(Omelia per la celebrazione eucaristica nel giorno in cui Bonifacio VIII pubblicò la Bolla
giubilare del 1300. Anagni, 22 febbraio 2025)
Sorelle e fratelli, concludiamo questo giorno in cui abbiamo voluto fare memoria di quel 22
febbraio 1300 nel quale Bonifacio VIII promulgò la Bolla Giubilare del primo giubileo della storia
della Chiesa. Fu la risposta alla grande e crescente domanda di perdono che tanti pellegrini
riversatisi a Roma verso la basilica Vaticana chiedevano. Erano tempi difficili, di guerra, violenza,
di grandi calamità naturali. Anche i cristiani facevano le loro battaglie. Nei tempi di violenza cresce
la paura, l’ostilità, l’indifferenza, ma anche la speranza e il desiderio di un tempo nuovo.
“Pellegrini di speranza”, perché la “speranza non delude”, ha voluto che fosse il Giubileo di quest’anno papa
Francesco, per cui in particolare oggi vogliamo pregare, perché torni presto a guidarci in questo
anno santo, facendoci ascoltare la sua parola di speranza e di pace. Ne abbiamo tutti bisogno, ne
hanno bisogno i Paesi oppressi dalla guerra, come l’Ucraina, la Terra Santa, la Repubblica
Democratica del Congo, e molti altri forse a noi sconosciuti. Sorelle e fratelli, alziamo lo sguardo,
guardiamo la gente che soffre, che grida pace, che invoca la fine delle guerre e della violenza.
Guardiamo gli anziani soli o in istituto, che chiedono amicizia, affetto, cura. E i giovani che
chiedono di essere ascoltati e voluti bene. Facciamoci pellegrini di speranza per le strade del mondo
con la preghiera che ci libera dall’abitudine al vittimismo, al lamento, all’indifferenza. Facciamoci
pellegrini, come il nostro concittadino papa Bonifacio, che ascoltò la domanda di perdono e di pace
che veniva da tanta gente, per muoverci anche noi da qui verso il mondo, passando da quella Porta
Santa della Basilica Vaticana, di cui oggi abbiamo celebrato la festa della Cattedra di san Pietro, per
invocare il perdono e la misericordia di Dio.
Le parole di Gesù che abbiamo ascoltato ci aiutano. “Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli
che vi odiamo, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male”. Questa
è l’unica vittoria vera, cari amici. L’amore vince sempre l’inimicizia, fate cioè del bene a chi vi vuol
male, benediteli, cioè non sparlate degli altri, anzi dite bene di loro, e infine pregate per chi vi tratta
male. Ognuno potrebbe dire: impossibile. Non diciamolo oggi! Il Giubileo apre la strada delle cose
impossibili perché siano possibili. Lasciamoci guidare dalla parola di Gesù e vinceremo il male con
il bene, l’odio con l’amore e la preghiera. Dobbiamo crederci, dobbiamo viverlo. Vuoi essere
felice? Credo che ognuno lo desideri. Allora, continua Gesù, comincia a fare agli altri ciò che
vorresti gli altri facessero a te, e non il contrario. E poi ancora quasi per spiegare ancor meglio
quanto già detto: “Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra
ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo”. Dare, voler bene, con gratuità, senza aspettare
sempre il contraccambio. Quanto è triste la vita di chi dà qualcosa, ma aspetta ogni volta di ricevere il contraccambio. Mai contenti, mai felici, sempre in attesa che finalmente l’altro ti dia qualcosa,
affetto, considerazione, attenzione e via di seguito. Prova a voler bene con gratuità, e vedrai che
sarai finalmente contento! Non dire subito di no. Provaci almeno! E poi, se ti affiderai al Dio
Altissimo come ci si affida a un padre, potrai riconoscere negli altri sorelle e fratelli, amici, perché
la Paternità divina rende tali, e non estranei o persino nemici.
E infine: tutto comincia con la misericordia, quella scelta di Dio che sempre perdona, che sempre
vuol bene, che sempre ci accoglie anche se noi spesso ci dimentichiamo di lui e ci facciamo gli
affari nostri. “Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati,
perdonate e sarete perdonati, date e vi sarà dato, (senza sempre essere misurati), perché con la
misura con cui misurato sarà misurato anche a voi in cambio”. Sorelle e fratelli, sono parole chiare,
concrete, piene di amore. Il Signore ha fiducia in ognuno di noi, così ci affida la via del bene,
dell’amore, della misericordia, del perdono, via che portano alla pace e all’amicizia tra noi e con
tutti. A noi viverle, per essere felici, per aiutarci in questo tempo difficile, per non lasciar solo
nessuno, per dare speranza e crescere come amici, sorelle e fratelli, segno di un mondo dove si
possa vivere insieme.