La Via Crucis dei giovani: un grande segno di speranza

La Via Crucis diocesana dei giovani – tenutasi nella serata di venerdì 11 aprile ad Alatri – è stata un’esperienza spirituale di grande impatto per i giovani provenienti dai diversi paesi della diocesi. La partecipazione è stata numerosa ed entusiasta, con molti giovani che hanno scelto di unirsi a questa esperienza per riflettere sulla Passione di Cristo e sulla propria fede. I giovani, attraverso i loro commenti e le riflessioni, hanno evidenziato il ruolo fondamentale della speranza nel superare le difficoltà e nel guardare al futuro con fiducia. “La speranza è ciò che ci aiuta a non arrenderci mai, anche quando la vita ci sembra troppo difficile”. Le riflessioni dei giovani sono state profonde e significative, evidenziando la loro capacità di approfondire i temi spirituali e di trovare un senso più profondo nella loro fede. La Via Crucis diocesana, organizzata dalla Pastorale giovanile e vocazionale, è stata dunque un’esperienza che ha lasciato un segno profondo nei giovani che vi hanno partecipato. Il messaggio di fiducia e di coraggio che emerge da questa esperienza è chiaro: la fede non è solo una questione personale, ma anche una forza che ci aiuta a superare le difficoltà e a guardare al futuro con fiducia. La fede oggi richiede coraggio e fiducia, ma è anche una fonte di speranza e di consolazione. Il messaggio che abbiamo voluto lasciare ai nostri giovani  – come Pastorale giovanile e vocazionale – è che non siamo soli nelle difficoltà e nelle croci quotidiane. È Gesù che ci aiuta e porta la nostra croce. I giovani hanno capito che la fede non è solo una questione personale, ma anche una relazione profonda con Dio, che ci aiuta e ci sostiene in ogni momento della nostra vita.

Anagni: la Biblioteca Mariana scrigno di fede e cultura

Disinfestazione delle librerie lignee, sanificazione del materiale librario, trattamento di criodisinfestazione, depolveratura e disinfezione topica; installazione di un avanzato impianto di ventilazione meccanica e purificazione dell’aria: sono questi gli interventi realizzati negli ultimi mesi nella Biblioteca Mariana di Anagni, uno dei gioielli del patrimonio storico-artistico-culturale della diocesi, collocata nei locali inferiori dell’ex seminario minore e resi possibili grazie ai fondi dell’8×1000 alla Chiesa cattolica e al contributo del Segretariato regionale per il Lazio del Ministero della Cultura, eseguiti da ditte altamente specializzate e seguiti passo passo da Federica Romiti, responsabile dell’Ufficio diocesano per i beni culturali e l’edilizia di culto, su impulso del vescovo Ambrogio Spreafico, sempre attento al connubio fede-cultura, con la vigilanza della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio. La biblioteca conserva oltre 25.000 volumi, tra cui alcune cinquecentine e seicentine. La maggior parte dei libri è arrivata grazie alla donazione di Onorato Capo, anagnino, filantropo dell’Ottocento, che a seguito della dispersione dei patrimoni librari monastici, dopo l’Unità d’Italia, comprò moltissimi volumi sui mercati antiquari e li donò al Seminario vescovile della città. Ma un’ampia dotazione arrivò anche da Leone XIII; il papa della “Rerum Novarum” ma anche dalla fortissima impronta mariana, tanto che scrisse le encicliche “Magnae dei matris” sul culto alla Vergine, e “Augistissimae Virginis” sulla preghiera del Rosario. E quindi potrebbe aver intitolato a Maria anche la biblioteca – mancano però conferme a questa ipotesi – cui peraltro si accede proprio da via Leone XIII e con la sala grande di conservazione contrassegnata dalla presenza di un suo busto. La biblioteca, come il Seminario, subì dei bombardamenti nel 1944 e venne danneggiata anche dallo scoppio di alcune mine; buona parte dei libri venne comunque ricoverata per tempo in Vaticano e tornò ad Anagni alla fine della guerra. Il canonico Vincenzo Fenicchia ne iniziò la compilazione del catalogo a schede, terminandolo nel 1976 e poi proseguito da don Angelo Pilozzi. Diretta da monsignor Claudio Pietrobono, aderisce al Polo PBE (https://beweb.chiesacattolica.it/benilibrari/). Con il vicino archivio, con quello di Alatri e con il museo diocesano inaugurato di recente in quest’ultima città, la Biblioteca Mariana va insomma a costituire un tassello pregiato di questo immenso patrimonio culturale diocesano. È inoltre inserita nei circuiti di valorizzazione promossi dal progetto DUC IN LATIUM (https://www.ducinlatium.it/). Per info su giorni e orari di apertura si può consultare la pagina dedicata alla biblioteca su BEWEB (https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/3418/Anagni+%7C+Biblioteca+Mariana).

Via Crucis per giovani e giovanissimi: appuntamento ad Alatri, venerdì 11 aprile

La Pastorale giovanile, insieme a quella vocazionale, della diocesi di Anagni-Alatri – guidate rispettivamente da don Luca Fanfarillo e don Pierluigi Nardi – hanno organizzato la tradizionale Via Crucis per i giovani e i giovanissimi. L’appuntamento di quest’anno è ad Alatri per venerdì 11 aprile, con il punto di ritrovo fissato per le ore 21 in piazza Santa Maria Maggiore (piazza del Comune). Da qui i giovani muoveranno verso la Concattedrale di San Paolo (chiesa di Civita) attraversando le strade e i vicoli del centro storico di Alatri. La Via Crucis per i giovani e i giovanissimi – che ovviamente è aperta anche ai fedeli di tutte le età che vorranno unirsi – sarà arricchita da preghiere e riflessioni scritte dai ragazzi dei gruppi giovanili delle varie parrocchie e movimenti delle tre Foranie della diocesi.

Veglia di preghiera per i missionari martiri

Venerdì 28 marzo il vescovo Ambrogio Spreafico presiederà l’annuale veglia di preghiera per la Giornata dei missionari martiri, promossa dalle diocesi di Anagni-Alatri e di Frosinone-Veroli-Ferentino. Questo momento di preghiera si terrà nel Santuario della Madonna della Neve a Frosinone, con inizio alle 20.45. La Giornata è giunta alla sua edizione numero e quest’anno ha come tema “Andate e invitate”, in riferimento al brano del Vangelo di Matteo che ha accompagnato tutto l’ultimo ottobre missionario. Nella parabola raccontata da Gesù, questo rappresenta un comando che il re dà ai suoi servi nel momento in cui gli invitati non si presentano al banchetto e quindi decide di invitare tutti, anche coloro che stanno ai crocicchi delle strade. In particolare, la sottolineatura dei due verbi “andate” e “invitate” ci ricorda che, sull’esempio dei missionari, come ha scritto papa Francesco nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale del 2024 «la missione è un andare instancabile verso tutta l’umanità per invitarla all’incontro e alla comunione con Dio. Instancabile! Dio, grande nell’amore e ricco di misericordia, è sempre in uscita verso ogni uomo per chiamarlo alla felicità del suo Regno, malgrado l’indifferenza o il rifiuto». In questo giorni, fa sapere Missio, l’organismo pastorale della Cei che organizza la Giornata, «vogliamo ricordare in particolare tutte le missionarie e i missionari che hanno donato la propria vita nell’annuncio del Vangelo e nel servizio ai prossimi. In questa giornata di preghiera e di solidarietà, la loro testimonianza di vita vissuta alla luce della Parola incarnata nella quotidianità delle genti con cui l’hanno condivisa, ci richiama a vivere la nostra fede con autenticità. L’esempio dei tanti missionari, testimoni di una vita piena, ci incoraggia nel rinnovare il nostro impegno nell’aiuto ai più bisognosi, nella lotta alle ingiustizie e nel prendere posizione davanti a atti di prepotenza, ricordandoci che anche nelle situazioni umane più drammatiche può accendersi una luce di Speranza. Questo giorno in cui tutta la comunità ricorda i propri missionari caduti coincide con il giorno dell’uccisione di san Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, avvenuta nel 1980. Il suo impegno accanto al popolo salvadoregno in lotta contro un regime indifferente alle condizioni dei più deboli e dei lavoratori e la sua figura così vicina e attenta agli ultimi, lo resero un punto di riferimento».

Alatri: studenti alla scoperta del miracolo eucaristico

Martedì 11 marzo gli alunni di terza media della classe 3A dell’Istituto comprensivo Alatri 1, accompagnati dal professore di religione Gabriele Ritarossi e dalla professoressa Lucretia Mailat e accolti dal parroco don Walter Martiello, hanno visitato la Concattedrale di Alatri e il miracolo eucaristico alla vigilia dell’anniversario del prodigioso evento, avvenuto il 13 marzo 1228. Gli alunni, durante l’ora di religione in classe, avevano approfondito storicamente la genesi del miracolo eucaristico, insieme alla figura del beato Carlo Acutis, che in un suo libro si è occupato anche di quanto avvenuto ad Alatri. Inoltre, i ragazzi in classe avevano avuto modo di realizzare in cooperative learning un lavoro di produzione sul giubileo e sulla chiesa giubilare della Concattedrale di Alatri. Gli alunni sono rimasti colpiti dal vedere da vicino l’Ostia mutata in viva carne e non sono mancate delle domande anche attorno alla Basilica Concattedrale, che molti conoscevano appena. Durante la visita gli alunni hanno approfondito la bolla di Papa Gregorio del 13 marzo 1228 e la realizzazione del reliquiario. L’attività ha inoltre consentito ai ragazzi di approfondire meglio la storia e la cultura religiosa della città di Alatri. (nella foto, studenti e docenti sul sagrato della Concattedrale)

“Stringiti sempre al cuore con forza!”: i giovani nel segno di Santa Maria De Mattias

Venerdì 7 marzo si è tenuto ad Anagni, nel palazzo Bonifacio VIII, un incontro di spiritualità per giovani dal tema “Stringiti sempre al cuore con forza”. L’evento è stato organizzato dalle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo con la stretta collaborazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, delle Suore Cistercensi della Carità, dell’Azione Cattolica diocesana, dell’Ufficio catechistico diocesano e della Pastorale giovanile diocesana. L’articolazione dell’evento di spiritualità ha previso tre momenti significativi:… Un momento formativo, dove circa una novantina di giovani hanno riflettuto sull’importanza di mettere in armonia “Intelligenza” e “Cuore”, spronati dalla testimonianza di due donne: Maria Maddalena e S. Maria De Mattias, due donne che senza esitazione hanno amato, sofferto, sperato e gioito intensamente per il loro Signore. I giovani, grazie al confronto con queste due donne, sono potuti entrare in loro stessi e individuare quelle difficoltà interiori che non permettono loro di vivere in modo autentico. Il momento formativo è stato introdotto da una splendida coreografia sul canto di Gio Evan, “Susy”, fatto da una giovane partecipante all’incontro … ci ha fatto sentire veramente il “cuore”. Un momento di agape fraterna e di animazione con il quale si è condiviso la gioia dello stare insieme. L’animazione è stata fatta dalla band “Collasso spazio temporale”, giovani al loro primo concerto, la loro emozione ha coinvolto tutti i partecipanti. Un momento conclusivo di preghiera nel chiostro del monastero delle Suore Cistercensi della Carità. I giovani sono stati invitati a fare silenzio interiore per sperimentare “il proprio cuore nel cuore di Dio”. È stato veramente un momento nel quale si è potuti entrare in contatto con il Signore della vita nella “profondità” del cuore di ciascuno. Un grazie sentito a tutti coloro che ci hanno aiutato nel rendere questo evento “unico”! Suor Cleopatra Subiaco, ASC

I giovani pellegrini a piedi verso Roma per il Giubileo

In occasione del Giubileo dei giovani, la Pastorale giovanile della diocesi di Anagni-Alatri, insieme a quella di Frosinone-Veroli-Ferentino, ha organizzato un pellegrinaggio a piedi verso Roma, dal 29 luglio al 3 agosto, per ragazzi e giovani dai 15 ai 35 anni. LE TAPPE DEL PELLEGRINAGGIO Si partirà il 29 luglio da Anagni, con la prima tappa fino a Segni; il giorno successivo si andrà da Segni a Velletri e quello dopo da Velletri ad Ariccia. Il 1° agosto tappa fino a San Pietro. Il 2 agosto partecipazione alla veglia con papa Francesco a Tor Vergata e il 3 agosto Messa con il Papa, sempre a Tor Vergata. Il tutto da vivere come un’esperienza unica di fede, riflessione, condivisione e comunità, con il cuore aperto alla speranza. INFO UTILI PER LE ISCRIZIONI Iscrizioni entro il 28 febbraio, nelle proprie parrocchie o ai numeri 3319182776 (Ilaria) o 3472164199 (Elisa).

Preghiera ecumenica: la riflessione del vescovo Ambrogio

(Preghiera ecumenica, Tecchiena 24 gennaio 2025) Sorelle fratelli, è sempre motivo di gioia trovarci insieme in questa settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.Quanto bisogno di unità c’è non solo tra i discepoli di Gesù, ma nel mondo, segnato da troppedivisioni, conflitti, da una montagna di odio che rende difficile vivere insieme. Siamo chiamati ariscoprire la forza della fede, che ci vede insieme nella professione del Credo niceno-costantinopolitano, riconosciuto da tutti i cristiani come norma del nostro credere, proprionell’anniversario del Concilio di Nicea.Che cosa significa che la fede ha una sua forza di vita? Nel mondo la forza è ben altro. E’ la forzadei potenti, di coloro che esibiscono il loro io per sottomettere gli altri, per dominare. E’ la forza deldenaro che corrompe, che umilia i poveri, che distrugge il creato sfruttando le sue risorse in modorapace, provocando ingiustizie e disuguaglianze, illudendo che solo con la ricchezza si vive felici.Per questo il mondo ha bisogno dei cristiani e della loro fede. La fede è una forza di vita, disperanza e di amore. È la prima delle virtù teologali, proprio perché chi pone la sua fiducia in Dioriceve una forza che da solo non avrebbe mai.Lo scrive la Prima Lettera di Pietro: “Dio vi custodisce nella fede con la sua potenza, fino aquando vi darà la salvezza, che sta per manifestarsi negli ultimi tempi. In questa attesa siate ricolmidi gioia, anche se ora, per un po’ di tempo, dovete sopportare difficoltà di ogni genere”. La forzadella fede è gioia anche nelle difficoltà, nelle paure e nelle fatiche di questo tempo. Come viverequesta gioia, che non viene dalla solitudine dell’io, ma dalla condivisione con le nostre comunitàdella preghiera, dell’amicizia, della solidarietà? Si cerca ancora troppo la felicità nella solitudinedell’io e dei simili al nostro io. Così si creano tante divisioni, invece di vivere quella fede chedovrebbe essere il fondamento della vita di ognuno e del nostro essere popolo, comunità, nelladifferenza delle nostre espressioni di fede.Vorrei indicare due aspetti che possono aiutarci a condividere la gioia con il nostro popolo didiscepoli di Gesù. Il primo lo indica il libro del Deuteronomio: “Ascolta, Israele”. “Ascolta” è ilfondamento della nostra vita. Noi ascoltiamo il Signore che ci parla oppure la sua parola non entranel nostro cuore e non diventa il nostro pensiero, le nostre parole e le nostre scelte? Quando nellenostre giornate incontriamo gli altri, quando espletiamo il nostro quotidiano lavoro, la Parola di Dioche ascoltiamo ci accompagna nelle scelte o tutto rimane prigioniero delle abitudini e non cambia lanostra umanità e ciò che diciamo e facciamo?Poi, secondo aspetto. Tommaso, quando Gesù appare ai discepoli riuniti, non era presente.Chissà! Avrà avuto da fare, avrà avuto i suoi impegni, forse avrà avuto un imprevisto. Capita anchea noi. Insomma, c’è sempre un motivo per giustificarci e non essere presenti nelle nostre comunità.Qual è il problema? Si dice. E si aggiunge: ci sono altri che non ci sono quasi mai! Gesù, sorelle efratelli, appare alla comunità riunita. Se lo vuoi riconoscere, accogliere, ascoltare, devi essercisempre anche tu, altrimenti la tua fede si indebolisce, perché la fede vive e cresce in un popolo, nonè mai solo una questione individuale, una faccenda tra me e Dio. Infatti, Tommaso per riconoscereGesù risorto deve tornare in mezzo a quei discepoli. In fondo, era mancato solo una volta, ma quellavolta fu decisiva. Ecco il senso del nostro essere insieme per la celebrazione dell’Eucaristia, il culto,la preghiera, l’incontro.Riscopriamo, sorelle e fratelli, la forza delle fede nella condivisione della nostra vita con le nostrecomunità, per poter essere donne e uomini felici e aiutate gli altri a incontrare il Signore Gesù,nostro maestro e pastore, così da rispondere alla forza violenta del male con la mitezza e l’amore,per costruire un mondo fraterno e pacifico. E continuiamo a pregare per la pace ovunque i conflittiseminano distruzione dolore, morte.

Famiglie e giovani incontrano Beatrice Fazi: attrice, mamma, donna di speranza

Attrice, moglie – sposata con l’avvocato Pierpaolo Platania – e madre di 4 figli (Marialucia, Maddalena, Giovanni e Fabio), Beatrice Fazi sarà ospite domenica 26 gennaio a Frosinone (auditorium diocesano, viale Madrid, accanto alla chiesa di San Paolo, con inizio alle 16) di un incontro-testimonianza organizzato dagli Uffici di pastorale familiare e pastorale giovanile delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino. Impostasi all’attenzione del grande pubblico con il simpatico personaggio di Melina, nella fiction “Un medico in famiglia”, Beatrice Fazi, 52 anni, non è rimasta imprigionata in quel ruolo che pure le ha dato una grande popolarità, ma ha poi percorso una parabola professionale ascendente anche a teatro, mentre attualmente è su Tv2000, conduttrice della trasmissione di cucina “Quel che bolle in pentola”. Nell’incontro di domenica, Beatrice Fazi darà conto pure del suo percorso di fede, dalla conversione iniziale alla continua ricerca, messo nero su bianco anche nel libro “In cerca di un cuore nuovo” (edito da Piemme e che, seppur uscito da alcuni anni, viene continuamente ristampato), così come racconterà del vissuto in famiglia “piccola Chiesa domestica”, del rapporto tra coniugi e di questi con i figli. E proprio ai suoi figli, come ha raccontato di recente in una intervista al settimanale “Credere”, dice spesso: «La nostra famiglia deve essere una palestra perché voi siate delle persone degne, capaci di fare qualcosa di nobile, di bello, di grande. Non perché debbano diventare “qualcuno”, ma perché capiscano che la vita è un servizio, che non viviamo per noi stessi, che abbiamo proprio l’obbligo di fare migliore questo mondo, di partecipare». Igor Traboni

Preghiera ecumenica interdiocesana

Le diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino si apprestano a celebrare l’annuale preghiera ecumenica, nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il tema scelto per il 2025 è “Credi tu questo?” (Giovanni 11, 26) e l’appuntamento è per venerdì 24 gennaio alle 20.30, presso la chiesa San-ta Maria del Carmine a Tecchiena di Alatri. La preghiera ecumenica sarà presieduta dal vescovo Ambrogio Spreafico e vi parteciperanno i fedeli e i delegati delle Chiese presenti nel territorio delle due diocesi. Il Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani ha messo a disposizione i testi in inglese della Settimana di preghiera, che si possono scaricare dal relativo sito internet. Come di consueto, un gruppo internazionale nominato congiuntamente dal Dicastero e dalla Commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese ha lavorato sul materiale insieme ai redattori, per finalizzarlo. Considerato il significato ecumenico del 2025, sono stati inseriti anche brevi testi patristici, per lo più del primo millennio, per offrire uno spaccato della riflessione cristiana dell’epoca e per aiutare a situare le definizioni del Concilio di Nicea nel contesto in cui hanno avuto origine e dal quale sono state influenzate. Le risorse possono essere utilizzate in vari modi e sono concepite non solo per la Settimana di preghiera, ma per tutto l’anno 2025.Il 2025 segna infatti anche il 1.700° anniversario del primo Concilio ecumenico, quello di Nicea per l’appunto, convocato e presieduto dall’imperatore Costantino I, il quale intendeva ristabilire la pace religiosa e raggiungere l’unità dogmatica, minata da varie dispute, in particolare sull’arianesimo. Questa commemorazione offre un’occasione unica per riflettere e celebrare la fede comune dei cristiani, così come è stata espressa nel Credo formulato in quel Concilio. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2025 è un invito ad attingere a tale eredità comune e ad approfondire la fede che uniscetutti i cristiani. Igor Traboni

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