la sua “Madonna di cera”

Nella ricorrenza delle celebrazioni per la Madonna del Carmine, sabato 20 luglio la comunità parrocchiale di Santa Maria Assunta a Sgurgola ha presentato un importante progetto di restauro per studiare e recuperare la bellissima statua di Maria col Bambino conservata nella chiesa di San Giovanni. Il gruppo scultoreo, riscoperto all’interno di un’edicola in legno che reca l’iscrizione “Decor Carmeli”, presenta le parti anatomiche in cera su manichini lignei, capelli realizzati in filo e abiti intessuti ricamati: quello che sarà il restauro di un’opera così complessa è pertanto un’operazione delicata, che presuppone competenze multidisciplinari. La diocesi di Anagni-Alatri, affiancando padre Efrain Mora Garcia e Padre Alberto Leal Celis, i due religiosi cui sono affidate le cure pastorali di Sgurgola e del vicino paese di Gorga, ha attivato quindi una collaborazione con l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo che, nell’ambito del Corso di laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei beni culturali, ha maturato una consolidata esperienza e costituito uno specifico gruppo di ricerca sulle opere in ceroplastica.Nell’appuntamento di sabato sono intervenuti le restauratrici Arianna Ceci per illustrare i metodi e i casi-studio di intervento sulla cera, Barbara Proietti e Barbara De Dominicis per il progetto di restauro dei tessuti, Claudia Pelosi e Luca Lanteri per le indagini diagnostiche e Paola Pogliani, storica dell’arte e vicedirettrice dei Laboratori di restauro dell’Università della Tuscia per la presentazione del progetto preliminare. Il restauro, con l’approvazione canonica del vescovo Ambrogio Spreafico e l’autorizzazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina, sarà condotto a Viterbo e restituirà alla comunità di Sgurgola una testimonianza preziosa di arte e devozione, primo passo verso il recupero del pregevole patrimonio ecclesiastico del borgo. Il sindaco Antonio Corsi ha portato i saluti dell’amministrazione di Sgurgola. Un vero e proprio evento per la comunità, che anche il parroco padre Efrain Mora Garcia ha voluto così sottolineare: «Attraverso l’arte, vogliamo anche trasmettere la bellezza di Dio. E qui a Sgurgola abbiamo un patrimonio da riprendere e valorizzare, anche per custodire al meglio quello che ci è statolasciato dai nostri avi. Fin da ora ringrazio la comunità tutta per l’affetto con cui sta contribuendo a questo restauro».

Apre ad Anagni l’Emporio solidale Caritas

Nasce ad Anagni un altro Emporio solidale della Caritas diocesana. Mercoledì 24 luglio alle 17 verrà infatti inaugurata la struttura che sorge nei locali del centro (via Gimignani, 2) già delle suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue, con una cerimonia che vedrà anche la presenza del vescovo Ambrogio Spreafico. L’emporio solidale “L’altra spesa” è il secondo della diocesi, dopo quello già aperto alle porte di Fiuggi, in territorio di Torre Cajetani. Questo di Anagni, che fungerà anche da centro di ascolto Caritas, sarà aperto per ora due volte a settimana, il martedì e il giovedì dalle 10 alle 12, e sarà a disposizione degli utenti dei paesi della forania anagnina. Anche in questa area, infatti, come rimarca il codirettore della Caritas diocesana Piergiorgio Ballini, i bisogni sono crescenti e sempre più numerose sono le persone che si rivolgono alla Caritas per i pacchi alimentari, per un sostegno nel pagamento delle utenze, delle medicine o di spese sanitarie varie. Bisogni sempre più emergenziali sul territorio della diocesi; basti pensare che l’emporio di Torre Cajetani intercetta già circa 500 persone in cerca di aiuti nei tre giorni di apertura di questa struttura (il lunedì e il venerdì alla mattina e il mercoledì pomeriggio).

A piedi fino ad Assisi: il racconto di due giovani pellegrine

Ore 5 del mattino, si parte alla volta della stazione per prendere il treno che ci porterà fino a Roma e da lì a Spoleto. Siamo in quattro, un po’ assonnati, ma con una voglia matta di iniziare questo cammino che ci porterà fino ad Assisi sulle orme di San Francesco. Con il nostro grande zaino sulle spalle affronteremo quattro giorni di cammino nella valle spoletana, toccando diversi borghi suggestivi immersi negli uliveti: Poreta, Trevi, Foligno, Spello e tanti altri piccoli centri abitati con tante storie da raccontare. Arrivati a Spoleto prima sosta al duomo di Santa Maria Assunta per affidare al Signore e a Maria il nostro cammino. Da qui inizia ufficialmente la prima tappa che ci porterà fino a Poreta. Ci aspettano 15 chilometri di saliscendi, piuttosto assolati. Attraversiamo innumerevoli paesini, il caldo si fa sentire, per cui appena troviamo una fontanella non perdiamo occasione per una sosta e per rinfrescarci un pochino. Arrivati nel piccolo borgo di Poreta ci rechiamo dalla signora Rosella, un’istituzione lungo la via di Francesco, pronta ad accogliere a braccia aperte i pellegrini per una sosta rigenerante e anche per fare due chiacchiere. Dopo aver mangiato qualcosa ripartiamo, per oggi il nostro cammino non termina qui, ci rechiamo a Campello sul Clitunno dove per la notte saremo ospitati nelle sale di un oratorio. Dopo una doccia di fortuna con secchi e brocche, celebriamo Messa, ceniamo e sistemiamo i nostri sacchi a pelo per la notta e cerchiamo di dormire perché domani ci aspetta un altro giorno di cammino. Il giorno seguente di buon mattino riprendiamo i nostri zaini e ripartiamo alla volta di Trevi. Lungo il cammino, sempre immersi nella natura incontaminata, incontriamo tante edicole dedicate a Maria, ci fermiamo per una preghiera ogni volta che ne incrociamo una. A pochi chilometri da Trevi facciamo sosta per una visita all’eremo delle Allodole, un posto meraviglioso immerso nel silenzio, luogo di preghiera e meditazione, abitato da quattro suore laiche che accolgono tutti i pellegrini che hanno il piacere di conoscere la storia pluricentenaria di questo posto. Ci raccontano dell’eremo dove molto probabilmente anche Francesco nei suoi viaggi ha sostato, ci offrono un ottimo sciroppo di sambuco e dopo una breve visita dell’eremo ci congedano con una preghiera. Ripartiamo per affrontare gli ultimi chilometri che ci separano da Trevi, paese immerso negli ulivi che vediamo da lontano con la caratteristica cupola verde del suo duomo. Dopo aver bevuto una bevanda rinfrescante nella piazzetta del paese siamo ospitati per la notte nel monastero delle Clarisse. Qui ritroviamo Christian e Peppe due frati francescani che già abbiamo incontrato sul cammino nella tappa di ieri e partecipiamo tutti insieme alla Messa celebrata da don Luca Fanfarillo, ceniamo e ci ritiriamo per la notte. Il giorno seguente partiamo alla volta di Foligno, per una tappa piuttosto semplice, pochi chilometri e quasi tutti in pianura, arriviamo infatti molto presto a Foligno, abbiamo così la possibilità di visitare la città, celebrare Messa e assistere all’arrivo di una tappa del Giro d’Italia femminile, proprio nel centro della città umbra. Dormiamo nell’ostello di Foligno e domani mattina sveglia molto presto per percorrere gli ultimi 19 chilometri che ci separano da Assisi. Durante l’ultima tappa attraversiamo il paese di Spello e poi lungo la suggestiva via degli ulivi giungiamo ad Assisi. Arrivare ad Assisi, con la sua atmosfera di sacralità, è stato il culmine di questo viaggio spirituale. Facciamo visita al monastero di San Damiano dove Santa Chiara vive gran parte della sua vita insieme alle sue sorelle e dove san Francesco compone il Cantico delle Creature. Poi finalmente giungiamo dinanzi alla Basilica e i nostri cuori si sono riempiti di gioia e gratitudine. Particolarmente emozionati ci fermiamo in preghiera dinanzi alla tomba di San Francesco e partecipiamo alla messa del pellegrino. Il giorno seguente facciamo visita alla chiesa di Santa Chiara, al santuario della Spoliazione dove ci fermiamo in preghiera dinanzi alla tomba del beato Carlo Acutis, alla chiesa di San Rufino dove sia Chiara che Francesco hanno ricevuto il battesimo e dove è conservata la reliquia del cuore di Carlo Acutis e infine a Santa Maria degli Angeli. Da qui riprendiamo il treno per tornare a casa. Sono stati cinque giorni in cui camminare ha insegnato a ciascuno di noi a non avere fretta, a tornare a vivere il mondo alla velocità dei nostri passi, tornare alle origini, vivere dell’essenziale. Abbiamo imparato a rispettare il passo dell’altro, ad attendere chi è più lento e far propria la fatica dell’altro. Abbiamo imparato a non abbatterci, a tirar fuori il meglio di noi stessi anche quando le forze vengono meno, potendo sempre confidare sui nostri compagni di viaggio. Alla fine di questo cammino, portiamo con noi non solo i ricordi dei luoghi visitati, ma anche una nuova consapevolezza: la Via di Francesco non è solo un percorso fisico, ma un viaggio dentro se stessi. Ogni passo, ogni preghiera, ogni momento di silenzio ci hanno avvicinati a una comprensione più profonda di noi stessi e del nostro rapporto con Dio. E mentre lasciamo Assisi, sappiamo che questo viaggio continuerà a vivere dentro di noi, guidandoci e ispirandoci nella nostra quotidianità. di Elisa Finocchio e Ilaria Fiorini

Inaugurati a Fumone i locali per l’attività pastorale e la canonica

Sono stati inaugurati, nel pomeriggio di mercoledì 11 luglio, la casa canonica e i locali per l’attività pastorale delle parrocchie di Fumone, in località Pozzi, presso la parrocchia San Pietro Celestino V e San Paolo VI. La struttura, costruita ex novo con i fondi Cei dell’8xMille, viene inaugurata ad un anno dalla cerimonia della posa della prima pietra. La celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo Monsignor Ambrogio Spreafico,con concelebranti il parroco don Roberto Martufi, il vicario generale della diocesi mons. Alberto Ponzi, mons. Claudio Pietrobono, don Antonio da Padova -sacerdote del Ruanda in servizio nella nostra Diocesi- e dal diacono Vincenzo Pesoli, ha visto la grande partecipazione della comunità di Fumone e proprio nell’omelia il Vescovo ha ricordato come questi nuovi locali possano diventare vivi proprio attraverso le persone, sottolineando l’importanza di fare le cose insieme, perché solo così si può costruire qualcosa di bello e crescere in un cammino di fede e comunione fraterna. Dopo la celebrazione eucaristica sono stati inaugurati, con la benedizione da parte del Vescovo Spreafico e il consueto taglio del nastro, i nuovi locali pastorali. I ringraziamenti del parroco vanno a tutti coloro che si sono impegnati nella realizzazione del centro, a partire dalla Ditta Paolo Costantini che ha consegnato i lavori nei tempi prestabiliti, l’Ufficio dei Beni culturali e l’edilizia di Culto della diocesi che ha portato avanti le pratiche del progetto, e tutti coloro che in ogni ruolo si sono messi a disposizione per la pulizia e la sistemazione dei locali. Don Roberto Martufi ha ricordato, poi, come questa struttura sia stata progettata e sognata come punto di incontro e ritrovo per le attività pastorali della comunità. Il sindaco di Fumone Matteo Campoli dal canto suo ha ringraziato il Parroco per le belle parole e l’impegno costante e il Vescovo per aver permesso la costruzione del complesso, facendo omaggio di una targa con il nome della struttura “Centro Pastorale San Paolo VI”. Il Vescovo e il Parroco hanno infine ricordato, prima della benedizione, l’importanza dei fondi Cei dell’8xMille alla Chiesa Cattolica italiana, perché è proprio grazie ad essi che si possono realizzare strutture come questa, ovvero un centro parrocchiale che servirà come luogo di aggregazione per le attività della parrocchia. Il pomeriggio si è concluso con un momento di agape fraterna. di Chiara Campoli

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