I riti della Settimana Santa di Alatri nella narrazione di Emma Ritarossi
I riti della Settimana Santa, ed in particolare quello del venerdì con la sua processione, caratterizzano da decenni la città di Alatri, anche ben oltre i confini provinciali, tra fede e tradizione. E ora una giovanissima studiosa di Alatri, Emma Ritarossi, racconta la settimana pasquale della sua città rintracciando, con gli strumenti dell’antropologia e dell’etnologia, il filo nascosto dei suoi riti. Emma Ritarossi dimostra di ben conoscere l’esercizio del vedere, e così mette a fuoco da anni le processioni, i colori, i costumi, i canti della Settimana Santa di Alatri interrogandosi sul loro senso compiuto, sul significato che, tutti insieme, vogliono rivelare.Il suo libro è il risultato di questa pratica, uno studio che unisce ricerca scientifica con le testimonianze dei protagonisti dei vari momenti “rituali”, che confessano ciò che di essi hanno ereditato dalla tradizione e ciò che della tradizione hanno rinnovato perché potesse continuare la sua fascinazione. “Una settimana particolare”, questo il titolo del libro, è dunque una narrazione in bilico tra saggio e cronaca: una prova riuscita che diventa un’esortazione alla gente di Alatri (e a tutta la gente), perché non smarrisca il senso più profondo delle sue memorie. Il libro verrà presentato venerdì 6 dicembre, alle 17.30, nella sala di rappresentanza dell’AssociazioneGottifredo, nel centro storico di Alatri. Con l’Autrice saranno presenti: Gioacchino Giammaria, presidente dell’Istituto di storia del Lazio meridionale che ha edito la pubblicazione; Antonello Ricci, docente di antropologia culturale all’università La Sapienza di Roma; Katia Ballacchino, docente di antropologia dei patrimoni culturali all’università di Salerno.Sempre in tema di attività della Gottifredo e delle sue pubblicazioni, va detto che da alcuni giorni è disponibile il libro “Il San Sisto del Cavalier d’Arpino. L’affresco restaurato”, con la storia del dipinto a lungo conservato nella Concattedrale di Alatri, il ruolo del vescovo dell’epoca Egnazio Danti, che fu anche matematico, astronomo, cosmografo; l’attribuzione, il contesto, le fasi del restauro. Nel volume, saggi di Mario Ritarossi, Francesco Petrucci, Maria Teresa Molinari, con la cura redazione di Eugenia Salvadori; prefazione di Ambrogio Spreafico, vescovo di Anagni-Alatri, che parla del dipinto come di «un capolavoro che avevamo davanti agli occhi da secoli ma senza dargli la giusta importanza», e presentazione del presidente dell’associazione e delle edizioni Gottifredo, Tarcisio Tarquini.
Raduno delle corali diocesane. Spreafico: «Il canto coinvolga l’assemblea»
Domenica 17 novembre nella chiesa di Santa Maria Maggiore ad Alatri si è tenuto il 9° raduno diocesano delle corali parrocchiali. A fare gli onori di casa ed esibendosi per primo è stato proprio il coro della chiesa di Santa Maria Maggiore di Alatri, diretto da Antonio D’Alatri e da suo figlio Francesco. Si sono poi succeduti gli altri sei cori partecipanti. Don Bruno Durante, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano che ha organizzato il tutto, nella riflessione iniziale ha sottolineato che cantare è un vero e proprio ministero liturgico che si innesta nel dinamismo delle celebrazioni, a servizio dell’assemblea liturgica. Non si tratta dunque di essere professionisti o esecutori perfetti del canto, ma coristi delle celebrazioni liturgiche, chiamati a compiere anche un percorso di crescita spirituale. Le corali hanno eseguito alcuni canti del tempo di Natale davanti ad una platea numerosa e non è mancata la presenza del vescovo Ambrogio Spreafico. Proprio dal vescovo che arrivato l’invito ai cori a a cantare melodie semplici che coinvolgano e facciano cantare tutta l’assemblea. Spreafico ha poi fatto riferimento anche all’inizio dell’anno liturgico e ha quindi auspicato un nuovo inizio per questa nostra umanità, segnata dalla guerra e dalla povertà; un nuovo inizio anche per i cantori che sono chiamati a suscitare nell’assemblea una sempre maggiore partecipazione alle celebrazioni, facendo vivere, proprio attraverso il canto, a tutti i fedeli una liturgia che spinga alla speranza e alla novità di vita per riprendere con vigore la vita quotidiana una volta usciti dall’aula liturgica. Da monsignor Spreafico è poi arrivato l’ulteriore invito alle corali anche a tener conto di aver cura della liturgia e del curare il tutto al meglio, affinché l’assemblea canti nelle celebrazioni. È stato veramente un incontro tra persone che attraverso il canto esprimono la loro fede, gioia e serietà hanno dato voce alla bellezza della preghiera, perché la musica unita al canto è un vero strumento di evangelizzazione che tocca il cuore delle persone, e permette una celebrazione dei sacramenti che fa percepire la bellezza di Cristo, visto che anche attraverso il canto si esprime la lode a Dio. Anche papa Francesco ha più volte sottolineato l’importanza degli animatori dell’assemblea liturgica, insistendo sul fatto che la musica e il canto sono strumento di evangelizzazione nel mondo di oggi. Emanuela Sabellico (nella foto, il coro di Santa Maria Maggiore, Alatri)
Il vescovo ai giovani: «Siate protagonisti del bene!»
«Siate protagonisti del bene, perché questa è la vita. Siate gente che coinvolge gli altri e che camminano insieme, come i pellegrini». Questo l’impegno, ma al contempo anche l’augurio, che il vescovo Ambrogio Spreafico ha lasciato ai giovani delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino ritrovatisi nella serata di venerdì 22 novembre a Ferentino, nella chiesa di Sant’Agata, per vivere la Giornata interdiocesana della gioventù. A causa delle condizioni meteo, il programma è stato tutto concentrato nella bella e ospitale chiesa affidata ai padri Guanelliani, rispetto al preventivato pellegrinaggio per le vie di Ferentino, ma è stato comunque «un pellegrinaggio del cuore», come ha ricordato all’inizio don Luca Fanfarillo, responsabile della pastorale giovanile di Anagni-Alatri. Proprio quel cuore, ancora più grande perché rimarginato dalle ferite, che una operatrice e un’ospite della Comunità “In dialogo” di Trivigliano hanno aperto – senza nascondimenti e mezze frasi – ai giovani presenti, nella testimonianza che ha introdotto la serata. «In comunità facciamo sì un cammino in avanti, ma anche in profondità», ha detto Miriam ripensando a voce alta anche alla sua storia, al ritrovarsi inizialmente «con gente tossica come me che però mi dava testimonianza», e a quell’abbraccio con il Signore «perché lui voleva la mia stori così. E per questo gli sono grata». Una comunità, ha aggiunto, «dove condividiamo tutto, ma ci accorgiamo che fuori, in famiglia, a scuola, spesso non è così. E allora – ha concluso Miriam rivolgendosi ai presenti – sentitevi fortunati perché c’è chi vi vuole bene, chi vi ascolta». Un percorso che passa anche attraverso l’accettazione di limiti e sbagli personali, come ha testimoniato poi Francesca, 24 anni, ospite della Comunità dopo essere finita giovanissima nel vortice delle dipendenze: «Ancora non mi voglio tanto bene, ma ci sto provando!». In un crescendo di attenzione da parte dei ragazzi presenti, è quindi intervenuto il vescovo Spreafico: «Nella vita c’è bisogno di consolazione, di qualcuno che ascolta. Noi spesso non parliamo più perché magari ci vergogniamo o abbiamo paura, ma soprattutto perché non c’è nessuno che ci ascolta. Questa è una tragedia! E invece, bisogna avvicinarsi all’altro, dirgli: come stai? E la risposta può già essere qualcosa per cominciare a liberare quello che uno ha dentro, proprio come succede in Comunità», ha aggiunto il vescovo facendo riferimento all’operato della “In Dialogo” e del fondatore padre Matteo Tagliaferri «uomo saggio». Siamo in un mondo, ha aggiunto il vescovo, «in cui i prepotenti prima o poi troveranno un altro più prepotente. E così nascono le guerre. Ma non conviene essere violenti, cari giovani. Eppure in questo mondo manca la gentilezza, anche nel nostro mondo dove rischi di non trovare mai uno che si ferma perché preferisce fare lo sbruffone in giro per Frosinone o Ferentino. Poi magari è insoddisfatto e da qui vengono fuori quelle cose brutte che sono successe. E poi, quando uno uccide il padre, la madre, un altro ragazzo, ci chiediamo: ma perché è successo? Perché aveva il fuoco dentro!». Da qui l’invito a incasellare la vita su binari ben diversi «perché voi anche stasera siete insieme e avete la possibilità di confrontarvi, di pensare, invece di star sempre lì con il telefonino a chattare. Certo, oggi è difficile vivere, ma se non siamo con gli altri, non ce la facciamo. Noi siamo fatti per stare con gli altri!, non certo come milioni di ragazzi giapponesi, gli hikikomori, che se ne stanno tutto il giorno isolati. Bisogna fermarsi, ascoltarsi, parlarsi», ha rimarcato Spreafico, ricordando anche il recente «incontro molto bello» che i giovani hanno vissuto a Tecchiena Castello, prima di offrire anche un ricordo personale, che ha ancor di più calamitato l’attenzione dei giovani: «Quando ero a Roma, studiavo le lingue antiche, anche lingue un po’ mezze morte, finché un amico non mi ha detto: ma perché non vieni con noi, nelle periferie, a fare il doposcuola? Così ho iniziato, in quelle periferie, e mi sono salvato, perché se aiuti gli altri allora sì che sei felice!», si è avviato a concludere il suo intervento, non prima di aver lasciato quelle consegne-impegno di cui dicevamo all’inizio. La serata è poi proseguita con i giovani divisi in cinque gruppi per riflettere su quanto detto e per dare risposte ad altre domande, tracciate da don Francesco Paglia, responsabile della Pastorale vocazionale di Frosinone-Veroli-Ferentino. Il tutto prima del grande silenzio, che ha però parlato al cuore di tutti, dell’Adorazione, preparato peraltro in maniera semplice ma efficace dalle Francescane di Ferentino. A conclusione, il “mandato” consegnato ai giovani da Alina, ora a Patrica ma già missionaria in Costa d’Avorio: una piccola scatolina, con dentro un fiammifero e la dicitura “Accendi la speranza!”. Con l’augurio che i giovani consumino quello e mille altri fiammiferi. di Igor Traboni
Acuto: una comunità e il suo parroco fanno… squadra
Quello del calcio non è solo un gioco ma, se interpretato nel migliore dei modi, anche e soprattutto un momento per “fare squadra” in tutti i sensi: amicizia, condivisione, aiuto e sostegno, senso di appartenenza ad una comunità e non solo ad una “bandiera”, rispetto dell’avversario. Ed è esattamente quello che sta accadendo ad Acuto, il paese poco distante da Fiuggi la cui squadra milita nel campionato di terza categoria e con un tifoso-sostenitore in più: il parroco don Francesco Frusone da quando, poco più di un anno fa, è stato chiamato alla cura pastorale di questo borgo. Nessuna “invasione di campo” da parte di don Francesco, ci mancherebbe altro, che ha raccolto volentieri un invito arrivato dalla dirigenza della società acutina a stare vicino alla squadra e alle attese, alle speranze, talvolta anche alle problematiche dei giovani che la compongono. Ed ecco così che, soprattutto in alcuni periodi dell’anno, si vivono dei momenti forti. Come quello, che sta per rinnovarsi, fissato prima di Natale, con una cena insieme per condividere anche la gioia e l’allegria della festa, con il parroco che offre delle riflessioni, speso prendendo spunto anche dei messaggi e dagli interventi che non di rado papa Francesco dedica al mondo dello sport e a quanti lo frequentano. Ogni estate, poi, ad Acuto si tiene una vera e propria “Festa dello sport”, in cui tutto il paese si mobilita anche per reperire fondi per sostenere la squadra di calcio e in questo caso pure la parrocchia fa la sua parte, mandando… in campo catechisti ed animatori. Un altro momento forte, ed anche beneaugurante, è poi quello dell’inizio di ogni campionato. Quest’anno, ad esempio, l’Acuto si sta facendo valere, seppur inserito in un girone non facile con squadre forti del nord della provincia di Frosinone e di quella di Roma. «Io cerco di star vicino ai dirigenti, al mister e a questi giocatori – racconta don Francesco Frusone – offrendo loro ascolto e amicizia. Davvero l’importante è fare gioco di squadra anche con tutto il paese: è bello che una comunità si ritrovi accanto a qualcosa che sente come sua ed in questo caso alla squadra di calcio. E tanti momenti insieme diventano momenti di fraternità. Poi cerco di ricordar loro che è sempre bello mettersi in gioco e fare squadra, anche quando si perde, perché l’importante è “giocare” la partita della vita. E giocarla bene, insieme agli altri». di Igor Traboni (nella foto, giocatori e dirigenti dell’Acuto con don Francesco, in alto secondo da sinistra)
Giornata della gioventù: venerdì 22 novembre il piccolo pellegrinaggio dei ragazzi
I giovani delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone- Veroli-Ferentino celebreranno insieme laGiornata della gioventù, venerdì 22 novembre a Ferentino. Questo il programma, stilato dalle due Pastorali giovanili diocesane: ritrovo alle 20.15 presso Porta Montana (via Consolare) e quindi tretappe, in cammino, con altrettanti momenti di riflessione: sul pentimento, con testimonianza dei giovani della comunità “In dialogo”, presso la chiesa di Santa Maria de’ Cavalieri Gaudenti; ricerca,con catechesi del vescovo Ambrogio Spreafico, in Concattedrale; ringraziamento, con adorazione emandato missionario preso la chiesa della Madonna del Buon Consiglio. «Un piccolo pellegrinaggio nel centro storico di Ferentino – hanno scritto i ragazzi della pastorale giovanile della diocesi di Anagni-Alatri sui loro social – e lungo il cammino ci fermeremo per riflettere e vivere i tre atteggiamenti che Papa Francesco ci suggerisce nel messaggio per questa Giornata della gioventù: pentimento, ricerca e ringraziamento»
Ad Alatri il raduno diocesano delle corali parrocchiali
Chi canta prega due volte, sosteneva sant’Agostino nella massima così riadattata del suo “il cantare è proprio di chi ama”. Ed è esattamente quello che fanno tante corali parrocchiali, non solo animando le liturgie, ma anche per l’appunto aiutando l’assemblea a pregare. Un servizio quanto mai importante, dunque, che la diocesi di Anagni-Alatri mette in ulteriore evidenza con l’appuntamento autunnale del raduno delle corali parrocchiali, che si svolgerà domenica 17 novembre ad Alatri, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, con inizio alle 15.30. Una iniziativa giunta alla nona edizione, anche se ci sono stati i comprensibili stop del periodo Covid. Vediamo innanzitutto il novero delle sette corali partecipanti e che arrivano da vari punti della diocesi: parrocchia Santa Maria Maggiore, Alatri; parrocchia Santa Maria Assunta, Torre Cajetani; parrocchia San Paolo in San Giacomo, Anagni; parrocchia San Silvestro, Alatri; coro Regina Pacis, Morolo; parrocchia Santa Teresa, Fiuggi; parrocchia San Valentino, Monte San Marino.Il programma del pomeriggio, curato come sempre dall’Ufficio liturgico diocesano diretto da don Bruno Durante, prevede una riflessione iniziale sul tema: “La spiritualità e l’animazione liturgica del tempo di Natale”, curata da don Francesco Frusone; quindi le sette corali si alterneranno nell’esecuzione di vari brani aventi come tema proprio il tempo di Natale; seguirà la preghiera del Vespro e quindi un momento di fraternità tra i membri delle varie corali. Un programma, come è facile intuire, ispirato quindi proprio a quanto detto all’inizio: il cantare come momento di preghiera e amore. (Ig.Tr.)
«Una bella stagione di fede» al santuario di Vallepietra: il bilancio dopo la chiusura per la pausa invernale
Con la Messa celebrata nella mattinata del 2 novembre, il santuario della Santissima Trinità di Vallepietra ha chiuso i battenti per la pausa invernale, consueta con l’avvicinarsi dell’inverno e di tante settimane in cui, soprattutto a causa della neve e del ghiaccio, è difficile se non impossibile raggiungere gli oltre mille metri di altezza del sacro speco. Il santuario della Santissima riaprirà come sempre il primo maggio del nuovo anno. Ma intanto è tempo di bilanci per questa ennesima stagione di fede vissuta all’ombra della Santissima Trinità e lo facciamo con monsignor Alberto Ponzi, rettore del santuario, vicario generale della diocesi di Anagni-Alatri e parroco di Vallepietra. «E’ stata una stagione difficile ma comunque bella, importante», esordisce don Ponzi, con un chiaro riferimento all’incidente occorso ad un giovane pellegrino della provincia di Roma, colpito il 25 maggio scorso da un masso staccatosi dalla montagna sovrastante; a seguito di questo incidente, per motivi di sicurezza, tutta l’area del santuario è stata chiusa per circa due mesi «ma poi – riprende il rettore – abbiamo potuto riaprire, grazie soprattutto al Comune di Vallepietra, che ha realizzato a tempo di record un camminamento tale da “ingabbiare” tutto il tratto che porta alla cona dove è conservato l’affresco della Santissima». I pellegrini sono stati quindi invitati a rispettare tutte le regole di sicurezza che sono state ulteriormente predisposte, compreso il divieto di celebrare Messe nella grande chiesa all’aperto. I lavori di messa in sicurezza comunque proseguiranno, grazie anche ad un cospicuo finanziamento concesso dalla Regione Lazio e, tra le varie ipotesi, c’è anche quella di realizzare una copertura proprio per la chiesa all’aperto, estendendola anche alla successiva area dove insistono anche attività commerciali ambulanti. Ma torniamo all’aspetto della fede: «Dopo la riapertura del santuario, c’è stato un afflusso di pellegrini molto intenso soprattutto nei mesi di settembre e ottobre, grazie anche alle belle giornate. La nostra stima è superiore alle 150mila presenze. Anche verso i giorni di chiusura c’è stato un afflusso notevole, come ad esempio nell’ultima domenica di apertura, con i raduni delle “compagnie” e l’arrivo di circa 800 pellegrini, così come per la Messa conclusiva del 2 novembre. La devozione verso la Santissima Trinità – aggiunge don Alberto Ponzi – non conosce ostacoli di sorta ed è sempre molto forte nella nostra gente, così come nei tanti pellegrini che arrivano anche dalle province e dalle regioni limitrofe. E’ un qualcosa di bello che si rinnova anno dopo anno, grazie anche allo straordinario operato delle compagnie». C’è un altro aspetto che il cronista, salito diverse volte al santuario, non ha potuto non cogliere e che lo stesso don Ponzi rimarca e sottolinea: il notevole afflusso di giovani, che magari nelle chiese e nelle parrocchie si vedono sempre di meno, ma che per la Santissima Trinità hanno un’affezione continua: «E’ vero, molti di loro fanno parte delle compagnie e sono tra i primi ad animarle. Tanti poi vengono e mi dicono: non sono potuto venire quando c’era il pellegrinaggio della compagnia o della parrocchia, ma appena ho potuto eccomi qui. Poi ci sono tanti gruppi di ragazzi che vengono anche loro in segno di devozione autentica, e non solo per una scampagnata nei boschi circostanti». Il segno di fede autentica che la Santissima ridesta, come ha avuto modo di sottolineare anche il vescovo Ambrogio Spreafico quando ha celebrato al santuario, lo si riscontra pure nell’accostarsi di continuo al sacramento della Riconciliazione, grazie ai numerosi sacerdoti che ogni giorno, e non solo alla domenica, hanno prestato questo servizio negli appositi spazi al coperto, Insomma, una stagione di fede intensa ed “esaltante”, nella migliore accezione del termine. Ricordiamo infine che è già disponibile il calendario 2025 del santuario, che si può ricevere anche a casa (info sul sito internet e sui social del santuario di Vallepietra).
Bandi Concorsi Ordinari IRC
Pubblichiamo i bandi per lo svolgimento dei concorsi ordinari per titoli ed esami per l’accesso al ruolo degli insegnanti di religione cattolica nella scuola dell’infanzia e primaria e nella scuola secondaria di primo e secondo grado. L’istanza di partecipazione può essere presentata a partire dalle ore 14.00 del giorno 5 novembre 2024 alle ore 23.59 del 4 dicembre 2024, unicamente in modalità telematica, attraverso il Portale Unico del Reclutamento. Per accedere alla compilazione dell’istanza occorre essere in possesso delle credenziali del Sistema Pubblico di identità digitale (SPID) o di quelle della Carta di Identità Elettronica (CIE). Inoltre, occorre essere abilitati al servizio “Istanze on line”. Per la partecipazione alla procedura concorsuale è dovuto il pagamento di un contributo di segreteria di 10 euro. Il pagamento deve essere effettuato sulla base del bollettino emesso dal sistema “Pago In Rete”, il cui link è disponibile all’interno della “Piattaforma Concorsi e Procedure Selettive”, nella sezione dedicata all’istanza o a cui il candidato potrà accedere dall’indirizzo https://pagoinrete.pubblica.istruzione.it/Pars2Client-user/. L’avvenuto pagamento deve essere dichiarato nell’istanza, cui va allegata, a pena di esclusione, la ricevuta di pagamento. È onere del candidato verificarne la correttezza di tutti i dati inseriti prima di effettuare il pagamento e prima di inviare la domanda. Ciascun candidato può concorrere nella regione nel cui ambito territoriale e situata la sede dell’ordinario diocesano che ha rilasciato la certificazione di idoneità, indicando la diocesi e il grado di scuola per cui si concorre in relazione all’idoneità posseduta. Sono ammessi a partecipare alle procedure concorsuali i candidati in possesso congiuntamente, alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda, dei seguenti requisiti specifici: Il concorso si articola in una prova scritta computer-based, della durata di 100 minuti, con 50 quesiti a risposta multipla cosi articolati: La prova scritta è superata dai candidati che conseguano il punteggio complessivo non inferiore a 70 punti. La prova orale è finalizzata all’accertamento della preparazione del candidato in relazione alle problematiche educative e alle competenze didattiche generali, nonché alla relativa capacità di progettazione didattica efficace, con esclusione dei contenuti specifici dell’insegnamento della religione cattolica, e verte sugli argomenti compresi negli ambiti del programma d’esame indicato nel bando. Nel corso della prova orale si svolge altresì un test didattico specifico, consistente in una lezione simulata. Allegati Procedura concorsuale ordinaria Infanzia-Primariam_pi.AOOGABMI.Registro Decreti(R).0000103.29-05-2024.pdfAvv_Inf e Pirm_m_pi.AOODGPER.REGISTRO UFFICIALE(I).0184796.05-11-2024.pdfLink iscrizione concorsoProcedura concorsuale per titoli ed esami per l’accesso al ruolo degli insegnanti di religione cattolica nella scuola dell’infanzia e della primaria ai sensi del comma 1 dell’articolo 1-bis del decreto-legge 29 ottobre 2019, n.126, convertito con modificazioni dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159 Procedura concorsuale ordinaria Secondaria I-II gradom_pi.AOOGABMI.Registro Decreti(R).0000104.29-05-2024.pdfAvv_Sec_I e II gradi_m_pi.AOODGPER.REGISTRO UFFICIALE(I).0184801.05-11-2024.pdfLink Iscrizione ConcorsoProcedura concorsuale per titoli ed esami per l’accesso al ruolo degli insegnanti di religione cattolica nella scuola secondaria di primo e secondo grado ai sensi del comma 1 dell’articolo 1-bis del decreto-legge 29 ottobre 2019, n.126, convertito con modificazioni dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159 Domanda Certificato idoneità Concorsuale
Minori e persone vulnerabili: ad Anagni il convegno del Servizio Tutela delle diocesi Lazio Sud
Il Servizio Interdiocesano Tutela Minori Lazio Sud, in collaborazione con l’Istituto Teologico Leoniano di Anagni, ha organizzato per mercoledì 27 novembre un convegno dal titolo “Ritessere Fiducia”.Alla giornata di studio, che si svolgerà proprio presso il Collegio Leoniano di Anagni, interverranno con i Vescovi delle diocesi interessate, la dott.ssa Ketty Vaccaro del Censis – che illustrerà i risultati di una indagine su minori e abusi nella società italiana tra il 2000 e il 2020 – e la presidente nazionale dott.ssa Chiara Griffini, che parlerà dell’impegno e cammino della Chiesa italiana.Per tutto il personale docente di ogni ordine e grado del Lazio che parteciperà al convegno è riconosciuto l’esonero dal servizio per il giorno 27 novembre 2024 dalle ore 10.00 alle ore 18.00.Per ulteriori informazioni su questa iniziativa e sul Servizio interdiocesano Tutela Minori si può scrivere o telefonare: info@tutelaminoridiocesilaziosud.it – tel. 0771740341.
“Un fiore per la missione”: la bellissima iniziativa dei ragazzi di Piglio
Quando si sente parlare di missionari, si immaginano sacerdoti, religiosi, religiose e laici che si dedicano all’evangelizzazione ma che non fanno parte della nostra quotidianità. Noi ragazzi di Piglio, invece, è da qualche anno che abbiamo conosciuto Sabrina Atturo, una ragazza che lavora in Ciad con la Fondazione Magis e attraverso dei video abbiamo conosciuto anche don Giuseppe Ghirelli, un sacerdote missionario della nostra diocesi scomparso due anni fa, ma che vive ancora nei cuori di tante persone e, proprio attraverso un suo video, abbiamo capito che essere missionari non è soltanto portare il Vangelo o fare cose straordinarie ma essere missionari significa essere cristiani, quindi ognuno di noi può e deve essere missionario nei contesti in cui vive. A tal fine, sostenuti ed incoraggiati dal nostro parroco, don Raffaele Tarice e dalle nostre catechiste, per aiutare i missionari, abbiamo realizzato domenica 27 ottobre il mercatino “UN FIORE PER LA MISSIONE”. Per questa iniziativa sono stati allestiti ben cinque banchetti, in altrettanti punti del nostro paese di Piglio: uno presso la parrocchia di San Giovanni, un altro a Santa Maria, il terzo alla Giravota, il quarto alla Madonna delle Rose e l’ultimo a San Lorenzo. E con l’entusiasmo e la gioia che contraddistingue noi ragazzi, abbiamo coinvolto tutta la comunità: chi ha montato il gazebo, chi ha portato oggetti da vendere, chi ha pensato alla locandina per pubblicizzare l’evento, chi è andato al vivaio a prendere le piantine di violette … E poi, noi ragazzi del catechismo, dell’Azione Cattolica Ragazzi e giovanissimi di Azione Cattolica, che abbiamo venduto le piantine per raccogliere una piccola somma da inviare a Missio. Certamente questo contributo non risolverà le tante povertà del mondo, ma Santa Teresa di Calcutta diceva così: “Quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo, all’oceano quella goccia mancherebbe”. di Chiara Coseglia