Il fatto di esserci, di incontrarsi, di ritrovarsi tutti insieme, di riconoscersi come parte di una realtà che esiste proprio grazie all’esistenza di ognuno: è questo che ha mosso ancora una volta l’Azione cattolica diocesana a organizzare e poi a tenere la Festa della famiglia, con un percorso preparatorio, voluto dalla presidenza diocesana, che si è articolato in tre “missioni possibili”: la missione “in”, corrispondente alla dimensione della vocazione; la missione “con”, coincisa con la dimensione della comunità; la missione “per”, che si è identificata nella dimensione della missionarietà. E così a Fiuggi, presso l’Istituto santa Chiara, si sono ritrovati in tanti, provenienti da varie parrocchie della diocesi dove è presente Ac, insieme all’assistente spirituale diocesano don Walter Martiello, rispondendo pertanto all’invito, rivolto ancora dalla presidenza diocesana, ad essere coraggiosi “perché Gesù conta su di voi e ci invita a vivere con coraggio assumendo in tutti gli ambiti della vita quotidiana, a servizio del carisma della Chiesa, lo stile di Dio fatto di vicinanza, compassione e tenerezza”.
Una festa impreziosita anche da una lettera che il vescovo Ambrogio Spreafico, impossibilitato a partecipare per altri impegni, ha comunque fatto pervenire all’Azione cattolica diocesana tutta.
“La vostra festa annuale – ha scritto tra l’altro il presule – vi raccoglie come parte di una realtà radicata in questa terra, che esprime impegno e la vocazione a non vivere la fede in modo individuale, ma come comunione di amore. I tempi che viviamo sono complessi e a volte difficili. Siamo al primo posto tra i paesi dell’Unione Europea per numero di Neet (Not in Education, Employment or Training), cioè giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano né fanno corsi di formazione (19%). Non è una buona notizia. I tempi che viviamo, l’uso eccessivo dei social, la paura del futuro, il pessimismo, abituano a una vita solitaria e all’attesa passiva di qualcosa che riempia il presente e il futuro. Ma, cari amici, in tempi difficili si deve cercare una risposta che nutra anzitutto la nostra umanità a partire dalla riscoperta della forza della Parola di Dio, perché essa getta una luce sul presente e ci fa immaginare e quindi costruire il futuro”, concludendo con un auspicio: “Il Signore vi accompagni nel vostro impegno, per il quale vi ringrazio di cuore, e vi benedico perché siate artigiani di pace e protagonisti di bene e di amore, per costruire un mondo dove riconoscerci come sorelle e fratelli di una grande famiglia universale”.
(nelle foto: alcuni momenti della festa con i partecipanti più piccoli; la presidente diocesana Concetta Coppotelli e l’assistente diocesano don Walter Martiello).