“Ad Aspera ad Astra”, attraverso le asperità si giunge alle stelle, la via della virtù e della gloria è irta di difficoltà, questa frase può rappresentare l’essenza di questo campo scuola svolto sui monti dell’Alto Adige.
Il Covid-19 ci ha rallentato ma non ha mai fermato le attività estive, per il 2023 avevamo previsto questo campo scuola e così è stato, il 6 luglio di buon mattino siamo partiti in treno verso Bolzano.
Il primo contatto è stato un po’ un ritrovarsi con alcuni amici che pur conoscendosi da sempre avevano nel tempo fatto esperienze diverse e cammini diversi con la certezza che nei giorni seguenti avrebbero condiviso e messo in comune dubbi e idee, proposte e difficoltà.
Le asperità dei percorsi montani, i panorami e quelle lunghe salite lente lungo i sentieri ci hanno avvicinato veramente al Cielo in un clima di pace e serenità.
I primi giorni ci siamo soffermati sul cammino sinodale ricondotto a due delle cinque costellazioni tematiche, relative alla fase sapienziale a) La missione secondo lo stile della prossimità. b) Formazione alla fede e alla vita.
Uno ad uno siamo stati chiamati a prendere la parola, ad ascoltare e a condividere sinceramente il proprio pensiero, ciò ha consentito ad ognuno di riflettere e di riscoprire la propria interiorità e il proprio progetto di vita.
Confrontarsi con gli altri è stato importante ma prima ancora è stato necessario confrontarsi con se stessi.
Qualche contributo relativo al punto a):
- Importante andare verso gli altri e stare in mezzo alla gente, fuori dalla parrocchia, le persone che hanno bisogno sono lontane dalla Chiesa. Essere testimoni coraggiosi. Quale prossimità? quella della relazione, della vicinanza, quella dell’ascolto, curare la prossimità delle piccole cose.
Qualche contributo relativo al punto b):
- Il percorso educativo non è più supportato dalle famiglie. Ad alcuni sembra che il Catechismo nozionistico abbia fatto il suo tempo, puntare piuttosto su cammini esperienziali con la certezza che tutta la comunità è chiamata ad accompagnare per arrivare alla consapevolezza del sacramento.
Formarsi insieme, formare coppie che si dedichino all’accompagnamento dei giovani fidanzati e delle giovani famiglie, non formule ma esperienze di vita per formarsi al “NOI” perché il noi è già insieme.
Ci sembra di liquidare tutto il nostro vivere dentro una società evanescente, quando invece sembra evidente che è stata dichiarata guerra alla verità.
Don Bruno Durante, che nonostante la sua età, ci ha accompagnato e illuminato con la sua guida appassionata, ha dipanato più di qualche dubbio sui valori della nostra fede chiarendo cosa intende realmente la Chiesa sulle problematiche che i laici si trovano quotidianamente ad affrontare. Certamente, punti non risolti e diversità di vedute sono rimaste, ma la voglia di impegnarci e di continuare ad essere testimoni credibili si è sicuramente accresciuta.
Con don Bruno ci siamo soffermati sulla Esortazione Apostolica” Verbum Domine” in particolare sui punti 51 “La contemporaneità di Cristo all’uomo di ogni tempo si realizza nel suo corpo, che è la Chiesa” e sul punto 85 “Parola di Dio, matrimonio e famiglia.” Nella celebrazione sacramentale l’uomo e la donna pronunciano una parola profetica di reciproca donazione, l’essere “una carne”, segno del mistero dell’unione di Cristo e della Chiesa” (cfr Ef5,31-32). Per chiudere abbiamo toccato la figura di Gedeone (Libro dei Giudici6-7).
Abbiamo passato momenti seri e momenti di festa, spirituali e mangerecci, di preghiera e di musica, grazie ai nostri due chitarristi, Antonio e Claudio, che hanno coinvolto anche altri ospiti, ottimo il diacono Vincenzo che invitava a partecipare alla messa gli ospiti che avvicinava, grazie a Lui, alcuni di loro hanno partecipato molto volentieri.
Il tempo è volato dentro una natura meravigliosa, tra liturgia delle ore e la Messa, tra gli incontri e le escursioni, e purtroppo, è arrivato il momento di tornare a casa, sicuri di aver fatto il pieno di tante cose belle viste e di tante altre da serbare nel cuore.
Guardando al prossimo anno inizieremo fin da domani a pensare a come ripetere e migliorare l’esperienza vissuta, continuando, nello stile AC, ad allargare sempre di più , la partecipazione sia ai vicini che ai lontani perché…Come sapete, i campi per gli adulti non sono soltanto una bella vacanza (e certamente sarebbero una bella esperienza anche soltanto così): sono giornate ricche di momenti di amicizia, di passeggiate e di incontri, ma anche di formazione e di preghiera. Sono giorni (e notti) che si portano nel cuore, che fanno nascere relazioni belle e che fanno crescere insieme nella fede e nella vita. Sta ad ognuno di voi (di noi) decidere se vale la pena di “investire” qualche giorno di vacanza per trascorrere del tempo prezioso per voi stessi, per coltivare amicizie che fanno bene al cuore e momenti di formazione che nutrono la mente.
A cura dell’Azione Cattolica diocesana