«La parrocchia è la casa di tutti, di tutti, di tutti! E tutti devono sentirsi accolti. Tutti! Nessuno escluso». Ha volutamente sottolineato più volte l’aggettivo “tutti” il vescovo Lorenzo Loppa questa mattina nel salutare i fedeli della piccola ma vivace e inclusiva comunità di Tecchiena Castello, nella cui parrocchia ha celebrato la Messa festiva delle 10, invitato dal parroco don Giorgio Tagliaferri.
Nel corso dell’omelia, il vescovo di Anagni-Alatri ha invece ovviamente toccato anche altri temi, dall’inizio della Quaresima (oggi si celebra la prima giornata di questo periodo di cammino verso la Pasqua) alla guerra in Ucraina che chiama tutti noi, ha detto tra l’altro il presule «a farci artigiani della pace», di quella ‘pace’ la cui invocazione suona più volte nelle parti della Messa, come ha ulteriormente sottolineato Loppa.
In questo periodo siamo chiamati a tre passaggi che il vescovo ha così delineato: preghiera, misericordia e digiuno. Quel digiuno che è anche rinuncia rispetto «alle cose che non ci saziano perché abbiamo fame di altro». E quella fame (che non è di solo pane, come recita il Vangelo odierno) può soddisfarla solo Gesù «che ci vuole felici, fratelli e sorelle», ha aggiunto il presule, non senza un rimando anche all’atto delle Ceneri che pochi giorni fa ha aperto il cammino quaresimale, e a quel gesto di un po’ di terriccio sul capo «che ci fa ricordare che siamo polvere di terra, ma anche polvere di stelle, perché siamo amati dal Signore», ha chiosato Loppa.
Il vescovo ha inoltre voluto sottolineare, tornando alla misericordia e al suo alto significato anche nel periodo di Quaresima, il grande gesto dei parrocchiani che ai piedi dell’altare hanno deposto pacchi di viveri e di medicinali destinati ai fratelli e sorelle dell’Ucraina nella morsa della guerra. Ed è stato davvero bello vedere come in tanti hanno portato i doni, soprattutto i bambini che riempivano i primi banchi della chiesa e che sanno essere sempre attenti con il loro piccolo grande cuore alle necessità di tanti piccoli come loro ma meno fortunati, hanno portato i doni. Viveri e medicinali sono stati raccolti dai catechisti e dagli animatori della parrocchia del Castello e già portati in un centro di raccolta da dove presto raggiungeranno l’Ucraina.
Igor Traboni