«Una sinfonia di tutti, alcuni, uno: così ha descritto il cammino attuale della Chiesa, monsignor Juan Usma (nella foto, durante il suo intervento) del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, invitato a parlare nella parrocchia del Sacro Cuore di Laguccio domenica 19 gennaio, a un bel numero di partecipanti, per l’incontro diocesano promosso dall’Ufficio per il dialogo ecumenico della diocesi di Anagni-Alatri.
Mons. Usma ha ripercorso le fasi progressive dell’affascinante storia di un cammino della Chiesa cattolica, che apriva le porte anche alle altre Comunioni cristiane, sia di Oriente che d’Occidente. Storia della progressiva comprensione del senso della Chiesa stessa e di trasformazione del suo volto negli ultimi 150 anni, che fa sperimentare come lo Spirito Santo – nonostante tutti i limiti umani – sia all’opera. A partire dal Concilio Vaticano I – interrotto tra gli altri degli eventi incalzanti dell’unificazione dell’Italia – che fece in tempo a definire solo l’importanza del primato del Papa (uno); le fasi successive nel ‘900 col Vaticano II che completando il Vaticano I sviluppò la collegialità (alcuni) e mise in luce il volto di una Chiesa ‘popolo di Dio’ (tutti), con i laici protagonisti anche loro della vita ecclesiale (v. decreto Lumen Gentium) e l’apertura al dialogo ecumenico (v decreto Unitatis Redintegratio), e quindi l’urgenza di riscoprirci fratelli anche con gli altri cristiani.
Il Sinodo dei Vescovi, istaurato immediatamente dopo il Concilio, rappresenta un importante passo per la Chiesa cattolica. E infine, il processo sinodale avviatosi dal 2021 al 2024 costituisce una importante novità per aver voluto coinvolgere tutto il popolo di Dio tramite un ascolto capillare a tutti i livelli. La Chiesa intera è stata chiamata a vivere insieme la comunione, la partecipazione e la missione, in ascolto insieme dello Spirito Santo.
Il documento finale del Sinodo sulla Sinodalità ha una ricca impronta ecumenica che vale la pena scoprire. Mons. Usma presentando in modo succinto gli otto temi ecumenici descritti nel testo, ha sottolineato l’importanza del dialogo come stile di vita: grazie a un ascolto, vero e profondo, si può riflettere e imparare gli uni dagli altri, conoscendo anche le pratiche sinodali delle altre Chiese e cercando nuove forme di sinodalità.
La veglia di Preghiera “TOGETHER. Raduno del Popolo di Dio” per affidare allo Spirito Santo i lavori sinodali, costituisce un’icona del Sinodo sulla sinodalità: capi di Chiesa e leader delle Comunioni Cristiane mondiali assieme a papa Francesco hanno pregato per il sinodo della Chiesa cattolica.
Inoltre, la veglia ecumenica dell’11 ottobre 2024 – ricorrenza dell’inaugurazione del Concilio Vaticano II – tenutasi nel luogo del martirio dell’apostolo Pietro, in ascolto di brani della Lumen gentium e l’Unitatis redintegratio, letti dai delegati fraterni, è stato anche un momento per ricordare il sessantesimo anniversario di questi due importanti documenti. I sedici delegati fraterni appartenevano alle tradizioni ortodosse, ortodosse orientali, protestanti storiche ed evangeliche/pentecostali.
Il Sinodo sulla sinodalità ci invita a metterci in cammino, senza estinguere lo Spirito Santo, ma lasciando che sia Lui a creare una vera “armonia sinfonica tra tutti, alcuni e uno” a tutti i livelli. Come indica il documento finale dobbiamo stabilire reti di amicizie e di relazioni con gli altri cristiani, tramite un vero scambio non tanto di idee quanto di ‘doni’. Questa “armonia sinfonica” nella quale ognuno ha un compito e una funzione fondamentale per il bene di tutto il corpo di Cristo, incomincia dalle parrocchie.
Possiamo così sognare una Chiesa più bella, accogliente, gioiosa, casa per tutti. Mons. Usma ci ha ricordato che se lo Spirito Santo è colui che fa l’unità, il primo compito è pregare per l’unità di tutti i cristiani, seguendo l’esempio di Gesù nel Getsemani. Restiamo certi che lo Spirito Santo ci sorprenderà.
Grazia Passa (a nome dell’Ufficio diocesano per il dialogo ecumenico di Anagni/Alatri)