L’omelia del vescovo Spreafico per la Giornata della vita consacrata

Giornata della vita Consacrata – 2023 Malachia 3,1-4; Luca 2,22-40 Cari fratelli e sorelle, celebriamo questa festa sempre bella, che fa memorai della presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme, perché ci introduce nella luce che per noi è il Signore, Parola di Dio fatta carne. Sì, luce. Abbiamo bisogno di luce in questo mondo dove si lasciano spesso gli uomini e le donne al buio, il buio della guerra, della solitudine, del carcere, dell’abbandono; il buio di chi è scartato, rifiutato, come i migranti, o tanti poveri che vivono il freddo di questo tempo o quegli anziani che non vedono più neppure la luce di un loro familiare. Gesù viene, parla e illumina la vita, il mondo. Sappiamo accogliere questa luce noi, che abbiamo risposto alla chiamata del Signore a seguirlo in modo particolare? “Chi sopporterà la sua venuta? Chi resisterà al suo apparire?”, dice il profeta Malachia. A volte noi ci abituiamo alla sua presenza. La sua luce, la sua venuta, ci sorprendono ancora o sono imprigionate dalle abitudini? Simeone e Anna furono persone dell’attesa. Venne Gesù e si rallegrarono e lodarono Dio per quella luce che dava compimento alla loro attesa e anche alla loro vita. Quanto è facile far rientrare tutto, anche la nostra consacrazione al Signore, in una quotidianità ripetitiva, che poco si interroga e quindi non cambia se stessa. Care sorelle e cari fratelli, ricordiamoci di quando il Signore ci ha chiamato a seguirlo, a stare dietro a lui, ad accogliere la sua Parola come luce per il nostro cammino. Ci ha posto nella Chiesa e nel mondo, non solo nelle nostre comunità. Noi siamo al servizio del mondo in cui siamo. L’alleanza con il Signore ci rende popolo, non realtà chiuse in se stesse, che faticano a interrogarsi sul senso del loro carisma in questo cambiamento d’epoca. Voi portate nelle vostre comunità, in maniera diversa, la ricchezza di una storia che ha segnato la vostra vita e la porzione di Chiesa in cui siamo. Ringraziamo il Signore per questo, lodiamolo con rinnovata fiducia. E io vi ringrazio per la vostra operosità generosa e il vostro impegno umano e spirituale, segno prezioso in questa terra. Proprio da questa storia di fede nasce la domanda di come continuare a comunicare il vostro carisma alle persone di questo tempo, come rispondere alla loro ricerca, alle loro domande, alla fatica della loro vita. La tragica morte di Thomas ad Alatri, già segnata nel 2017 dalla uccisione di un altro giovane, Emanuele Morganti, rivela la violenza del mondo in cui siamo, che coinvolge spesso i giovani. Dove siamo davanti a questi fatti, che dietro la violenza di parole e gesti rivelano disagio, smarrimento, domande di senso e di futuro? Dove sono le nostre comunità cristiane? Dove sono gli abitanti di questa terra? Non siamo chiamati a giudicare, tanto meno vorremmo tirarci fuori e lasciar prevalere l’abituale omertà e indifferenza, complici occulte della morte. Per questo non si può camminare da soli. Qui non si tratta tanto di preservare quello che si è, di difendere le proprie istituzioni, ma di aiutarsi in questo popolo delle nostre due diocesi a vivere nel tempo in cui siamo, camminando insieme, costruendo insieme il nostro futuro, evitando di fare scelte solitarie senza ascoltarsi e confrontarsi, imparando a dare risposte segnate dalla Parola di Dio alla violenza e allo smarrimento. Per questo deve crescer lo spirito di preghiera e l’amore per la parola di Dio, che fanno allargare il cuore perché sia pieno della tenerezza di Dio Cari fratelli e sorelle, vorrei assicurarvi che sono al vostro fianco, perché so che la vita religiosa attraverso momenti non facili. Vorrei camminare con voi, perché le vostre comunità sono un tesoro prezioso nella nostra terra, e per questo devono essere luce di speranza in questo tempo difficile, di sofferenza e solitudine. L’impegno educativo di alcune vostre comunità sappia vivere la solidarietà e la reciprocità di cui sento la necessità, per non perdere la ricchezza della vostra storia, e si interroghi su come parlare ai piccoli, ai giovani e alle loro famiglie della vita e della felicità che il Signore dona a chiunque lo ascolta e si pone al servizio dei poveri. Anche tra loro possono nascere vocazioni alla vita consacrata e al sacerdozio. Il rinnovo della vostra consacrazione, che farete insieme, sia l’impegno e rinnovare la vostra vita. Lodiamo allora il Signore e rendiamogli grazie per la ricchezza dei carismi con cui feconda la Chiesa e il mondo, mentre ci affidiamo a lui perché protegga e illumini l’impegno di ognuno di voi e delle vostre comunità nel campo del mondo. Il Signore ci doni luce, fiducia e speranza. Amen.  

Caterina Castagnacci, di Alatri, ai vertici dell’Azione Cattolica regionale

CATERINA CASTAGNACCI, DI ALATRI, AI VERTICI DELL’AZIONE CATTOLICA REGIONALE! Ecco la nota di congratulazioni dell’Ac diocesana: “È con gioia che, l’Azione Cattolica diocesana, accoglie la nuova delegata regionale Caterina Castagnacci! In un tempo non facile, ma sempre profetico, siamo chiamati sempre di più, a ripartire con uno sguardo nuovo, per abitare gli spazi con dedizione e creatività. Con la certezza nel cuore che:” Il Signore compie Meraviglie! “, siamo certi che, Caterina, svolgerà il suo servizio, con passione e dedizione. Un caro augurio di Buon inizio a tutta la nuova delegazione! Buon cammino insieme a tutta l’AC!”