Dama Africa: solidarietà e iniziative concrete per la Tanzania

Metti un caldo ma piacevole pomeriggio d’estate nell’ambito di una bella festa parrocchiale come quella di Tecchiena Castello, con la presentazione del libro “La strada antica” di Silvio Campoli, un uditorio attento ma soprattutto partecipe dello scopo benefico dell’iniziativa ed ecco che un’altra cospicua somma di denaro – frutto delle vendite del libro interamente devolute alla causa – raggiunge la Tanzania per sostenere le opere di Dama Africa, la Onlus di Alatri che da circa 20 anni è vicina alla gente di quel Paese tra i più poveri del mondo, in maniera mirata, con progetti specifici. Grazie a questa e ad altre iniziative solidali, infatti, la Onlus ciociara ha potuto costruire il dispensario ‘Dama Africa’ con un laboratorio analisi, a Manioni, dove sono state edificate anche delle scuole dirette ora dalle suore. A Kimbici, invece, è stato realizzato un centro sociale diretto dai padri della Consolata ed è stata costruita anche una chiesa dedicata a San Sisto, patrono di Alatri. Nella popolosa area di Mafinca, infine, è attivo un laboratorio e ci sono scuole frequentate da più di trecento ragazzi, fino ad un anno fa in rapporto stretto con l’apostolato di padre Antonio Scaccia, originario di Frosinone, morto il 26 gennaio di un anno fa e che i volontari di Dama ricordano con grande affetto per l’amore e la generosità senza fine in 60 anni di apostolato in Africa. Ma c’è un altro, indissolubile filo che lega la Onlus di Alatri, e dunque la terra di Ciociaria, alla Tanzania ed è rappresentato dalla presenza in quel Paese delle suore Adoratrici del Sangue di Cristo, l’ordine religioso fondato da Santa Maria De Mattias, originaria di Vallecorsa e che da Acuto iniziò la sua opera oggi diffusa in tutto il mondo. In particolare, suor Luisina e suor Eufrasia sono sempre in prima linea, anche accanto alle realizzazioni di Dama Africa. Per tornare a queste ultime, c’è da dire che gli interventi in Tanzania  si sono concentrati in un primo momento per migliorare le condizioni di vita di quella popolazione, con aiuti a distanza per i bambini, poi costruendo pozzi, edificando aule per le scuole dei fanciulli, realizzando il grande progetto di far nascere a Wicavue un dispensario che, negli anni, si è trasformato in un vero e proprio centro sanitario per le donne, in particolare per le partorienti e per i bambini. Aiuti che ora si stanno focalizzando, grazie anche alle iniziative solidali di cui sopra, nell’espansione dei progetti che riguardano l’educazione, i servizi igienici e sanitari, la formazione e la difesa dei diritti dei bambini, delle bambine e delle donne, nel coinvolgimento delle comunità locali. In particolare, si sta procedendo allo sviluppo dell’ospedale con un laboratorio di analisi, in un Paese dove restano limitati gli accessi ai servizi di base, come l’assistenza sanitaria, il sistema educativo, l’acqua potabile e le fonti di energia affidabili; così facendo Dama Africa  dà risposte vere  al bisogno di crescita sociale. Sebbene la Tanzania abbia compiuto passi avanti in determinati settori socio-economici, infatti, sono ancora numerose le sfide da affrontare. Dama Africa è impegnata, nel suo piccolo, a migliorare le condizioni di vita di quelle popolazioni. E così con piacere si è potuto constatare che, grazie anche all’attività di Dama e alle donazioni ricevute, sono emerse nuove leve di promotori sociali delle popolazioni locali, come don Jose Giraldo e don Deogratias Mlay: quei ragazzini visti crescere, alcuni di loro abbracciati con affetto in questi anni di attività dai volontari italiani, ora gestiscono le opere dei centri educativi e sanitari che sono diventati punti di riferimento irrinunciabili per le genti del circondario. «Le donazioni che vengono raccolte dai nostri volontari – afferma il presidente di Dama Africa Onlus, Germano Frioni- vanno ad incrementare i progetti e attività volte a migliorare le condizioni di vita di quelle popolazioni vulnerabili, a sostenere i bambini, le bambine e le comunità locali nella lotta contro la povertà e le disuguaglianze, per uno sviluppo sostenibile. I donativi, in particolare quelli raccolti dalla pubblicazione del libro “La strada antica” di Silvio Campoli, sono stati subito investiti in agricoltura nell’acquisto delle sementi. come testimoniato dal giovane don Deogratias Mlay. Continueremo nel nostro modo di fare- continua il presidente Germano Frioni – a dare aiuti per affrancarsi dai bisogni di prima necessità a quei territori bisognosi, in stretta collaborazione con le genti del posto, continueremo a sviluppare quei servizi alla persona, a dare risposte ai bisogni di quelle aree geografiche citate: educazione, servizi igienici e sanitari, nutrizione, diritti dei bambini e delle donne e coinvolgimento delle comunità, sono le nostre direttrici.” «Sì, con grande piacere- chiosa dal canto suo Silvio Campoli– condivido la gioia e la mia gratitudine per aver contribuito in piccola parte alla esultanza di giovani lontani. Vedere che in pochissimo tempo una donazione possa essere subito utilizzata dalla missione, in questo caso per aggiornare il laboratorio e attività in agricoltura, spero possa invogliare sempre più conterranei a frequentare il dono. La solidarietà, l’amore, arrivano nei posti più impensati e lontani e, come afferma papa Francesco, si confermano unici mezzi per il progresso dei popoli e per costruire la pace». di Igor Traboni

L’alfabeto della pace dei ragazzi delle “parrocchie in comunione con Maria”

Dalla A di Amore alla Z di Zelo, passando per la D di Donare, la P di Perdono, la S di Speranza e perfino la H, la “mutina” di un tempo tanto trascurata e che invece hanno accostato magnificamente alla parola Happy. Così i ragazzi della catechesi dell’unità pastorale delle “parrocchie in comunione con Maria” hanno scritto un grande e meraviglioso Alfabeto della pace, raccogliendo in pieno l’invito fatto loro dal vescovo Ambrogio Spreafico che domenica scorsa, 21 gennaio, li ha incontrati nella chiesa di Mole Bisleti (vedi altro articolo sul sito). Durante il catechismo, insieme al parroco don Luca Fanfarillo e agli educatori, i ragazzi hanno poi approfondito i concetti espressi dal vescovo Ambrogio – con il consueto linguaggio affabile così da arrivare a tutti – e ne hanno tirato fuori 21 parole, tante quante sono le lettere dell’alfabeto, a comporre un mosaico che sa di Bontà, Rispetto, Tolleranza, Unione, tanto per citare solo alcuni degli altri termini scelti. Un alfabeto per i loro coetanei, indubbiamente, ma che dovrebbe esser mandato giù a memoria – e messo in pratica – anche e soprattutto dai grandi. Igor Traboni

Il vescovo a Mole Bisleti per parlare di pace ai bambini

Domenica 21 gennaio  le parrocchieincomunioneconmaria  hanno festeggiato sant’Antonio, un grande  uomo che ha lasciato i suoi agi e ha  lottato a lungo  per  ricercare la pace  nel cuore e con il Signore. In questa occasione i ragazzi della catechesi, coordinati egregiamente dalle loro catechiste, dopo aver  riflettuto sul messaggio della  pace di papa Francesco, hanno dato vita ad uno spettacolo che ha coinvolto emotivamente  i numerosi adulti presenti nella chiesa Maria Santissima del Rosario di Mole Bisleti. Alla presenza del vescovo monsignor Ambrogio Spreafico e del  parroco don Luca Fanfarillo, oltre che dei genitori, i bambini hanno cantato note di pace, recitato poesie scritte a più mani, hanno raccontato ai presenti i loro pensieri sulla  pace e hanno letto stralci del messaggio del Papa, con l’auspicio che le intelligenze artificiali possano aiutare l’umanità e non creare maggiori disuguaglianze in questo mondo già  tanto martoriato da guerre e violenza: “Soffiano venti di guerra nei cuori dei potenti della Terra, l’animo umano è pieno di odio e rancore, non c’ è più rispetto per l’altro né amore. Soffiano venti di pace nel cuore e nelle menti dei bimbi che gridano forte: pace invochiamo, pace sogniamo, pace vogliamo, pace auspichiamo.  La pace inizia da noi; la pace è possibile; sorella della pace è l’amore; la pace rende liberi e unisce le persone; la pace è il giardino in cui fiorisce la speranza; la pace è l’unica battaglia che vale la pena di intraprendere; la pace è amore; la pace è sorridere; in un luogo dove regna la pace anche i pensieri scelgono di non far rumore; non basta parlare di pace bisogna crederci; possa la pace illuminare il nostro cammino” Un’espressione assai forte e coraggiosa pronunciata dai ragazzi ha fatto tremare i polsi degli adulti presenti: «Perchè sono gli uomini a governare il mondo? Potevano farlo i cani, gli uccelli, i gatti pelosi, ma anche gli animali pericolosi…nessuno di loro né in pace, né in guerra farebbe del male a chi è della sua stessa specie. Vogliamo che torni presto gioia, vita e pace quieta in ogni piccolo angolo di questo pianeta. La pace nascerà: parola di ragazzi». Ha concluso la giornata iniziata con la preghiera, il gioco, la condivisione del pranzo e la riflessione, il vescovo Ambrogio che ha raccontato che nel mondo esistono decine di conflitti, che in Italia si trovano milioni di armi ma la forza dell’ alfabeto della pace e della preghiera porterà la pace nel cuore di ogni uomo. Monsignor Spreafico ha quindi rassicurato  i ragazzi,  che sono la speranza del domani, che un giorno vivranno in un mondo finalmente pacificato.

Chi canta prega due volte: a Morolo il raduno delle corali

Domenica 19 novembre nella chiesa di Santa Maria Assunta a Morolo si è tenuto l’8° raduno delle corali parrocchiali, organizzato dall’Ufficio liturgico diocesano. Queste le corali che hanno preso parte alla rassegna: Monache Clarisse di Anagni; parrocchia Madonna delle Grazie di Morolo; parrocchia San Valentino, di Monte San Marino; parrocchia di Torre Cajetani; parrocchia Sant’Andrea di Anagni; parrocchia Santa Teresa di Fiuggi; parrocchia della Cattedrale di Anagni; parrocchia di Tufano; parrocchia Santa Maria Maggiore di Alatri (coro diretto da Antonio D’Alatri e dal figlio Francesco – nella foto ); parrocchia Regina Pacis di Morolo. Don Bruno Durante ha accolto tutti i partecipanti con una riflessione iniziale sulla spiritualità liturgica nel tempo di Avvento. Don Bruno, anima di questo appuntamento entrato di diritto tra quelli più importanti del calendario diocesano, ha sottolineato tra l’altro che il cantare è un vero e proprio ministero liturgico che si innesta nel dinamismo delle celebrazioni a servizio dell’assemblea liturgica. Non si tratta dunque di essere professionisti o esecutori perfetti del canto, ma coristi delle celebrazioni liturgiche chiamati a compiere anche un percorso di crescita spirituale. Il pomeriggio di domenica scorsa è stato veramente un bellissimo momento, un incontro tra persone che, anche attraverso il canto, esprimono la loro fede. Ognuno dei cori attivi nelle varie parrocchie della diocesi di Anagni-Alatri ha eseguito due canti, tutti legati alle celebrazioni liturgiche in tempo d’Avvento. Gioia e serietà hanno dato voce alla bellezza della preghiera, perché la musica e il canto sono un vero strumento di evangelizzazione che tocca il cuore delle persone permette una celebrazione dei sacramenti che fa percepire la bellezza di Cristo: attraverso il canto si esprime la lode a Dio. Anche papa Francesco in più occasioni ha sottolineato l’importanza degli animatori dell’assemblea liturgica, insistendo per l’appunto proprio sul concetto che la musica e il canto costituiscono a pieno titolo degli strumenti di evangelizzazione nel mondo di oggi. di Emanuela Sabellico

Mons. Spreafico: «La Trinità ci aiuti ad essere costruttori di pace»

Domenica 29 ottobre il vescovo Ambrogio Spreafico ha celebrato Messa al santuario della Santissima Trinità davanti a moltissimi fedeli, compresi quelli delle “compagnie” arrivati dalla Ciociaria e dalle province limitrofe per il tradizionale saluto alla Santissima. Nel corso dell’omelia, monsignor Spreafico ha innanzitutto sottolineato l’importanza dell’ascolto: «Oggi ascoltiamo troppo poco gli altri, siamo sempre lì che straparliamo. E invece abbiamo bisogno di ascoltare Dio che ci parla. Come facciamo in questo luogo così bello e significativo. Questo è il miracolo della Messa nella casa di Dio, dello stare di fronte all’altare: stiamo zitti, ascoltiamo e quando si parla lo facciamo con gli altri, nella preghiera, nel canto: si crea così quell’armonia che nella vita non c’è! Questo è il segreto della Trinità.  Perché Dio Padre Altissimo ha voluto esser Padre, Figlio e Spirito Santo? Per farci capire che la vita è con gli altri, che non è mai sola la vita. Nessuno di noi è padrone della vita, degli altri, ma siamo chiamati ad essere uomini e donne che creano armonia e pace in un mondo così difficile, violento, che accetta la guerra come se fosse una cosa normale», ha aggiunto il vescovo con un forte richiamo all’attualità: «Abbiamo visto in queste ultime settimane gli attacchi terroristici di Hamas nel sud di Israele, ma questo non è accettabile, non c’è niente da capire. E’ morte, uccisione senza distinzione tra vecchi, bambini, donne, malati. Da qui vogliamo invocare la Trinità perché ci aiuti a essere costruttori di pace, di amore, cominciando da noi stessi, nella vita di ogni giorno, in famiglia, al lavoro nello studio. Mai vedere nell’altro un nemico, perché in ognuno c’è l’immagine di Dio». Ricordiamo che l’ultima celebrazione al santuario, prima della chiusura invernale, è fissata per giovedì 2 novembre, con la commemorazione dei defunti.

A San Giacomo di Anagni la Giornata diocesana della scuola

Domenica 17 settembre è stata celebrata la Giornata diocesana della scuola: la Chiesa ricorda così a tutte le persone della comunità scolastica che è loro vicina, perché le sta a cuore l’istruzione e la formazione dei piccoli e dei giovani. La nostra parrocchia di San Giacomo, ad Anagni, ha dedicato questa attenzione alla scuola nella celebrazione eucaristica, in particolare con la preghiera e attraverso dei segni. I ragazzi sono venuti a Messa portando con sé uno strumento scolastico particolarmente caro o significativo: lo zaino, il diario, i quaderni, il libro di qualche materia più faticosa da studiare, ecc. Don Francesco Frusone, il nostro parroco, ha ricordato quanto è prezioso il lavoro di tutti gli operatori scolastici (dirigenti, insegnanti, collaboratori), ed ha esortato all’alleanza necessaria e fondamentale tra la scuola e le famiglie. Abbiamo pregato perché i ragazzi crescano in “sapienza, età e grazia”, come Gesù fanciullo, e, nella preghiera universale, abbiamo ricordato i nostri insegnanti defunti. Dopo l’Eucarestia tutti gli studenti e gli insegnanti presenti sono saliti intorno all’altare, per chiedere al Padre di benedire ogni giorno del nuovo anno scolastico appena cominciato. I ragazzi in preghiera vicino alla Mensa del Signore, con la loro vivacità, con i loro zaini e quaderni colorati, sono stati un bel segno di Chiesa per la scuola.

I giovani di Azione Cattolica in pellegrinaggio alla Santissima

Prima dell’inizio della scuola, il settore giovani dell’Azione Cattolica diocesana ha organizzato una bellissima iniziativa per tutti i giovani della diocesi di Anagni-Alatri. Tra sabato 9 e domenica 10 settembre, infatti, noi, un bel gruppo di giovani accompagnati da alcuni adulti. siamo partiti per un pellegrinaggio al Santuario della Santissima Trinità a Vallepietra. Zaini in spalla, nel pomeriggio di sabato 9 ci siamo ritrovati nella piazzetta del paese di Vallepietra.  Guidati nella preghiera iniziale da suor Cleopatra Subiaco, affidando alla Mamma celeste il cammino, noi giovani e adulti attraverso i sentieri di montagna, immersi nel verde e tra paesaggi suggestivi, siamo saliti fino al Santuario. Per me, che ero lì per la prima volta, è stata un’esperienza molto forte, veramente bella e formativa. Durante il percorso, sempre guidati da suor Cleopatra, abbiamo fatto tre tappe di riflessione partendo da alcuni brani del Vangelo. Prima tappa – Unica sostanza l’amore. Seconda tappa – Centralità della relazione. Terza tappa – In Gesù Cristo la Trinità è all’opera. Arrivati a destinazione, siamo entrati cantando nella cappellina della Santissima Trinità. Ad accoglierci c’era don Alberto Ponzi, Rettore del Santuario, che ci ha spiegato gli affreschi, creando un’atmosfera di fede e devozione che ci ha toccato il cuore. Dopo la preghiera comunitaria e un momento di raccoglimento, siamo usciti. Sono rimasto molto colpito dalla ritualità con cui si scendono i gradini della scala che porta al piazzale, camminando all’ indietro, senza mai dare le spalle all’immagine della Santissima Trinità. “Mai dare le spalle a Dio!” come dice don Alberto. Alla sistemazione degli zaini per la notte è seguita la cena: un buon piatto caldo di pasta, servito dai volontari del santuario e anche dal nostro caro don Alberto che ci ha dimostrato tanto affetto e considerazione. La cena fatta tutti insieme è stata una bella opportunità per condividere l’esperienza appena vissuta. Sotto un cielo stellato e nel silenzio del Santuario avvolto dalla notte, è iniziata la veglia di preghiera, con l’adorazione eucaristica, dal titolo dedicato al pellegrinaggio: “Tocco d’Amore… Effetto Domino”, guidata da don Alberto e suor Cleopatra. Il canto iniziale ha riempito di armonia il silenzio… “ … E canterò solo per te la mia più bella melodia. Che volerà nel cielo immenso. E griderò al mondo che un nuovo sole nascerà. Ed una musica di pace canterò…” Successivamente alla veglia, un altro momento toccante è stato il “passaggio” dei Ragazzi dell’ultimo anno Acr al gruppo Giovanissimi Ac. Questo momento era stato preparato con cura e creatività dagli educatori. I ragazzi del “passaggio”, infatti, sono stati invitati a scrivere su alcuni cartoni bianchi della pizza cosa si aspettavano di vivere nel gruppo dei più grandi e i giovanissimi a scrivere semplicemente il loro nome. Tra le molte aspettative non è mancato il desiderio e la voglia di fare nuove esperienze, di incontrare nuovi amici e di divertirsi insieme a loro. L’attività si è conclusa con un “domino” formato dai cartoni “compilati” dai ragazzi e dai giovani presenti, a significare il contagio e la trasmissione dell’amore di Gesù all’altro, all’altro, all’altro… con effetto domino. Infatti, “L’Effetto Domino”, è la proposta formativa che l’AC offre ai noi giovanissimi per quest’anno associativo. Al risveglio, dopo una notte piuttosto movimentata fino alle prime luci dell’alba, abbiamo condiviso la colazione e poi la Messa nel piazzale del Santuario.

Anagni ricorda lo “schiaffo” grazie alle iniziative del Museo della Cattedrale

Sarà un settembre a dir poco scoppiettante per il Museo della Cattedrale di Anagni, ad iniziare dalla serie di eventi dedicati allo storico “Schiaffo” ricevuto dal papa anagnino Bonifacio VIII. Il 7 settembre, proprio nel giorno in cui avvenne lo storico assalto alla città di Anagni, alle 17, nel chiostro della Cattedrale, sarà presentato l’ultimo lavoro di Lorenzo Proscio dal titolo “Lo Schiaffo di Anagni. La storia, i luoghi, le leggende”, pubblicato da Edizioni Efesto. L’autore presenterà le vicende che hanno coinvolto i francesi, i Colonna, i Caetani e gli abitanti di Anagni in quei concitati giorni, facendo finalmente chiarezza sui luoghi teatro dello scontro. Il dibattito sarà animato da Davide Angelucci, storico dell’arte, da Emiliano Bultrini, storico medievista e dall’editore, Alfredo Catalfo. L’ingresso è libero e seguirà un aperitivo. Il giorno dopo 8 settembre, invece, il museo aprirà le sue porte e i suoi tesori ai visitatori eccezionalmente di sera. In una cornice di grande fascino, con le fiaccole e le luci scenografiche, a sottolineare l’incantevole monumentalità del più importante edificio sacro di Anagni, sarà così possibile effettuare uno speciale tour lungo le sale del complesso architettonico, accompagnato da figuranti delle contrade anagnine vestiti con abiti medievali. Persino la Cripta di San Magno, opera pregevole e capolavoro indiscusso dell’arte italiana del Duecento, si ammanterà di maggiore e irresistibile bellezza grazie alla visita guidata serale. A conclusione del tour, i visitatori potranno godere della fresca brezza di fine estate nel chiostro della Cattedrale, solitamente chiuso al pubblico, allietati dalle note di un piccolo e inedito concerto di musiche ispirate al Medioevo, assolutamente esclusivo, sotto il cielo stellato. Una serata imperdibile per salutare insieme l’estate e apprezzare la ricchezza dell’arte e della storia della terra ciociara. INFORMAZIONI UTILI: I turni di visita disponibili saranno alle 19:30 – 20:00 – 20:30 – 21:00 – 21:30. . Il costo del biglietto d’ingresso sarà di 10 euro, ridotto a 6 euro per ragazzi tra 6 e 18 anni e gratuito per bambini sotto i 6 anni di età. Non sono previste ulteriori riduzioni o gratuità; le promozioni in corso non sono valide per i biglietti dell’evento. E per coinvolgere ancora di più i visitatori in questo affascinante viaggio nel tempo alla scoperta delle vicende che hanno reso così famosi questi luoghi, il MuCA aprirà al pubblico l’orto dei Canonici e i cosiddetti “Grottoni” della Cattedrale, le sostruzioni dell’antica canonica e dell’episcopio. Questo ulteriore evento si svolgerà con un doppio appuntamento: sabato 9 si potrà partecipare alle visite guidate alle ore 10 o alle ore 11:30, mentre domenica 10 settembre i turni di visita disponibili saranno alle 10, alle 11:30 e alle 17:00.  Il costo del biglietto d’ingresso sarà di 5 euro, ridotto a 3 euro per i ragazzi tra i 6 e i 18 anni. Per motivi di sicurezza la visita ai Grottoni non è consentita ai minori di 6 anni. Non sono previste ulteriori riduzioni o gratuità; le promozioni in corso non sono valide per i biglietti dell’evento. Per gli eventi del weekend, la prenotazione è obbligatoria. Per info e prenotazioni si può contattare il Museo al numero 0775.728374 (dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19) o inviando una mail a: museo@cattedraledianagni.it, oppure scrivendo un messaggio privato alla nostra pagina Facebook. La direzione del MuCA fa altresì sapere che, a causa della necessità di contingentare il numero degli ingressi nei vari turni disponibili, si richiede la collaborazione dei signori visitatori nel segnalare per tempo eventuali cambiamenti nelle prenotazioni effettuate, di rispettare l’orario scelto e di attenersi alle indicazioni date dal personale. La stessa direzione  ringrazia l’A.I.A.M. e l’Associazione Culturale Gruppo Medievale Colle Sant’Angelo per la gentile collaborazione all’evento.

Fede e tradizione a Tecchiena Castello, dove le donne “incollano” la Donna per eccellenza

Addosso una tunica rosso vermiglio e rigorosamente scalze, con i segni della fatica che si fanno sentire nelle braccia e vedere sui volti dopo diversi chilometri di processione, ma il tutto vissuto con quel sacrificio d’amore che solo le donne sanno offrire. E che in questo caso offrono alla Donna per eccellenza, a Maria, venerata con il titolo di Madonna del Rosario nella chiesa di Tecchiena Castello. In questa parrocchia sono infatti le donne che si “incollano” la Madonna per portarla in processione, con una singolarità che si riscontra in poche altre zone d’Italia e che rende dunque questo antico rito del Castello pressoché unico nel suo genere. Un rito popolare, dove la fede si unisce amabilmente alla tradizione, e che si perde nella notte dei tempi, ad almeno mezzo secolo fa, quando non esisteva ancora l’attuale chiesa parrocchiale e la Messa veniva celebrata in una cappella all’interno dell’antico castello che si trova proprio di fronte, come ci aiuta a ricostruire, con estrema cortesia e disponibilità e che ringraziamo per questo, Luciano Schietroma, del comitato festeggiamenti: «L’immagine, che io ricordi, l’hanno sempre portata in processione le donne, da almeno mezzo secolo, da quando l’allora parroco don Marino Pietrogiacomi acquistò un quadro della Madonna di Pompei. All’inizio erano le giovani vergini, poi le donne non sposate, mentre poi, con l’evoluzione dei tempi, la possibilità è stata data anche ad altre donne. Molte volte c’è il passaggio del testimone da madre a figlia o da sorella a sorella, e se qualche anno non si arriva a raggiungere il numero necessario per “incollare” la Madonna (in genere almeno 16, ndr) basta spargere un po’ la voce e subito si offrono tante altre donne». C’è da dire che il quadro della Madonna del Rosario non è purtroppo più quello originario, perché questo venne rubato assieme ad altri arredi, non solo sacri, durante un furto sacrilego al maniero. Per un paio di anni successivi venne utilizzata un’immagine simile, sempre grazie a don Marino, ma poi un suo amico sacerdote di Guarcino volle donarne un’altra «e arrivò proprio da Guarcino – ricorda ancora Luciano Schietroma – e noi tutti andammo ad accoglierla all’incrocio del bivio con Monte San Marino, per portarla processionalmente nella nuova chiesa, tra due ali di fedeli». Il tutto oltre un quarto di secolo fa, visto che l’attuale chiesa è stata ufficialmente benedetta il 1° maggio del 1995 e dedicata a Maria Santissima Regina, anche se, come detto, la festa patronale è quella del Rosario, vista per l’appunto la presenza dell’immagine sacra della Madonna di Pompei. La settimana scorsa la parrocchia ha celebrato questa festa, con tutta una serie di appuntamenti religiosi ma anche civili e una straordinaria partecipazione popolare, in un connubio di fede e gioia perfettamente riuscito, grazie proprio alla solerzia dei membri, compresi tanti giovani, del comitato organizzatore. Ma il punto centrale, nel tardo pomeriggio di sabato 26 agosto, è stata indubbiamente la processione guidata dal parroco don Giorgio Tagliaferri e alla presenza tra gli altri del sindaco di Alatri Maurizio Cianfrocca, con le donne scalze a portare – anzi: ad “incollarsi” a spalla – la Donna per eccellenza, Madre di tutti. Di Igor Traboni

Il vescovo a Torre Cajetani: piccoli paesi, grande esempio di fratellanza

Piccoli paesi, grande esempio di fratellanza e di unità. E’ questo il messaggio carico di speranza che il vescovo Ambrogio Spreafico  ha lanciato da Torre Cajetani, il borgo di 1.350 abitanti che il presule ha visitato domenica 27 agosto. Accolto all’ingresso del paese dal sindaco Lello Uboldi e dal parroco don Rosario Vitagliano, il vescovo è stato accompagnato processionalmente nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, con il sottofondo festoso delle note della banda musicale, dove ha poi celebrato Messa. Nel corso dell’omelia monsignor Spreafico ha sottolineato il grande valore delle piccole comunità, come per l’appunto quella di Torre Cajetani, che possono essere segno di comunione, del volersi bene, dell’essere tutti fratelli e sorelle, di un vivere in pace come risposta alle guerre che oggi albergano in diverse parti del mondo, ma prima ancora nel cuore degli uomini quando smettono d amare. Dopo la Messa, concelebrata con don Rosario, il vescovo si è amabilmente intrattenuto con le catechiste, i membri del coro, i bambini dell’oratorio e altri fedeli; la signora Maria Pia Fagiolo gli ha dedicato una poesia dialettale sulle visite pastorali, mentre in dono ha ricevuto dall’amministrazione una immagine del paese, e dal giovane Gabriele Paris un libro sulla storia di Torre. Monsignor Spreafico ha quindi visitato il Castello Teofilatto che sovrasta il paese, restando ammirato dall’imponenza dell’edificio passato attraverso varie vicissitudini anche nei possedimenti della famiglia Caetani. E nelle vie del paese anche un simpatico siparietto tra monsignor Spreafico ed un gruppo di villeggianti lombardi, proprio sulla comune origine e provenienza (il nostro vescovo è infatti originario di Garbagnate Monastero, paese della Brianza collinare, ora in provincia di Lecco). di Igor Traboni