Filettino celebra San Bernardino

La parrocchia di Santa Maria Assunta e la comunità tutta di Filettino sono in festa per San Bernardino, protettore del paese. Nel manifesto trovate il programma religioso stilato dal parroco don Pierluigi Nardi.

Fiuggi onora Santa Rita

Rita da Cascia, tra le figure di sante più care anche ai fedeli della nostra diocesi, viene ricordata con una serie di celebrazioni anche a Fiuggi, nella chiesa di Santo Stefano, e che culmineranno con la solenne processione nel giorno della festa, lunedì 22 maggio, ma con una appendice anche nel giorno di Pentecoste. Nel manifesto trovate il programma completo dei festeggiamenti religiosi.

Il Museo della Cattedrale di Anagni non smette di stupire

Accessibile, inclusivo: basterebbero questi due aggettivi per descrivere i continui miglioramenti in atto per il MuCA, il Museo della Cattedrale di Anagni, anche alla luce della presentazione, avvenuta venerdì 19 maggio, della nuova app per entrare sempre più, e sempre meglio in questo scrigno di arte, storia e fede. E non a caso sono proprio gli aggettivi che usa Claudia Coladarci, curatrice del MuCA, a margine della presentazione dell’app, tenutasi alla presenza tra gli altri dei membri del Capitolo della Basilica Cattedrale di Anagni: «Siamo riusciti a rendere il museo della Cattedrale completamente accessibile, ora il nostro scopo è quello di renderlo sempre più inclusivo». Prosegue così in maniera intensa il lavoro che la Coladarci, insieme a tutto il personale e ai collaboratori del MuCA, sta portando avanti da anni per permettere ad un numero sempre maggiore di utenti di accedere e di godere del patrimonio che secoli di storia anagnina hanno lasciato. D’altro canto, anche la panoramica globale dei musei si sta evolvendo e oggi queste strutture sono chiamate ad assumersi un ruolo di responsabilità nei confronti della società, non solo come luoghi di conservazione, valorizzazione e promozione del proprio patrimonio, ma anche come luoghi di cultura che partecipano attivamente alle dinamiche della comunità e del territorio in cui sono inseriti. Inoltre – e qui torniamo all’assunto introduttivo – i musei sono chiamati ad essere dalla società contemporanea, oggi molto più attenta che in passato alle esigenze di tutti, non solo accessibili, ma pure inclusivi. Anche perché, per dirla tutta, non sempre un museo accessibile è anche inclusivo. Ad Anagni, invece, è proprio quello che si sta mettendo in atto, da otto anni a questa parte. Già da tempo, ad esempio, è consentito l’accesso a tutti grazie all’introduzione di un montascale mobile a supporto dei diversamente abili; da qualche anno, inoltre, il MuCA si impegna, in collaborazione con la società Koi-strategie digitali, a mettere a disposizione di tutti una app audioguida gratuita destinata a diverse categorie di utenti. Quando venne introdotta, nel 2018, fu una scelta pioneristica per il territorio, ma ora sta prendendo sempre più piede in ambito museale. L’App viene scaricata sui dispositivi degli utenti (esiste anche la versione web), in maniera gratuita e senza richiedere l’uso di mezzi inquinanti e poco igienici. Portando con sé i propri auricolari e usufruendo della wifi gratuita, la visita del museo risulta più agevole e completa. Durante il periodo di pandemia appena trascorso, la scelta del MuCA si è rivelata vincente. In un primo momento disponibile in doppia lingua – italiano e inglese – oggi si arricchisce di nuove tracce audio (spagnolo, francese e tedesco), di video in Lis per non udenti e di racconti divertenti per i più piccoli. E va sottolineato anche quest’ultimo aspetto, perché accessibile e inclusivo riguarda anche gli uomini e le donne di domani, che così vengono accompagnati ad innamorarsi di tutto quello che un museo contiene. Ma il percorso del MuCA non si ferma di certi qui e, come sottolinea ancora Claudia Coladarci, «il prossimo passo sarà quello di introdurre tavole termoformate e pannelli in Braille, a supporto delle visite tattili e per agevolare la fruizione del bene da parte di ciechi e ipovedenti». Via di questo passo, il museo anagnino sta diventando oramai una tappa fissa per tanti visitatori che, ad esempio, arrivano a Roma da tutto il mondo e non disdegnano di certo un’oretta di autostrada in più fino alla città dei papi. Anche Ambrogio Spreafico, da sempre attento al connubio fede-cultura, subito dopo la nomina a vescovo anche di Anagni-Alatri, ha visitato il MuCA, rimanendone favorevolmente impressionato e tornandovi poi assieme ad alcuni suoi ospiti. E con questa dimensione e notorietà sempre più vasta, tutto lascia ritenere che quest’anno si possa superare il record, che nel 2022 venne toccato nel mese di novembre, dei 30mila visitatori. Tornando alla presentazione, cui ha presenziato tra gli altri anche il parroco della Cattedrale don Marello Coretti, la visita del museo, con il supporto dell’App, è stata molto apprezzata dai presenti, soprattutto dai bambini che hanno vissuto il museo in un modo nuovo e coinvolgente. Dal Museo della Cattedrale arriva infine un ringraziamento a KOI Strategie Digitali per la realizzazione dei racconti, delle registrazioni e dell’app e all’associazione MulticomunicamEnte per la collaborazione e per la presenza delle due interpreti LIS, Chiara Grossi e Rossana Fiorini.   Igor Traboni

Il Cammino di Santiago raccontato da Silvio Campoli

Dopo aver raccontato una dozzina di anni fa la sua prima volta lungo il Cammino di Santiago, con il libro I giorni del Cammino, ora Silvio Campoli regala ai lettori un’altra “chicca” della sua esperienza di pellegrino attento e lo fa con La strada antica – A Santiago per il Cammino aragonese e il francese, presentato nei giorni scorsi presso la Biblioteca Totiana di Alatri. Silvio Campoli, di Tecchiena, già attivo nel sindacato provinciale, ha compiuto più volte il Cammino, ma in questo nuovo libro ha sicuramente affinato al meglio la scrittura e le pagine sorprendono per i dettagli nel racconto, la ricchezza delle informazioni, la profondità delle riflessioni. Un diario di viaggio dell’Autore e della “sua” strada, di un camminare spesso con i piedi doloranti ma lo spirito sempre più leggero, con tante persone incontrate, ritrovate è anche perse nelle settimane del pellegrinaggio: visi e volti che rimangono così anche nella nostra memoria, come se un tratto del Cammino lo avessimo percorso anche noi. E, per quanti non lo avessero ancora fatto, queste pagine costituiscono un invito. Campoli, come ha commentato lo storico locale Luigi Potenziani, «identifica il Cammino con quello della vita, che si percorre forniti dello stretto necessario, con compagni occasionali perché anche nel corso della nostra esistenza i compagni di viaggio possiamo sceglierli soltanto tra quelli che abbiamo l’occasione di incontrare». Il libro è reperibile presso la casa editrice Gwmax.it e il ricavato delle vendite sarà devoluto a “Dama Africa”, una onlus che ha preso le mosse proprio da Tecchiena e che in Africa ha già fatto tanto bene, continuando ad operare in Tanzania per la formazione dei ragazzi.   Igor Traboni

Il vescovo ad Anagni per la Madonna delle Grazie

Nei giorni scorsi il vescovo Ambrogio Spreafico ha presieduto la Messa nella chiesa della Madonna delle Grazie ad Anagni, in occasione della festa patronale della omonima zona. Molto importante è stato l’incoraggiamento che il presule ha rivolto ai fedeli e ai membri del comitato festeggiamenti nell’invitarli ad uno spirito di comunione ed unità e spronando anche le potenzialità presenti nelle piccole realtà, dove meglio si può vivere uno stile di vita fraterno e cristiano. I fedeli a loro volta hanno ringraziato il Vescovo per la sua presenza, ad ulteriore dimostrazione della sua vicinanza e di quella della Chiesa a realtà piccole ma  preziose.

E’ morto Paolo Pompili, papà del vescovo Domenico

E’ morto Paolo Pompili, 94 anni, adorata papà del vescovo Domenico, sacerdote della Chiesa di Anagni-Alatri e ora Pastore della diocesi di Verona. I funerali, presieduti dal vescovo Domenico, saranno celebrati giovedì 25 maggio, alle ore 17, nella chiesa Cattedrale in Verona e venerdì 26 maggio, alle ore 16, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Acuto. La salma di Paolo Pompili sarà poi tumulata proprio nel cimitero di Acuto. Al vescovo Domenico giungano le nostre più sentite condoglianze e l’affettuosa vicinanza nella preghiera.  

Il vescovo ai giovani: «Creatori di armonia, protagonisti del bene»

Acqua, fuoco, parola: i segni della Pentecoste hanno riempito i cuori dei tanti presenti alla veglia di giovedì 25 maggio in preparazione alla Pentecoste, tenutasi nella chiesa parrocchiale di Mole Bisleti e preparata e animata dai Centri vocazioni delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino che, insieme alle pastorali giovanili, continuano ad operare insieme con proficua unità d’intenti. I giovani, arrivati da diverse parrocchie delle due diocesi nonostante il tempo inclemente che comunque ha concesso come d’incanto una tregua proprio poco prima dell’inizio della veglia, hanno risposto numerosi anche a questo appuntamento e a loro in particolare si è rivolto il vescovo Ambrogio Spreafico, facendo subito riferimento alle prime parole della Bibbia:  «Nel caos lo spirito di Dio aleggiava sulle acque e lo Spirito dà vita, rende il caos un’armonia nella diversità. Il nostro mondo è un po’ un caos: la guerra, il Covid, la violenza, l’uccisione di Thomas ad Alatri, la violenza delle parole, sui social, di chi picchia gli altri. E’ un po’ un caos perché tante volte non si diventa creatori di armonia; per questo abbiamo bisogno dello Spirito e siamo qui, perché da soli lo Spirito non ce lo diamo: è un dono, già dal Battesimo e poi con la Cresima». Proseguendo il suo intervento a braccio, il presule ha poi voluto ricordare – calamitando ancor di più l’attenzione dei presenti – quanto accaduto ad una sua amica che, rivolgendosi alla responsabile di un istituto per anziani un po’ dubbiosa circa la possibilità, e magari anche “l’utilità”, di celebrare lì la Messa, le disse: voi cercate di curare il corpo, ma la Messa cura l’anima . «Noi – ha quindi preso la stura da questo episodio il vescovo – abbiamo bisogno di essere curati dentro», per poi rifarsi ad un passaggio di una delle riflessioni della veglia, davvero molto ben curata in tutti i suoi aspetti: “prendi la tua candela e chiudi gli occhi, pensa a quelle situazioni in cui la tua vita è stata come una candela spenta perché hai vissuto noia, stanchezza, tristezza, paura, vergogna di parlare di Gesù, senso di vuoto, incapacità di amare e di sorridere”… «e si potrebbero aggiungere tante cose – ha ripreso Spreafico – perché oggi siamo tutti “whatsappisti”, ma non si vive “whatsappando”: si vive di Spirito e di Parola, perché i cristiani vogliono essere uomini e donne che ascoltano, che parlano. Perché se uno non ascolta l’altro, come fai a capire chi è, perché ha la faccia scura, perché non viene più a scuola, perché quando ti incontra fa un ghigno oppure scappa invece di salutarti, perché sta sempre a casa e non gli piace più incontrare gli amici. Hai mai ascoltato? Ti sei fermato a parlarci, a capire? Oppure lo hai messo da parte e magari anche bullizzato? Quando hai qualcosa, non tenerla dentro – ha aggiunto il presule rivolgendosi ancora una volta a cuore aperto ai giovani presenti – ma dillo a qualcuno, perché quando ne parli sei già un po’ più libero. E magari l’altro ti ascolta, se non è indifferente o egoista. Tante volte abbiamo bisogno solo che qualcuno finalmente ci ascolti, qualcuno che ha il tempo di fermarsi con te e chiedere perché stai così, cosa hai, dove sei finito». Una ricetta, quest’ultima, anche per “medicare” i tanti che invece si chiudono in se stessi e che i presenti alla veglia hanno di certo già ricevuto in prescrizione: «Siamo qui – ha infatti aggiunto il vescovo di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino –  perché abbiamo capito che abbiamo bisogno di ascoltarci, di vederci, di guardarci in faccia; c’è bisogno di qualcuno che cammini con te, ascolti e parli: questa è una delle cose più belle dei cristiani e stasera e in tante altre occasioni vedo che siamo un solo corpo, un solo spirito, una cosa sola in Cristo, in unità, in armonia. Siamo diversi tra noi, ognuno ha qualità, difficoltà e umanità differenti, ma in ognuno c’è l’impronta di Dio. E questo è bello e dobbiamo ricordarcelo sempre. Pensaci quando viene da scoraggiarti, perché questo ti dà forza, coraggio. Impariamo a essere protagonisti del bene, della pace, dell’armonia; ognuno di noi può esserlo, senza dire: ma tocca a quell’altro… No, ognuno può deciderlo di esserlo ma con gli altri, perché da soli non ce la facciamo». Igor Traboni

Suore del Lazio: rinnovati i vertici dell’Usmi

Suor Milena Marangoni, superiora provinciale delle suore Adoratrici del Sangue di Cristo, l’ordine fondato da Santa Maria De Mattias, è la nuova presidente dell’Usmi Lazio, l’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia. Sostituisce madre Eliana Massimi. Eletta anche la vice presidente: si tratta di suor Patrizia Piva, delle suore Cistercensi della Carità, ordine religioso che ha la sua casa madre ad Anagni. Al momento dell’elezione erano presenti anche suor Claudia Grenga, economia dell’Usmi nazionale per garantire le procedure elettive, e suo Miacela Monetti, neo presidente dell’Usmi nazionale e Madre Generale della congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro. Tramite i canali social, l’Usmi nazionale esprime l’augurio alle neo elette per «un cammino sereno e un impegno efficace che dia rilevanza alla vita consacrata nel Lazio che ha il cuore in Ro9ma, anche in vista del Giubileo del 2025».