Il vescovo ai giovani della Gmg: «La vita è incontro, non realtà virtuale»

La vita è un incontro, è un insieme di relazioni «e questo pellegrinaggio che state per compiere verso Lisbona è un segno proprio di quello che dovrebbe essere la vita tutta, e non solo la vita della Chiesa, uscendo dai nostri piccoli mondi e pensando che questi rappresentino il centro di tutto». Così il vescovo Ambrogio Spreafico nella serata di venerdì 21 luglio si è rivolto ai giovani delle diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri che dal 1° al 9 agosto saranno in Portogallo per la Gmg mondiale. La consegna del mandato ad una rappresentanza dei 53 giovani che andranno a Lisbona (alcuni ragazzi erano infatti assenti alla serata perché impegnati nelle attività estive di parrocchie e associazioni) ha rappresentato proprio un momento di incontro, oltre che di preghiera, nella chiesa di Santa Maria Goretti a Frosinone. Nel suo saluto ai presenti, il presule ha rimarcato la necessità di liberarsi «dei tanti io in cui oggi pensiamo di trovare realizzazione, compresi quei giovani tra i 25 e i 35 anni che in tutto il mondo e in Italia, dove sono circa centomila, hanno scelto di vivere separati, fuori dal mondo, collegati solo con i social. Ma la vita non è una realtà virtuale, la vita è incontro, è vivere davvero la realtà, stare insieme, condividere, rispondere con gentilezza, aiutare chi soffre e ha bisogno. Queste sono le cose che esprimono la bellezza della vita della Chiesa ma anche e soprattutto dell’umanità». L’invito di Spreafico ai giovani che andranno alla Gmg è stato quindi quello di «costruire il futuro insieme, perché andare verso un luogo, come voi vi apprestate a fare, è sempre una scelta. E questo uscire dal nostro mondo è anche il senso del pellegrinaggio, proprio come fece Abramo che uscì dalla sua terra senza neppure sapere dove doveva andare, ma fidandosi di Gesù». In Portogallo, dunque, per un incontro che poi duri per tutta la vita e per veder germogliare quel seme, ha aggiunto monsignor Spreafico rifacendosi alla figura del seminatore, che il Signore ci dona, «un seme che germoglia ed è anche segno di grande speranza, perché il Signore vuole irrorare il nostro cuore e non cessa mai di far cadere il seme nella nostra vita. Dobbiamo accoglierlo, perché questo seme arricchisca anche le nostre comunità». La serata – che peraltro si può rivivere sui social diocesani anche con un video realizzato da Filippo Rondinara – è poi proseguita con varie indicazioni tecniche e logistiche (i ragazzi delle due diocesi ad esempio alloggeranno presso alcune famiglie in una località poco distante da Lisbona) fornite da Andrea Crescenzi, della pastorale giovanile di Frosinone, che coordinerà la spedizione di questi 53 giovani, molti dei quali peraltro alla prima esperienza di Gmg, coadiuvato da Simona Mastrantoni, Ilaria Fiorini, Elisa Finocchi, Carlo Cerasaro, dei seminaristi Federico Mirabella, Lorenzo Ambrosi e Lorenzo Sabellico, e con la… supervisione, anche e soprattutto spirituale, di don Francesco Frusone, don Francesco Paglia e suor Silvia Jaku. È buon pellegrinaggio a tutti! Igor Traboni

Insieme, con gioia e trepidazione: i nostri giovani verso la Gmg di Lisbona

Ultimi preparativi per la spedizione dei giovani delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino che all’inizio di agosto saranno a Lisbona per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù e all’incontro con papa Francesco. Venerdì 21 luglio, alle 20 nella chiesa di Santa Maria Goretti a Frosinone, il vescovo Ambrogio Spreafico incontrerà questi giovani per consegnare loro il mandato per la Gmg, una maglietta appositamente preparata dalle pastorali giovanili delle due diocesi e il kit del pellegrino. Il 1°agosto prossimo sul pullman che poi farà rotta verso il Portogallo, attraversando Francia e Spagna, saliranno in 53 (30 femminucce e 23 maschietti), soprattutto tra i 17 e i 23 anni, accompagnati da don Francesco Paglia e don Francesco Frusone, responsabili delle pastorali giovanili e vocazionali delle due diocesi, dai seminaristi Lorenzo Ambrosi, Federico Mirabella e Lorenzo Sabellico e da suor Silva Jaku, sempre della pastorale giovanile. Va ben sottolineato il clima di grande collaborazione di questi giovani durante l’intensa fase preparatoria, fatta di incontri spirituali e formativi (nella foto, uno di questi, tenutosi a Mole Bisleti), anche con la presenza del vescovo Ambrogio Spreafico, come quello di Pentecoste. Ma non è mancata quell’unione che fa la forza anche nell’affrontare e superare alcuni… scogli logistici (e non di poco conto, soprattutto per quanto concerne ad esempio i pernottamenti durante il viaggio). Questi giovani si sono subito “trovati” tra di loro, intessendo nuovi rapporti personali ed amicizie, oltre ogni eventuale campanilismo che talvolta arriva dall’unione di due diocesi e quindi da realtà diverse, seppur limitrofe «ma chi altri, se non i giovani, poteva dare un esempio di accoglienza e inclusione?», argomenta Andrea Crescenzi, responsabile della pastorale giovanile della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e della spedizione ciociara in terra lusitana, dall’alto della sua esperienza, visto che è alla quinta Gmg e in una di queste (a Colonia, per la precisione) ha anche conosciuto Marcella, che poi ha sposato e che sarà con lui anche in questo viaggio. «Anche se questa è per l’appunto la mia quinta Gmg – riprende Andrea – devo dire che stavolta ho subito notato un clima di particolare affiatamento tra i ragazzi, anche nel superare le varie difficoltà logistiche. Certo, sarà una Giornata mondiale un po’ diversa dalle altre e non so esattamente cosa aspettarmi, ma lo vedrò e la vivrò con loro, con questi ragazzi che in fin dei conti sono i primi millennial ad una Gmg. Davvero sono curioso di vedere come questi giovani affronteranno un’esperienza del genere e anche per me sarà bello e utile scoprirlo! Abbiamo cercato di prepararci al meglio, con vari momenti di riflessione che proseguiranno anche nel viaggio in autobus, debitamente guidati dai due sacerdoti che ci accompagneranno». A supportare Andrea nel coordinare i due gruppi diocesani ci saranno anche Simona Mastrantoni, Carlo Cerasaro, Elisa Finocchi e Ilaria Fiorini. E proprio quest’ultima ci consegna alcune riflessioni, ad iniziare proprio dallo spirito che li sta animando in questa fase preparatoria: «Penso che la collaborazione e, in questo caso, l’unione tra le due pastorali giovanili, sia sempre occasione di arricchimento e di crescita. Già dai primi incontri preparatori in vista della GMG si è manifestato un grande spirito di squadra; il fatto di non conoscersi o conoscersi poco non è mai stato un ostacolo, ci siamo riconosciuti nella voglia di creare e vivere qualcosa di molto bello e intenso tutti insieme. Parteciperemo alla Gmg con la voglia innanzitutto di condivisione, tra noi e con le tantissime persone che incontreremo, e con la speranza di vivere un momento di fede intenso, che possa poi rimanere in noi e accompagnarci una volta tornati a casa». Una Gmg da… vivere anche nel lungo tragitto sul torpedone, da e per Lisbona: «Il viaggio che affronteremo – aggiunge Ilaria – sarà da un lato sicuramente faticoso, ma dall’altro ci darà anche occasione di conoscerci meglio tra di noi e farci sperimentare l’andare del pellegrino, con momenti sicuramente pieni di gioia, ma anche con le difficoltà che ogni “cammino” porta con sé. Approfitteremo delle tante ore in pullman per cominciare ad entrare nello spirito della Gmg da un punto di vista conviviale, ma soprattutto spirituale. Credo che soprattutto per i più giovani del gruppo sia importante comprendere il senso profondo di questa esperienza, affinché possa davvero segnare positivamente la loro vita e il viverla un po’ da pellegrini contribuirà a tutto questo». E poi ci sarà il ritorno a casa, quando tutto auspicabilmente non potrà essere come prima… «Siamo chiamati ad essere una Chiesa in uscita, come tante volte ci ricorda papa Francesco, e penso che questo compito spetti in maniera particolare a noi giovani che viviamo in mezzo ad altri giovani spesso lontani dalla fede e dalla Chiesa. Non si può trasmettere un messaggio o cercare di parlare ai “lontani”, rimanendo a nostra volta lontani. E’ invece necessario “stare in mezzo”, non chiudersi nei propri gruppi e nelle proprie parrocchie, ma uscire, incontrare, ascoltare. Mi piacerebbe – chiosa Ilaria – che una volta tornati dalla Gmg tutti noi avvertissimo questa esigenza di testimoniare e, per quanto possibile, trasmettere agli altri la vera felicità e la vera gioia che nascono dallo stare insieme, dal condividere momenti belli ed intensi come saranno quelli della Gmg, dall’amore e dal rispetto della propria vita e di quella degli altri». Igor Traboni

I giovani raccontano la veglia per le vocazioni che hanno organizzato

La Pastorale giovanile e vocazionale della diocesi di Anagni-Alatri, in occasione della 58° giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, si è ritrovata insieme, venerdì 23 aprile, presso la parrocchia Maria Santissima del Rosario a Mole Bisleti, alla presenza del vescovo monsignor Lorenzo Loppa e del parroco e responsabile della pastorale giovanile don Luca Fanfarillo, per un momento di preghiera. La veglia, dal titolo “La santificazione è un cammino comunitario da fare a due a due” (GE 141), è stata vissuta intorno a tre tappe principali: -“la sorpresa di un incontro”: è in quell’incontro speciale che intravediamo una gioia capace di saziare la nostra vita. A quell’incontro dobbiamo però rispondere con coraggio, perché anche se in modi diversi, tutti siamo chiamati a qualcosa di grande. La vita non deve restare impigliata nelle reti del non-senso e di ciò che anestetizza il cuore. -“uscire da se stessi”: ogni vocazione richiede sempre un esodo da se stessi per focalizzare la propria esistenza su Cristo e sul suo Vangelo. Ascoltare, seguire Gesù, lasciarci trasformare interiormente dalle sue Parole, affidarci e fidarci di Lui, questi sono stati i principali imput sui quali il nostro vescovo Lorenzo ci ha portato a riflettere. -“a due a due”: questo è uno dei percorsi in cui non si è mai da soli. La famiglia, la parrocchia, gli amici, la comunità, tutti pronti a condividere la Parola e a celebrare l’Eucaristia; è questo che ci trasforma in una comunità santa e missionaria. Non si bada all’età, a ciò che si fa, perché la fatica e la bellezza della vera comunità, è cercare l’armonia che fa emergere la comunione nella differenza. Ciascuno suona il proprio strumento musicale, che rappresenta il proprio contributo a servizio della comunità. L’armonia tra i vari componenti viene dal direttore d’orchestra, che è il Signore, dalla sua Parola, dallo Spirito che lavora in ognuno di noi. Molti sono stati dunque gli spunti su cui riflettere. La veglia che, per le limitazioni si è svolta in presenza solo l’equipe della pastorale giovanile, è stata trasmessa sui diversi canali social della diocesi e della stessa pastorale, che da mesi lavora al progetto di condurre i giovani ad “innamorarsi…..rinnamorarsi di Gesù”. Numerose sono state le visualizzazioni, a testimonianza del fatto che il progetto attira l’attenzione e la curiosità di molti, non solo giovani. Il percorso proseguirà con interviste sulle “diverse vocazioni”, a testimonianza di come e in quanti modi lo Spirito si fa presente nelle nostre vite. Alessandra Macciocca