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Dalla città dei papi alla città della pace: cronaca di un pellegrinaggio

19 Dicembre 2023

Dalla città dei papi alla città della pace: cronaca di un pellegrinaggio

La giornata della Terra, una ricorrenza dedicata all’importante questione relativa al nostro impegno per la protezione dell’ambiente che si realizza attraverso piccoli gesti quotidiani, è stata segnata da un pellegrinaggio dei cresimandi della parrocchia San Giovanni de Duce di Anagni insieme ai loro genitori nella terra di San Francesco di Assisi e Santa Chiara: entrambi personaggi di cui non si può parlare senza pensare alla città di Anagni. Infatti due papi anagnini, Innocenzo III e Gregorio IX, sono legati in modo particolare alla figura del serafico padre Francesco. Nel 1210 Innocenzo III, che inizialmente si era rifiutato di ricevere Francesco e i suoi seguaci recatisi a Roma per chiedere l’approvazione della regola dell’Ordine francescano, solo in un secondo momento, come dice la leggenda, a seguito di un sogno, approvò la regola a metà, cioè solo verbalmente, dubitando della sua attuabilità perché considerata poco accettabile dalla Chiesa di Roma. Anche se solo parziale, l’approvazione è stata di una importanza capitale: grazie ad essa i Francescani furono liberi di attuare la loro regola e ottennero la licenza di predicarla. Gregorio IX ebbe la grazia di conoscere personalmente Francesco d’Assisi e nel 1228 lo proclamò santo.

Santa Chiara, da parte sua, è e rimarrà una figura importante per la città di Anagni per essere stata canonizzata nella cattedrale di Anagni. Per onorarla, l’11 agosto di ogni anno, la città organizza il palio di Santa Chiara, una gara tra arcieri che vede la partecipazione non solo dei cittadini anagnini ma anche dei paesi circostanti.

Il pellegrinaggio organizzato dalla parrocchia di San Giovanni servita dai Chierici Regolari Minori (Padri Caracciolini) ha avuto come primo momento importante la visita alla chiesa di Santa Chiara e il rinnovo delle promesse battesimali al fonte in cui è stata battezzata la santa assisiate. Un gesto che ha toccato in modo particolare i cresimandi in questo di tempo di Pasqua alla fine del quale saranno cresimati. Grande è stata l’emozione. Rinnovare le promesse battesimali in questo posto non solo ha ricordato ai ragazzi la loro dignità acquistata nel battesimo ma anche e soprattutto il loro impegno, come piccolo contributo per collaborare con il piano del Signore per la loro santificazione iniziato in modo particolare il giorno del battesimo quando sono morti al peccato e nati a una vita nuova in Cristo, resi membri del Corpo mistico di Cristo della cui morte e risurrezione sono invitati a essere testimoni nella loro vita quotidiana.

La visita alla città della pace non poteva fare a meno dell’impegno per la promozione della pace. È stata colta l’opportunità per ricordare a tutti i piccoli gesti quotidiani per la promozione della pace nella famiglia e nella società tra cui; primo nutrire di sentimenti positivi nei confronti degli altri, secondo la tolleranza o pazienza di fronte agli sbagli degli altri e terzo la preghiera per essere in grado di rinunciare alla vendetta. Nutrire di sentimenti positivi è un’arma potentissima. Chi nutre di sentimenti positivi promuove la pace perché si basa sulla convinzione che ognuno di noi è capace di bene. Il male che porta alla discordia a volte è un fallimento nel compiere il bene che sta nel nostro cuore. Perciò chi sembra non essere in grado di fare il bene necessita di un risveglio che è possibile quando non si sente giudicato ma amato e accolto nella sua debolezza. La tolleranza e la pazienza sono basati sulla convinzione che le cose possono cambiare. Il fattore tempo è di importanza capitale per la promozione della pace. Quando c’è stata una rottura nelle relazioni non si può pensare che la concordia ritorni di punto in bianco. La pazienza concede all’altro lo spazio per prendere coscienza della gravità delle sue colpe. Concede anche la possibilità di attuare un piano per la riconciliazione senza la quale la pace rimane un sogno e se viene dichiarata è falsa. La preghiera ricorda che la pace oltre a essere un desiderio della persona umana è anche dono di Dio.

Nella giornata della Terra non poteva mancare il richiamo all’attenzione di un altro aspetto della pace: la pace con il creato che grida giorno e notte per il comportamento malvagio della persona umana che non solo la tratta come un oggetto ma anche come una risorsa disponibile per il proprio uso e consumo. All’esempio di San Francesco d’Assisi che chiamava tutte le creature fratelli e sorelle, è stato ricordato in base alle varie calamità naturali che stanno succedendo, che è giunta l’ora in cui ciascuno è chiamato a riconoscersi parte fragile della Terra. Infatti se la Terra può sopravvivere senza di noi non possiamo sopravvivere senza di essa. Da qui la necessità di trattarla come una sorella, con amore, con cura perché sia in grado di provvedere alle nostre necessità e alle necessità di quelli che ci saranno dopo di noi.

 

  1. Florent Kasai Kambere, crm

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