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I Campi scuola Acr, raccontati… dal profeta Geremia

6 Agosto 2024

I Campi scuola Acr, raccontati… dal profeta Geremia

“Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo.   Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita” (Papa Francesco)

“Il tempo estate eccezionale” targato AC, come ogni anno, offre momenti di pausa e di riposo  che possono essere accolti come opportunità di crescita per il cammino di fede, personale e associativo, buttandosi nelle splendide esperienze dei campi-scuola. 

“Hai la mia parola! Geremia, profeta di speranza”, questo è stato il tema dei Campi Scuola ACR di quest’anno. I ragazzi si sono ritrovati a Trevi nel Lazio per vivere un week-end ed una settimana di amicizia, divertimento e preghiera sui passi del profeta Geremia, aiutati dall’assistente, dai sacerdoti che man mano si sono succeduti e dagli educatori che li hanno accompagnati con disponibilità, cura e senza far mancare loro un sorriso.

Tra incontri, canti, bans, confronti e passeggiate in montagna i ragazzi hanno avuto la possibilità di riscoprire la bellezza dello stare insieme, della condivisione e del riscoprire il rapporto con Gesù troppo spesso offuscato dal “rumore” della quotidianità; in particolare hanno potuto vivere momenti di preghiera sotto le stelle conclusi sempre con il tradizionale canto “Al cader della giornata”. E allora, proviamo a farlo raccontare dal profeta Geremia:

“Ciao a tutti, io sono il profeta Geremia e sono qui per raccontarvi l’ultima mia impresa, non la più difficile, ma senz’altro la più complicata: portare la parola di DIO ai ragazzi dell’ACR diocesana di Anagni-Alatri che si è radunata dai diversi paesi, Anagni, Alatri, Fiuggi, Fumone, Piglio e Acuto dal 5 al 7 luglio per la fascia 9-11 anni e dal 7 al 13 luglio per i 12-14. Quando il Signore mi ha chiamato, io non volevo andare, non sapevo cosa dire a questi ragazzi così concentrati sui loro smartphone e poco propensi ad ascoltare! Il Signore allora, mi ha ricordato che è Lui a parlare, io dovevo solo dare la mia voce e così ancora una volta mi sono affidato a Lui, sono partito e ho incontrato i ragazzi all’inizio un po’ spaesati. Devo dirvi che, grazie alle mie parole, a quelle dell’assistente don Rosario Vitagliano nel primo gruppo, don Raffaele Tarice nel secondo, a tutti gli educatori che con tanto entusiasmo hanno coinvolto i ragazzi in giochi e attività varie, tutti sono usciti dal loro torpore e hanno iniziato a parlare tra di loro, a fare nuove amicizie, a sorridere …ad essere felici. Penso di averli sollecitati troppo perché continuavano anche di notte a parlare, ridere, scherzare…dovrò rivedere qualcosa! Il posto che ci ha ospitato, fresco ed ombreggiante è a Trevi nel Lazio, vicino ad una sorgente chiamata Suria dove don Pierluigi Nardi, con una semplice e significativa celebrazione, ha fatto rivivere ai ragazzi il loro Battesimo riscoprendo i simboli di questo Sacramento. E poi ancora giochi sulla fiducia nell’altro che hanno aiutato i ragazzi a capire che solo affidandosi a DIO possono portare nel mondo frutti di pace e bontà. Con mio grande dispiacere è giunto il termine dei due campi. Il parroco di Trevi nel Lazio, Don Pierluigi Nardi, ha colto l’occasione del campo scuola per farci visita e per incontrare i ragazzi e condividere con loro il percorso che stavano facendo. Dopo la messa conclusiva, celebrata da don Rosario e don Raffaele, ciascun ragazzo ha ricevuto il mandato di portare nel loro “piccolo” ciò che hanno vissuto e ascoltato nei giorni vissuti a Trevi, i ragazzi si sono salutati con la promessa di incontrarsi nuovamente il più presto possibile e dandosi appuntamento a Vallepietra dove alcuni di loro concluderanno il cammino tra i 12-14 per cominciare il loro percorso tra i Giovanissimi.

 Dopo la Messa, con gli abbracci e i saluti, non sono mancati pianti dispiaciuti. Prima di congedarmi da tutti, li ho rassicurati su una cosa: il Signore rinnova sempre l’alleanza con il suo popolo come testimonianza del suo amore. Ecco allora l’ultimo segno al quale tutti sono chiamati: attaccare un cuore con il proprio nome su un filo rosso legato alla Bibbia, quel cuore che il primo giorno avevano trovato nel libro Sacro e dove avevano scritto le aspettative del campo.

Buon ritorno a casa ragazzi e portate con voi questa buona notizia: il Signore vi chiama per nome per essere portatori di speranza nel mondo, voi dovete solo dire di SI!” 

E dopo il racconto di Geremia, non possiamo non ringraziare la parrocchia di Morolo che ci ha consentito l’uso delle loro tende (dono di don Giuseppe Santucci) dato che i posti della casa non erano sufficienti al numero delle richieste, un grazie a Renato e Rossella, cari amici neocatecumenali che ci hanno supportato in questo. Al gruppo di adulti che hanno montato e smontato il campo, a chi si è occupato dei rifornimenti, alle cuoche che si sono alternate in cucina e a tutti gli adulti che, affiancati dai giovani, hanno permesso la realizzazione dei due campi sostenendo i gruppi ACR.

Infine, un grazie speciale ad Eleonora Frattali, responsabile ACR Diocesana che si è spesa senza riserve, all’assistente unitario don Rosario Vitagliano e con piacere alla disponibilità di don Raffaele Tarice, parroco di Piglio e don Pierluigi Nardi parroco di Trevi nel Lazio.  

  La Presidenza Diocesana AC di Anagni-Alatri

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