Giovani “sconnessi”? Niente affatto: ecco cosa hanno combinato di bello alla Festa del Ciao a Mole

I giovani… un mondo sconosciuto, bizzarro, oppositivo, inavvicinabile, assai lontano dalla realtà. Quei giovani immersi nei social e nel dolce far niente… Vi dimostro che non tutti i giovani sono così, che non tutti stanno in panciolle o in cameretta con le cuffiette alle orecchie per non connettersi col mondo degli esseri umani o dei familiari che sembrano essere di troppo e incapaci di entrare nel loro universo schermato e disattivato. Dovevate vederli i 40 e oltre giovani e giovanissimi che domenica 27 ottobre presso la parrocchia Maria Santissima del Rosario, hanno tenuto… a bada una masnada di ragazzini provenienti da Laguccio, Sant’Emidio, Pignano, Basciano, Mole Bisleti. Li hanno fatto giocare, divertire e scoprire la bellezza di stare insieme e di collaborare alla riuscita di una festa tutta a loro dedicata per l’intera giornata. I giovani erano cortesi, amorevoli, coinvolgenti con i più piccoli. Hanno agito con preparazione e competenza, si sono travestiti per far divertire…e per divertirsi. Hanno condiviso cibo e giochi, ma anche stati d’animo dei più piccoli che a volte piangevano solo per essersi sbucciati un ginocchio o per aver perso di vista la mamma o la nonna che stavano meditando proprio su di loro, sulla loro educazione, insieme agli altri genitori e con il parroco don Luca Fanfarillo.  Si è percepita la gioia di essere insieme, di dedicare il proprio tempo agli altri, di aver progettato e ipotizzato, insieme a delle giovani-adulte, un programma per la FESTA DEL CIAO che pochi anni addietro era tutta dedicata a loro. I giovani hanno bisogno di stima, di incoraggiamento, di essere stimolati e soprattutto amati. Chi non lavora e non si impegna, se è giustamente ricompensato da stima e comprensione? Apprezziamoli i nostri giovani, coinvolgiamoli i nostri giovani, stimoliamoli i nostri giovani, incoraggiamoli i nostri giovani, riprendiamoli anche quando deviano, ma soprattutto amiamoli e il nostro mondo sarà più bello e più a misura di essere umani. Ilaria D’Onorio, presidente parrocchiale Ac Mole Bisleti

L’Azione Cattolica “prende il largo”: la cronaca dell’assemblea diocesana

Nei due pomeriggi di sabato 28 e domenica 29 settembre, presso il Centro pastorale di Fiuggi, si è svolta l’annuale assemblea dei soci ( che come sempre è aperta alla partecipazione di tutti) dell’Azione Cattolica dal titolo “Date voi stessi da mangiare” (Mt 14,16). Il consueto appuntamento dà inizio all’impegno dell’anno associativo in concomitanza anche con l’inizio dell’anno pastorale. Le associazioni della diocesi, insieme alla Presidenza, presieduta da Concetta Coppotelli e a i membri del Consiglio si sono ritrovati per due giorni di formazione e programmazione sulle tematiche proposte  dagli orientamenti nazionali per il nuovo triennio 2024-2027. Ad avviare la due giorni dopo i saluti di apertura della presidente, abbiamo avuto il piacere di ascoltare la Lectio divina del vescovo Ambrogio Spreafico sull’invito evangelico di Gesù “Prendi il largo” (Lc 5, 1-11), icona biblica che l’Associazione pone a riferimento per il primo anno del suo cammino. Il Vescovo ha invitato i presenti ad attualizzare la Parola di Dio perché essa parla al nostro tempo, un tempo di grandi cambiamenti. La meditazione della Parola di Dio deve portare a rivelazioni importanti su come vivere oggi la nostra fede e come essere testimoni con chi incontriamo. L’invito a “prendere il largo” di Gesù, ha proseguito mons. Spreafico, significa portarsi al di fuori del territorio che conosciamo fidandoci di Lui e ha ricordato all’Azione Cattolica il proprio Dna , ovvero, quello di andare oltre le proprie mura perché ogni realtà associativa della chiesa è fatta per il mondo e non per se stessa. Gesù sale con noi sulla barca, ma ci sono anche altre barche intorno che non sono concorrenti, ma collaboratrici e senza le quali non si riuscirebbe a sollevare la rete ricolma di pesci che sono immagine di tutti i popoli del mondo. Per arrivare a tutti bisogna allora cercare non solo di diffondere il proprio spirito, ma anche essere capaci di vivere la propria missione con lo spirito degli altri, di fondere i diversi carismi per rispondere alle molteplici domande del mondo: attirare a Dio gli uomini e le donne che incontriamo rendendo le loro vite più umane. Occorre provarci e fidarsi come fa Pietro “…sulla tua parola getterò le reti” e ancora di più sull’esempio di Maria “…avvenga per me secondo la tua parola”, allora ciascuno di noi potrà sperimentare il compimento di un miracolo facendo divenire generativa la propria vita personale e associativa spesso in modo impensabile e inatteso (ndr). L’Assemblea ha poi ospitato un momento di formazione e sensibilizzazioni sul tema della tutela dei minori e delle persone vulnerabili, con l’intervento della dott.ssa Anna Rita Pica, psicologa presso il consultorio familiare di Ferentino e referente per la diocesi di Anagni-Alatri del Servizio interdiocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili avviato all’indomani della divulgazione della Lettera Apostolica “VOS ESTIS LUX MUNDI” di Papa Francesco del 2019 e delle Linee Guida CEI. E’ stato presentato il lavoro di formazione e ascolto svolto dal Servizio interdiocesano unitamente alle Linee guida pubblicate nel gennaio 2023 disponibili on line sul sito del Servizio interdiocesano Tutela Minori della Diocesi del Lazio Sud. La dott.ssa Pica ha spiegato il significato del crimine dell’abuso, le sue caratteristiche, le connotazioni dell’abusato e dell’abusante e come sullo sfondo ci sia come costante un uso manipolatorio della relazione educativa asimmetrica tra “grandi” e “piccoli”. E’ emerso in conclusione anche un identikit dell’educatore che dovrebbe essere una persona sicuramente maggiorenne, capace di esercitare una responsabilità in senso stretto, un testimone nei suoi atteggiamenti, in grado di rispettare i confini del suo ruolo e capace di confronto. E’ stato messo in luce il ruolo fondamentale della famiglia come luogo privilegiato dove si vive l’accettazione incondizionata e completa dell’altro, capace di generare fiducia in se stessi e dare capacità di buttarsi nella vita e nel mondo ai più piccoli. Il pomeriggio di domenica ha visto la presentazione degli Orientamenti per il triennio 2024-2027 a cura della Dott.ssa Claudia D’Antoni, ex consigliera nazionale per l’Azione Cattolica dei Ragazzi. Il discorso è partito dalla XVIII Assemblea Nazionale culminato con l’incontro  “A braccia aperte” con Papa Francesco ed ha toccato i temi dello stile che deve contraddistinguere l’Associazione e i suoi associati a tutti i diversi livelli di responsabilità e appartenenza. Nella sua relazione non è mancato il riferimento alla necessità di rinnovare giorno dopo giorno la nostra risposta generosa alla chiamata universale alla santità e a meditare l’attualità della figura del Beato Pier Giorgio Frassati che presto diventerà Santo e che in questo triennio verrà ricordato in maniera particolare come esempio del “guardare in alto e guadare verso l’altro” (P.G. Frassati), di “cristiano che crede, opera come crede, parla come sente, fa come parla” (F. Turati) come laico nella chiesa e nel mondo. All’intervento della D’Antoni, sono seguiti i gruppi di lavoro per la programmazione dei diversi settori. Nel calendario annuale, oltre alle collaborazioni con gli uffici di pastorale diocesana , sono state definite le iniziative ricorrenti (Veglia dell’Adesione, Marcia della Pace, Esercizi Spirituali, Festa dell’incontro AC e Campi estivi) e sono stati introdotti appuntamenti legati al Giubileo con particolare attenzione ai Giovani e alle Famiglie ed anche  quelle con la Pastorale Giovanile diocesana e le Suore del Preziosissimo Sangue. Entrambe le giornate di lavoro si sono concluse con la celebrazione dei Vespri solenni accompagnati dal canto e condotti dall’assistente diocesano don Rosario Vitagliano. Alla sera del sabato la grande famiglia dell’AC si è ritrovata a condividere un momento di amicizia e convivialità. La Presidenza Diocesana

I giovani di Azione Cattolica “presi per mano”: il racconto del Campo diocesano

Durante l’ultima settimana di agosto, si è svolto il campo diocesano giovani di Azione Cattolica a Canneto presso la casa salesiana “Don Enrico Vitti”. I ragazzi, della diocesi Anagni-Alatri si sono ritrovati insieme sul tema “Presi per mano”, dopo aver concluso il percorso annuale nelle parrocchie confrontandosi tra di loro attraverso le varie attività svolte. I ragazzi sono stati divisi in quattro gruppi in modo casuale, ognuno con due educatori. Schema delle giornate: • Preghiera del mattino: per iniziare la giornata e introdurre il tema. • Titolo della giornata • Versetto icona biblica: Il brano di questo anno associativo (Mc 5, 21-43) è stato suddiviso in piccoli estratti su cui sono state costruite le giornate. • Obiettivo del giorno: per focalizzare con chiarezza su cosa si concentrava la giornata. • Testimone: per rafforzare il tema e dare più spunti. • Proposta di attività • Preghiera della sera: per concludere la giornata e raccogliere quanto essa ci ha donato • Deserto • Adorazione. Attraverso questo percorso i ragazzi si sono confrontati con il loro “io” nelle diverse situazioni quotidiane alla luce del Vangelo aiutati da don Bruno Durante. Per tutti è stata una scoperta del tutto nuova, posti prima singolarmente di fronte a delle scelte da fare pensando solo a se stessi e poi confrontandosi insieme in gruppo, dove a volte la scelta fatta singolarmente nella condivisione poteva anche essere rivista o modificata. Ovviamente la settimana non è stata solo questo, ci sono stati momenti di svago e di divertimento, bellissimi momenti di animazione che a turno i gruppi preparavano ad ogni serata, una celebrazione della riconciliazione tenuta presso il Santuario della Madonna di Canneto con la presenza di diversi sacerdoti. Inoltre abbiamo fatto due bellissime escursioni e condiviso le mansioni della casa, dalla cucina ai servizi che a parer nostro hanno aiutato ancora di più a conoscersi e a fare squadra, rafforzando rapporti già in essere e di crearne di nuovi. Con questo campo abbiamo dato il via al “Torneo Azione Cattolica Diocesano” con tanto di coppa e foto allegata della squadra vincitrice. Non un torneo fine a se stesso, difatti la coppa della squadra vincente girerà in tutte le parrocchie dei partecipanti al gruppo e il prossimo anno verrà rimessa in gioco al campo giovani 2025. Alla fine del campo, ogni giovanissimo ha preso una scatola (che simboleggia il mattone) e ha inserito all’interno dei messaggi di augurio al suo angelo custode, assegnatoglielo durante la giornata del “deserto”. Dopo aver condiviso le scatole con i propri angeli custodi, i mattoni sono stati posizionati uno sopra l’altro per ricreare un muro. Dopo le conclusioni, ogni giovanissimo ha preso un mattone portandolo con sé a casa, con l’impegno di riempire la facciata vuota con l’esperienza della sua vita. Affinché il campo non sia un’esperienza fine a sé stessa ma aperta al futuro e al prosieguo delle nostre vite. Ogni emozione, ogni esperienza è un mattoncino che costruisce la nostra strada. Le esperienze belle, forti e con ampio respiro ci permettono di guardare con fiducia al futuro. Possiamo dire che questa, come negli anni precedenti, è stata un’esperienza unica che continuerà, a ripetersi nel futuro. Il campo AC è sempre un tempo prezioso che regala emozioni uniche e indimenticabili. A cura del settore Giovani di AC Diocesano

I Giovanissimi di Azione Cattolica “in scena!”

Venerdì 13 settembre presso la chiesa parrocchiale di Cristo Re a Porciano si è svolto il consueto appuntamento che chiude il tempo di “Estate eccezionale” dell’Azione Cattolica. Un’occasione per ritrovarsi dopo i Grest e i Campi scuola estivi, prima della ripresa delle attività scolastiche e del cammino associativo del nuovo anno. Arrivati numerosissimi da tutta la diocesi, ragazzi e accompagnatori sono stati accolti sul sagrato dagli animatori, sulle note della musica e con l’immancabile pallone nel vicino campo da calcetto. L’evento è entrato nel vivo con il momento di preghiera all’interno della chiesa, una Lectio divina animata dal canto e guidata dall’assistente diocesano don Rosario Vitagliano. Il brano scelto dal Vangelo di Luca (Lc 5, 1-11) – la “pesca miracolosa” – rappresenta l’icona biblica annuale ed è stato messo in scena con l’interpretazione originale e coinvolgente dell’Equipe dei Giovani di AC che ha curato anche la scenografia della rappresentazione insieme alla responsabile dell’ACR diocesana.  Don Rosario ha sottolineato ai giovani presenti i tratti salienti del racconto evangelico, l’invito a prendere il largo e a gettare le reti con fiducia piena nella Parola di Gesù: «…nel brano del Vangelo il Signore incontra Pietro, Giacomo e Giovanni mentre stanno sistemando le reti. Il Signore ci viene incontro nella vita ordinaria di ogni giorno, in quello che facciamo, con le gioie, le fatiche e le speranze che ciascuno di noi porta con sé. Pietro stava vivendo un momento difficile, tutta la notte aveva pescato ma non aveva preso nulla. Quante volte accade anche a noi, ai ragazzi, di vivere momenti in cui siamo delusi, scoraggiati, non vogliamo più fare nulla. Ma il Signore in quel momento viene a dirci una Parola, la nostra Parola, per riprendere il largo nella vita. A noi scegliere di fidarci o no di quella Parola, ma se ci fidiamo di Gesù e della sua Parola, la vita riprende e accadono miracoli come è stato per Pietro». Dopo aver realizzato la propria barchetta di carta con il motto “Prendi il largo!”, i ragazzi dai 12 ai 14 anni sono “andati in scena” varcando il sipario per il loro debutto nel mondo dei giovanissimi (15-18 anni) e presentandosi hanno indicato quale fosse il talento che avrebbero messo a disposizione del loro nuovo gruppo. Pieno di emozioni è stato anche il finale di serata: il momento del “passaggio” che si è concretizzato praticamente all’uscita dalla chiesa, passando sotto la grande rete da pesca agitata in aria; la proiezione del video con i più bei momenti vissuti al campo scuola giovanissimi dell’ultima settimana di agosto a Canneto; la grande cena in festa tutti insieme sotto le stelle. Ai ragazzi sono arrivati i saluti del vescovo Ambrogio Spreafico e della presidente Concetta Coppotelli. Erano presenti tra gli altri anche i membri del Consiglio diocesano di AC e diversi sacerdoti assistenti delle associazioni parrocchiali. Un ringraziamento particolare va alla comunità di Porciano, al parroco don Roberto Martufi e al diacono don Vincenzo Pesoli per l’accoglienza che hanno offerto, ai ragazzi, agli educatori e alle famiglie che hanno risposto con tanto entusiasmo. Buon cammino associativo, SI VA IN SCENA! di Luca Ciocci

I Campi scuola Acr, raccontati… dal profeta Geremia

“Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo.   Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita” (Papa Francesco) “Il tempo estate eccezionale” targato AC, come ogni anno, offre momenti di pausa e di riposo  che possono essere accolti come opportunità di crescita per il cammino di fede, personale e associativo, buttandosi nelle splendide esperienze dei campi-scuola.  “Hai la mia parola! Geremia, profeta di speranza”, questo è stato il tema dei Campi Scuola ACR di quest’anno. I ragazzi si sono ritrovati a Trevi nel Lazio per vivere un week-end ed una settimana di amicizia, divertimento e preghiera sui passi del profeta Geremia, aiutati dall’assistente, dai sacerdoti che man mano si sono succeduti e dagli educatori che li hanno accompagnati con disponibilità, cura e senza far mancare loro un sorriso. Tra incontri, canti, bans, confronti e passeggiate in montagna i ragazzi hanno avuto la possibilità di riscoprire la bellezza dello stare insieme, della condivisione e del riscoprire il rapporto con Gesù troppo spesso offuscato dal “rumore” della quotidianità; in particolare hanno potuto vivere momenti di preghiera sotto le stelle conclusi sempre con il tradizionale canto “Al cader della giornata”. E allora, proviamo a farlo raccontare dal profeta Geremia: “Ciao a tutti, io sono il profeta Geremia e sono qui per raccontarvi l’ultima mia impresa, non la più difficile, ma senz’altro la più complicata: portare la parola di DIO ai ragazzi dell’ACR diocesana di Anagni-Alatri che si è radunata dai diversi paesi, Anagni, Alatri, Fiuggi, Fumone, Piglio e Acuto dal 5 al 7 luglio per la fascia 9-11 anni e dal 7 al 13 luglio per i 12-14. Quando il Signore mi ha chiamato, io non volevo andare, non sapevo cosa dire a questi ragazzi così concentrati sui loro smartphone e poco propensi ad ascoltare! Il Signore allora, mi ha ricordato che è Lui a parlare, io dovevo solo dare la mia voce e così ancora una volta mi sono affidato a Lui, sono partito e ho incontrato i ragazzi all’inizio un po’ spaesati. Devo dirvi che, grazie alle mie parole, a quelle dell’assistente don Rosario Vitagliano nel primo gruppo, don Raffaele Tarice nel secondo, a tutti gli educatori che con tanto entusiasmo hanno coinvolto i ragazzi in giochi e attività varie, tutti sono usciti dal loro torpore e hanno iniziato a parlare tra di loro, a fare nuove amicizie, a sorridere …ad essere felici. Penso di averli sollecitati troppo perché continuavano anche di notte a parlare, ridere, scherzare…dovrò rivedere qualcosa! Il posto che ci ha ospitato, fresco ed ombreggiante è a Trevi nel Lazio, vicino ad una sorgente chiamata Suria dove don Pierluigi Nardi, con una semplice e significativa celebrazione, ha fatto rivivere ai ragazzi il loro Battesimo riscoprendo i simboli di questo Sacramento. E poi ancora giochi sulla fiducia nell’altro che hanno aiutato i ragazzi a capire che solo affidandosi a DIO possono portare nel mondo frutti di pace e bontà. Con mio grande dispiacere è giunto il termine dei due campi. Il parroco di Trevi nel Lazio, Don Pierluigi Nardi, ha colto l’occasione del campo scuola per farci visita e per incontrare i ragazzi e condividere con loro il percorso che stavano facendo. Dopo la messa conclusiva, celebrata da don Rosario e don Raffaele, ciascun ragazzo ha ricevuto il mandato di portare nel loro “piccolo” ciò che hanno vissuto e ascoltato nei giorni vissuti a Trevi, i ragazzi si sono salutati con la promessa di incontrarsi nuovamente il più presto possibile e dandosi appuntamento a Vallepietra dove alcuni di loro concluderanno il cammino tra i 12-14 per cominciare il loro percorso tra i Giovanissimi.  Dopo la Messa, con gli abbracci e i saluti, non sono mancati pianti dispiaciuti. Prima di congedarmi da tutti, li ho rassicurati su una cosa: il Signore rinnova sempre l’alleanza con il suo popolo come testimonianza del suo amore. Ecco allora l’ultimo segno al quale tutti sono chiamati: attaccare un cuore con il proprio nome su un filo rosso legato alla Bibbia, quel cuore che il primo giorno avevano trovato nel libro Sacro e dove avevano scritto le aspettative del campo. Buon ritorno a casa ragazzi e portate con voi questa buona notizia: il Signore vi chiama per nome per essere portatori di speranza nel mondo, voi dovete solo dire di SI!”  E dopo il racconto di Geremia, non possiamo non ringraziare la parrocchia di Morolo che ci ha consentito l’uso delle loro tende (dono di don Giuseppe Santucci) dato che i posti della casa non erano sufficienti al numero delle richieste, un grazie a Renato e Rossella, cari amici neocatecumenali che ci hanno supportato in questo. Al gruppo di adulti che hanno montato e smontato il campo, a chi si è occupato dei rifornimenti, alle cuoche che si sono alternate in cucina e a tutti gli adulti che, affiancati dai giovani, hanno permesso la realizzazione dei due campi sostenendo i gruppi ACR. Infine, un grazie speciale ad Eleonora Frattali, responsabile ACR Diocesana che si è spesa senza riserve, all’assistente unitario don Rosario Vitagliano e con piacere alla disponibilità di don Raffaele Tarice, parroco di Piglio e don Pierluigi Nardi parroco di Trevi nel Lazio.     La Presidenza Diocesana AC di Anagni-Alatri

Sul Viglio e sulle orme di Frassati la “Festa della Croce”

Come ogni anno la prima settimana di luglio ricorre la Festa della Croce, posta sul Monte Viglio. Questa bellissima escursione è parte del sentiero Pier Giorgio Frassati del Lazio, sulle orme di questo ragazzo che amava portare i suoi amici in montagna per spingere il loro sguardo «verso l’Alto» e che sarà dichiarato santo il prossimo anno. Il giovane beato torinese, amante di Dio e degli uomini, sarà canonizzato durante il Giubileo del 2025. I Sentieri Frassati sono nati negli anni ’70, uno per ogni regione d’Italia, con un’iniziativa popolare sostenuta dall’Azione Cattolica, dal Club Alpino Italiano e dai Vescovi italiani. Nel Lazio il Sentiero è un’esperienza di cammino pensata per tre giorni, dal Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra alla Certosa di Trisulti, che nel suo tratto centrale percorre la bellissima cresta dei Monti Cantari passando sulla vetta del Viglio. Proprio su questo tratto del Sentiero Frassati, domenica 7 luglio ci siamo incamminati per percorrere i circa 550 metri di dislivello che separano il passo di Serra sant’Antonio dalla croce di vetta, posta nel 1973 su iniziativa dei giovani dell’Azione Cattolica di Anagni. Il Vice presidente Giovani Lorenzo Trinti e un gruppetto di associati si sono messi in cammino verso la vetta. E’ lo stesso vice presidente giovani che così racconta: «La giornata è partita bene, ma sappiamo che la montagna è imprevedibile, difatti lungo il cammino il tempo è peggiorato bruscamente, siamo incappati in un forte vento e tanta pioggia, ma nonostante le avverse condizioni meteo con tanto animo e buona volontà abbiamo proseguito la salita. Ci siamo sostenuti, incoraggiati e aiutati l’un l’altro a dimostrazione che nella vita c’è sempre qualcuno su cui poter contare e pronto a sostenerti, ed anche se non tutti sono saliti in vetta, è stato, davvero, significativo il camminare insieme nella difficoltà del momento. Insieme a noi, come ogni anno, erano presenti anche tanti soci del C.A.I. In vetta era prevista la celebrazione della Messa che, a causa del maltempo, è stata poi celebrata alla fine della discesa a valle». A cura della presidenza dell’Azione Cattolica diocesana 

“Questa è casa tua”: famiglie in festa con l’Azione Cattolica

Nel mese di giugno di ogni anno l’Azione Cattolica diocesana si incontra unitariamente per fare festa e quello che conta non è tanto il luogo, il programma della giornata, ma l’incontro, ritrovarsi tutti insieme, adulti/issimi, giovani/issimi, ragazzi e famiglie, parte di una realtà che esiste proprio grazie all’esistenza di ognuno. Sabato 8 giugno ci siamo ritrovati presso il bellissimo Parco naturale dei Monti Lepini, sito nel Comune di Sgurgola, un oasi di verde e di pace, gestito e curato eccezionalmente dal dottor Francesco Antonelli e dalla sua famiglia. Una vera scoperta per tanti di noi che non avevamo idea di quanta bellezza racchiudesse quel luogo che si intonava a meraviglia con il tema guida della giornata: “Questa è casa tua”. Ci siamo ritrovati in tanti, provenienti da diverse realtà parrocchiali della nostra diocesi. Non mancava il nostro assistente unitario don Rosario Vitagliano insieme a don Agostino Santucci e Padre Albert Leal Celis della parrocchia di Sgurgola. La giornata è iniziata con una colazione di benvenuto, proseguita con bans, canti e giochi preparati dai giovani. Dopo il saluto della presidente diocesana Concetta Coppotrelli i gruppi sono stati guidati nella visita del parco dal dott. Antonelli che ci ha illustrato tutta la flora che incontravamo lungo il percorso riscuotendo interesse ed entusiasmo di tutti i partecipanti. Terminata la visita, divisi per settori, gli adulti e i giovani, si sono confrontati su alcune tematiche riprese dal documento preparatorio alla Settimana Sociale dei Cattolici in Italia che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio, dando luogo a dei “Laboratori di partecipazione” come piccole piazze della democrazia. I giovani, con l’aiuto dell’avvocato Daniele Bruno, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù e di sua moglie Valentina, una coppia di sposi impegnati e di don Rosario, si sono confrontati sul tema: “La comunità come luogo della libertà e della legalità” dove è emersa la consapevolezza che ognuno di noi può contribuire nel suo piccolo ad un cambiamento e la necessità sì di ascoltare l’altro, ma anche l’esigenza di essere ascoltati. “Comunità come il luogo della libertà, in cui tutti sono rispettati, tutti sono custoditi, tutti sono protagonisti, tutti sono impegnati in favore degli altri” e la “giustizia come una virtù che agisce tanto nel grande, quanto nel piccolo e che: non riguarda solo le aule dei tribunali, ma anche l’etica che contraddistingue la nostra vita quotidiana.” Gli Adulti, suddivisi in tre gruppi, insieme ai coordinatori Luca Ciocci, Antonio Salvi e Massimo Cerasaro, si sono confrontati sui seguenti temi:  L’ACR, insieme agli educatori ha predisposto un laboratorio pratico relativo ad un corretto uso delle risorse della terra e su come non sprecarle inutilmente. Terminati i momenti di confronto, i relatori di ogni settore hanno restituito a tutti i presenti le condivisioni emerse, per brevità ne riportiamo alcuni spunti salienti. Il primo tema sul desiderio di una ripartenza ha preso spunto dalle parole di Papa Francesco: “Non possiamo risanare la nostra relazione con la natura e l’ambiente senza risanare tutte le nostre relazioni umane” (Laudato Si 119). Se non ci si prende cura dell’uomo è impossibile curare l’ambiente. Occorre dunque porre attenzione alla cura soprattutto degli anziani spesso soli o parcheggiati nelle Rsa che vivono gli ultimi anni della loro vita in una condizione di solitudine, senza nulla togliere al lavoro che tanti operatori sanitari fanno con amore in queste strutture. ll secondo tema, che in questi giorni ha avuto una triste conferma, ovvero il tema della cittadinanza attiva: poco meno di un italiano su due non ha esercitato il proprio diritto di voto, si rileva un cittadino con diritti e doveri quasi teorici sempre più rintanato nel proprio individualismo perché non viene ascoltato, oggi più di ieri si avverte la mancanza di partecipazione alla vita sociale, pubblica e comunitaria che ci fa tutti più poveri. Qualcuno ha ricordato che Paolo VI ebbe a dire che la politica è una delle più alte forme di carità. Il terzo punto Educazione, cultura e formazione ha messo a fuoco la centralità della famiglia nel ruolo educativo dei più piccoli e del benessere della società: “Nella famiglia vengono inculcati fin dai primi anni di vita i valori morali, si trasmette il patrimonio spirituale della comunità religiosa e quello culturale della Nazione. In essa si fa l’apprendistato delle responsabilità sociali e della solidarietà.” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 213). Il mondo oggi non ha bisogno di maestri ma di testimoni, e i maestri sono riconosciuti come tali solo in quanto testimoni credibili. Lo svuotamento della cultura contemporanea dei valori cristiani ci chiede di tornare all’essenzialità del Vangelo. Un modello educativo diventa cultura quando è condiviso ed appartiene a tutta una comunità di persone. A seguire, la celebrazione della Messa (nella foto) immersi nella natura del bosco, officiata dall’assistente unitario don Rosario che ci ha fatto riflettere sul cambiamento del cuore, docile allo Spirito. Durante la celebrazione, è stato condiviso anche “un minuto per la pace” promosso dal FORUM INTERNAZIONALE AZIONE CATTOLICA (FIAC) dal 2014. Il pranzo è stato momento di ulteriori relazioni e di confronto ma soprattutto di festa e di gioia. Abbiamo concluso la giornata divertendoci con attività e giochi che hanno coinvolto tutti i presenti e, per finire, abbiamo donato e piantato insieme ai proprietari del parco un albero di ulivo, messo in dimora con la collaborazione dei giovanissimi e donato ai partecipanti un vasetto con semi di girasole. Al termine, saluti e abbracci per tutti in attesa delle prossime attività estive. «Insieme è la parola chiave per costruire il futuro: è il noi che supera l’io per comprenderlo senza abbatterlo, è il patto tra le generazioni che viene ricostruito, è il bene comune che torna a essere realtà e non proclama, azione e non solo pensiero» (Instrumentum Laboris, n. 29). Il bene comune diventa bene comune globale perché abbraccia anche la cura della casa comune. Occorre un discernimento attento per cercare assieme come realizzarlo, in uno stile sinodale che valorizzi a un tempo competenza e partecipazione, che sappia essere attento alle nuove generazioni.

Intelligenza artificiale: il convegno di Azione Cattolica

 “Intelligenza artificiale e pace”, questo il titolo del messaggio di papa Francesco al mondo intero, per la 57° giornata mondiale per la pace, celebrata lo scorso 1° gennaio. Messaggio che ha ispirato il settore adulti dell’Azione Cattolica diocesana a dare vita al convegno dal titolo ‘Intelligenza artificiale: prospettive e sfide etiche’, tenutosi presso il Centro pastorale di Fiuggi. Numerosi i partecipanti intervenuti per ascoltare don Alessandro Picchiarelli, relatore esperto del settore; sacerdote della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, ha studiato Ingegneria informatica e delle telecomunicazioni presso l’Università degli Studi di Perugia, ha conseguito la laurea in Teologia presso l’Istituto Teologico di Assisi e alla Gregoriana di Roma e attualmente svolge la sua attività di docente presso la scuola interdiocesana di Teologia di Foligno. E’ anche docente del corso sull’Etica della tecnologia presso l’Istituto Teologico e di Scienze Religiose di Assisi, collabora con l’Istituto Affari Internazionali di Roma ed è l’autore del libro “Tra profilazione e discernimento, la teologia morale al tempo dell’algoritmo”: volume che accoglie l’invito di papa Francesco, rivolto ai teologi e agli ingegneri informatici, di «impegnarsi in uno sviluppo etico degli algoritmi, di farsi promotori di un nuovo campo dell’etica per il nostro tempo, l’ ‘algor-etica’». Al centro del convegno, la riflessione su come il nostro essere immersi in un mondo sempre più tecnologicizzato, porti a non chiederci più come funziona una certa tecnologia ma a darla per scontata, impedendoci di renderci conto dell’impatto vero che essa ha nella nostra vita. «Gli artefatti tecnologici – ha spiegato don Alessandro – prendono sempre più decisioni per l’uomo, sull’uomo e con l’uomo. Gli algoritmi, oggi, decidono cosa deve essere visto e cosa può essere ignorato, cosa può essere conosciuto e cosa è bene non divulgare, cosa può interessare a qualcuno o cosa non tocca la curiosità di un utente, assumendo dunque un ruolo sociale importante nella creazione di valori, di cultura e di conoscenza, quasi sostituendosi all’uomo. Una Intelligenza artificiale che non è così intelligente, che ‘vive’ totalmente delle informazioni che l’uomo volontariamente e non, concede agli artefatti tecnologici cui si affida per soddisfare i propri bisogni. Bisogni che, senza una ‘governance etica’ vengono stimolati e pilotati, con l’effetto di annientare la volontà umana».  Un convegno che ha trovato grande curiosità nei partecipanti che, con attenzione, si sono coinvolti anche con numerose domande. A don Alessandro Picchianelli, il ringraziamento dell’Azione Cattolica diocesana e di tutti coloro che hanno colto l’importanza di pensare lo sviluppo tecnologico come fonte di possibilità di comunicazione e informazione, soprattutto quando organizzati e orientati alla luce di un’immagine di persona e del bene comune che ne rispecchi le valenze universali. Giusy Secondino Presidenza Diocesana Azione Cattolica

Azione Cattolica “A braccia aperte”: il racconto di un’esperienza

L’evento nazionale “A Braccia Aperte” dell’Azione Cattolica, che si è svolto il 25 aprile in piazza San Pietro a Roma, ha rappresentato un momento di profonda spiritualità e condivisione per migliaia di persone provenienti da ogni angolo d’Italia. L’evento nazionale “A Braccia Aperte” dell’Azione Cattolica, che si è svolto il 25 aprile in piazza San Pietro a Roma, ha rappresentato un momento di profonda spiritualità e condivisione per migliaia di persone provenienti da ogni angolo d’Italia. Anche la diocesi di Anagni-Alatri, con i partecipanti che si sono alzati prima dell’alba e muovendo dai diversi paesi con più di 200 persone, si è diretta verso piazza San Pietro piena di entusiasmo, con l’assistente don Rosario Vitagliano, adulti, giovani e bambini e diversi assistenti parrocchiali. Dalla nostra diocesi, nei giorni precedenti, si sono resi disponibili anche dei volontari (giovani e adulti) che, distribuiti nei diversi punti, insieme a tanti altri volontari arrivati da tutta l’Italia, hanno aiutato il Centro nazionale per l’accoglienza delle diocesi. Il cuore dell’evento è stato l’incontro con Papa Francesco, durante il quale sono stati pronunciati messaggi di speranza e di misericordia. Il Papa ha accolto con gioia gli oltre 80 mila partecipanti provenienti da tutte le diocesi d’Italia, sottolineando l’importanza di vivere con il cuore aperto all’abbraccio misericordioso di Dio. Le sue parole hanno ispirato e confortato i presenti, invitandoli a mettere al centro delle loro vite l’amore e la misericordia. Le sue parole: «Il titolo che avete scelto per il vostro incontro è infatti “A braccia aperte”. L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana. La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza, a cui ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello del congedo dal cammino terreno. E soprattutto è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama, ci ama per primo e non smette mai di stringerci a sé, specialmente quando ritorniamo dopo esserci perduti, come ci mostra la parabola del Padre misericordioso (cfr Lc 15,1- 3.11-32). Cosa sarebbe la nostra vita, e come potrebbe realizzarsi la missione della Chiesa senza questi abbracci? Perciò vorrei proporvi, come spunti di riflessione, tre tipi di abbraccio: l’abbraccio che manca, l’abbraccio che salva e l’abbraccio che cambia la vita.” La festa poi è continuata con degli ospiti di eccezione come Neri Marcorè e Giovani Caccamo che hanno animato la piazza, ma i protagonisti sono stati come sempre i ragazzi. Belle le testimonianze di giovani e adulti di AC che hanno accolto a loro volta dei giovani e ragazzi scappati dalla guerra in Ucraina, toccanti sono state le parole dei giovani e adulti dell’Emilia che, nonostante la grande tragedia dell’alluvione, si sono messi in gioco, diventando anche loro degli “angeli del fango”. Forte la testimonianza sulla pace del Cardinale Pizzaballa, direttamente da Gerusalemme. La festa poi è continuata con balli e canti animati dal coro di Avezzano. Dopo l’incontro con Papa Francesco, circa 600 delegati provenienti da ogni parte d’Italia si sono riuniti a Sacrofano, nella Domus Fraternae, per la 18ª Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica che aveva come titolo “Testimoni di tutte le cose da lui compiute”. Durante questa assemblea, i delegati delle varie presidenze diocesane hanno lavorato intensamente sul documento assembleare, che diventerà poi documento per gli orientamenti triennali. Inoltre, i delegati sono stati chiamati a votare il nuovo consiglio nazionale, assumendo un ruolo chiave nell’orientare le attività dell’associazione. L’Assemblea nazionale non è stata solo un’occasione di lavoro intenso, ma anche di condivisione, riflessione e preghiera. Durante la giornata di venerdì, i partecipanti hanno vissuto una bellissima adorazione eucaristica presieduta dal cardinale Parolin. Durante questa toccante cerimonia, è stata annunciata con gioia la notizia che il beato Pier Giorgio Frassati sarà proclamato santo nel prossimo anno giubilare, un momento di grande gioia e di rinnovata ispirazione per tutti i presenti. Le giornate si sono aperte con la presenza dell’Assistente e di volta in volta dei cardinali Semereraro, Zuppi, Grech, Farrel. Durante l’Assemblea, il presidente nazionale della Azione Cattolica, Giuseppe Notarstefano, ha colto l’occasione per esprimere gratitudine a tutti i partecipanti, con parole toccanti, ha dichiarato: «Ringraziamo tutti coloro che hanno dato la disponibilità alla candidatura al Consiglio Nazionale, rendendo possibile questa competizione democratica. In Azione Cattolica vogliamo vivere e offrire una pratica della democrazia, perché dentro le regole della democrazia c’è l’attenzione al più debole. Da piazza San Pietro l’Azione Cattolica italiana ha scelto di allargare le braccia: nella stagione sinodale che stiamo attraversando e alla vigilia del Giubileo, l’associazione, in conclusione alla XVIII assemblea nazionale, desidera vivere in maniera significativa il tempo presente, tenendo a mente che non ci sono tempi buoni e cattivi, ma solo occasioni per vivere il proprio impegno a servizio del Vangelo nella Chiesa e nel paese». “A Braccia Aperte” ha offerto a migliaia di persone l’opportunità di rinnovare la propria fede, di incontrare il Santo Padre e di condividere esperienze e progetti per un impegno sempre più concreto nella testimonianza del Vangelo. L’abbraccio misericordioso di Dio continua ad essere al centro dell’azione e della vita dell’Azione Cattolica, che si conferma un importante punto di riferimento per la comunità ecclesiale e per la società italiana nel suo insieme. A cura della Presidenza diocesana di Azione Cattolica Il cuore dell’evento è stato l’incontro con Papa Francesco, durante il quale sono stati pronunciati messaggi di speranza e di misericordia. Il Papa ha accolto con gioia gli oltre 80 mila partecipanti provenienti da tutte le diocesi d’Italia, sottolineando l’importanza di vivere con il cuore aperto all’abbraccio misericordioso di Dio. Le sue parole hanno ispirato e confortato i presenti, invitandoli a mettere al centro delle loro vite l’amore e la misericordia. Le sue parole: «Il titolo che avete scelto per il vostro incontro è infatti “A braccia aperte”. L’abbraccio è una delle espressioni più spontanee dell’esperienza umana. La vita dell’uomo si apre con un abbraccio, quello dei genitori, primo gesto di accoglienza, a cui ne seguono tanti altri, che danno senso e valore ai giorni e agli anni, fino all’ultimo, quello

Concetta Coppotelli confermata alla guida dell’Azione Cattolica diocesana

Il vescovo Ambrogio Spreafico ha confermato Concetta Coppotelli alla guida dell’Azione Cattolica diocesana per il triennio 2024/2027. Concetta Coppotelli, 64 anni, pensionata di un’industria farmaceutica, sposata da 37 anni con Massimo Cerasaro, madre di 4 figli e nonna di Riccardo e Ginevra,  negli anni ha ricoperto vari incarichi nell’Azione Cattolica, fino alla presidenza diocesana; è anche referente diocesana per il Sinodo. Di seguito pubblichiamo un suo saluto e alcune note di don Bruno Durante. Saluto di Concetta Coppotelli: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua Parola” (Lc 1, 38). Con queste parole, Maria, madre del nostro Salvatore e madre nostra, accetta il progetto di Dio. Ogni socio di AC, nel momento in cui riceve la tessera dell’Associazione, deve far proprie queste parole della Vergine Santa ed Immacolata. Infatti, aderire all’AC significa rispondere senza esitazione alla chiamata di Dio; accettare, come Maria, di accogliere Gesù Cristo nel nostro cuore per rispondere alla vocazione che anima ogni membro dell’Associazione! «Viviamo nel mondo riconoscendone il valore, ma liberi da ogni logica che lo assolutizza e ne fa un idolo. Si può essere cristiani solo a condizione di compiere delle scelte, consapevoli che non tutte quelle possibili sono compatibili con il Vangelo» (Progetto formativo, 4.0). E poiché il legame di Dio con noi ci fa creature libere, ciò va vissuto nella responsabilità: siamo chiamati a rispondere del dono che Egli ci ha fatto vivendo all’altezza di esso e realizzando in noi il Suo progetto. Siamo chiamati ad abitare il nostro tempo con slancio missionario. Questo è il tempo che ci è dato di vivere ed è in questo tempo, non in altre stagioni, che abbiamo la responsabilità di cogliere i segni della presenza di Dio. “E’ compito proprio del fedele laico annunciare il Vangelo con un’esemplare testimonianza di vita, radicata in Cristo e vissuta nelle realtà temporali”. In modo particolare ciascuno è chiamato a vivere il suo tempo prendendosi cura dei fratelli che incontra: è il Signore che ce li affida. Amare l’altro, aiutarlo a crescere, accompagnarlo nei suoi percorsi di vita è la nostra vocazione laicale. E allora ECCO IL NOSTRO SI’, ecco il mio SI! Carissimi fratelli e sorelle dell’Azione Cattolica di Anagni –Alatri, desidero prima di tutto ringraziare il nostro Vescovo, Mons. Ambrogio Spreafico per la fiducia che indegnamente ha riposto in me per questo secondo mandato. A lui e alla Chiesa tutta, tutti insieme, garantiamo la preghiera e il nostro contributo di laici associati che, in comunione con la Gerarchia, condividono ansie e fiducia nel progetto di Dio per la nostra Chiesa diocesana. Sono profondamente grata al Signore per tutti gli amici di Azione Cattolica passati e recenti con cui ho condiviso e continuo a condividere un pezzo di strada. Nulla sarebbe stato senza la generosità dei tanti Presidenti diocesani che mi hanno preceduta, hanno seminato largamente e che ancora oggi sono sempre a disposizione per confronti e consigli sempre preziosi. Un grazie ai sacerdoti assistenti che accompagnano e accompagneranno i nostri cammini associativi diocesani e parrocchiali. Un grazie alla Presidenza e al Consiglio uscente del quadriennio appena terminato con cui abbiamo vissuto tempi non facili che ci ha visti fare i conti con una pandemia che, nonostante tutto, non ha scoraggiato il servizio che mai è venuto meno. Mi preme sollecitare un’attenzione particolare al cammino Sinodale voluto da Papa Francesco, che riguarda tutta la Chiesa, cammino nel quale l’Azione Cattolica diocesana è pienamente immersa, per camminare insieme sotto la guida dello Spirito e, realizzare con tutti, questo “noi più grande”. Sono particolarmente grata per tutti i volti incontrati, le mani strette, gli abbracci, le risate e i pianti raccolti, gli amici dei movimenti e delle comunità, le religiose e i religiosi, le monache di Clausura con cui abbiamo condiviso attività diocesane per costruire il “NOI”. Un pensiero particolare non può non essere rivolto a tutti i soci e assistenti defunti che sono nelle mani di Dio gustando il Paradiso e che sono certa, ci sostengono da lassù. Vi abbraccio tutti e confido nella preghiera e nel sostegno di ognuno come io farò con voi! Questa invece la nota di don Bruno Durante: Concetta me la ricordo in AC da sempre. Educatrice ACR all’inizio, in quel tempo entusiasmante del post-Concilio, fervente d’innovazione e di desiderio di partecipazione. Si era come impregnati della dignità appena riscoperta del laicato, ma soprattutto desiderosi di partecipare alla nuova stagione di corresponsabilità ecclesiale. Allora si partecipava e si apparteneva perché contagiati della gioia d’incontrarsi, di approfondire, di conoscere, per meglio identificarsi come cristiani e come cittadini. Una stagione straordinaria e stupenda! Ha svolto il ministero, come con una punta d’orgoglio lo si chiamava, di educatrice ACR, mentre frequentava il gruppo giovanile guidato da Pina Giacomini, ora madre Costanza, clarissa gioiosa nel monastero di Borgo Valsugana in Trentino. Le succedette nello stesso servizio. La vita in AC a quel tempo ferveva: oltre gli incontri settimanali per la formazione ordinaria, Concetta era sempre presente ai raduni, ai campi scuola, e poi cresceva nella coscienza della Chiesa particolare con le visite alle associazioni parrocchiali. Gli esercizi spirituali annuali, finalmente portavano al culmine la spiritualità che la caratterizzava di cristiana nel mondo, a servizio della Chiesa. La sua affabilità le permetteva una relazionalità semplice, profonda, mai elitaria ed esclusiva.  Ha vissuto la responsabilità del settore giovanile, fino a quando sposa di Massimo Cerasaro; dopo una breve pausa, fu cooptata, come coppia di sposi, nel consiglio diocesano per seguire l’Area Famiglia e Vita. Una scelta felicissima perché la famiglia è apparsa da subito lo spazio congeniale del suo impegno, emerso decisamente in questi tempi difficili, sia dal punto di vista sociologico per la crisi della stessa, sia associativo per il progressivo assottigliamento delle appartenenze all’AC. E comunque si sono manifestate più chiaramente la sua forza tranquilla, l’equilibrio, la costanza, la capacità di accompagnamento delle persone. Capacità che oggi più di ieri, si manifestano nel servizio gratuito alla Chiesa diocesana, dopo il rinnovo da parte del nostro Vescovo S.E. Mons. Ambrogio Spreafico, della carica di Presidente diocesana per il triennio 2024-2027 e nel servizio alla parrocchia di San Giovanni, insieme al marito, con il Parroco e un’altra coppia di amici